regia di Yorgos Lanthimos
sceneggiatura di Yorgos Lanthimos e Efthimis Filippou, co-autore di vari film del regista
musica di Jerskin Fendrix, eccellente giovane compositore e polistrumentista classico britannico
durata: 2h 44 minuti
Inevitabile cominciare a parlare di questo nuovo film di Lanthimos partendo dal suo Poor Things! (Povere Creature!), che ne ha consacrato il successo internazionale. Poor Things! ha una trama lineare e, per quanto sia un film ambientato nel fantastico, non ha troppo bisogno di spiegazioni. In Poor Things! Lanthimos si avvicinava, pur senza entrarci veramente, alla parte giusta della storia, ovvero femminista, movimentista, progressista.
Si veda qui la mia recensione di Poor Things! (Povere Creature!).
Kinds of Kindness è un Lanthimos più inesplicabile e assurdo, come in tanti altri suoi film precedenti.
In Kinds of Kindness ritroviamo i suoi attori iconici: Emma Stone e Willem Dafoe, di nuovo -emblematicamente- nei ruoli della Creatura e del Creatore.
Accanto a loro, attori giovani molto bravi: Jesse Plemons, visto -per citare alcune delle sue eccellenti interpretazioni- in Breaking Bad - El Camino del 2019, visto nei film di Martin Scorsese The Irishman (2019) e Killers of the Flower Moon (2023) e da tempo sulla cresta dell'onda, consacrato altresì dal premio per il Miglior Attore a Cannes 2024; e Margaret Qualley, la figlia di Andie McDowell, vista -per ricordare alcune sue interpretazioni- nel ruolo della Manson Girl 'Pussycat' nel bellissimo film di Tarantino Once Upon a Time in Hollywood (2019) e già in Poor Things!, dove era Felicity, una donna che ripercorre lo stesso destino della protagonista Bella, (personaggio che in verità io avevo trovato inutile e utilizzato in modo voyeuristico).
I quattro attori funzionano perfettamente e si aggirano a 360° in tutti e tre gli episodi del film: dico a 360° perché compaiono e ricompaiono con diverse 'maschere', il che a me ha lasciato l'impressione straniante e inquietante come se i loro volti girassero su se stessi, personaggi differenti ma sempre in fondo uguali, ben più che bifronti.
I tipi di gentilezza (Kinds of Kindness) del titolo si riferiscono a comportamenti apparentemente gentili, affettuosamente attenti e in realtà sadici, controllanti, manipolatori, crudeli, feroci da cui si è spesso colpiti, nelle interazioni sociali.
I tre episodi sono intitolati a un uomo volutamente anonimo, di mezz'età, silenzioso, (non pronuncia nessuna battuta in tutto il film), corpulento, barbuto, indossa camicie con le sue iniziali ricamate: R.F.M., un personaggio del quale non sappiamo nulla, una pedina di un marchingegno inesplicabile nella sua concreta follia, l'unico personaggio del film che compare in tutti e tre gli episodi e ne è il collante e il filo conduttore, ma non sapremo mai null'altro di lui. È interpretato da Yorgos Stefanakos, un attore non professionista, un amico ateniese del regista, che nella vita reale fa il notaio e il regista lo ha anche usato in Poor Things!. A me, personalmente, (e arbitrariamente, perché nessuna conferma è possibile, poiché il regista non rilascia dichiarazioni in merito), piace pensare che sia un alter-ego del regista, colui che fa scaturire la storia con le sue connessioni e che la fa esistere. Dico questo (ripeto, arbitrariamente) perché R.F.M. ha una qualche somiglianza fisica con il regista e si chiama pure Yorgos e perché è il comune denominatore dei tre episodi. Tuttavia, è anche possibilissimo, e anzi più probabile, che questo R.F.M. non abbia alcuna storia sua e alcun significato metaforico o simbolico, è semplicemente un personaggio strumentale utilizzato dal regista per connettere tra loro le tre idee prescelte per questo film.
I titoli individuali di ciascun episodio tradiscono il fatto che gli autori si sono divertiti con questa storia intrisa di assurdo, con il quale hanno giocato.
In The Death of R.M.F., il primo episodio, Plemons interpreta l’impiegato di un’azienda, completamente asservito al suo capo – il malefico Willem Dafoe - al punto di assecondarlo in tutto e per tutto e vivere millimetricamente secondo i suoi dettami, fino a mettere e rischio la sua propria vita.
In R.M.F. is Flying, il secondo episodio, Plemons è un poliziotto sconvolto dalla scomparsa della moglie (Emma Stone) durante una escursione in mare aperto e poi dal suo miracoloso ritorno, al punto da sospettare non sia lei, ma sia frutto di una sostituzione di persona (tema ricorrente in Lanthimos) e doverla, psicanaliticamente, uccidere per potere amarla.
In R.M.F. Eats a Sandwich, il terzo capitolo, Emma Stone e Jesse Plemons formano una coppia di pazzoidi adepti di una setta, che, in missione per conto di un soi-disant guru, che ovviamente invischia gli adepti in storie di sesso morbose, (un azzeccatissimo Dafoe, perfetto nell'osceno costumino da bagno rosso), cercano una giovane donna capace di resuscitare i morti (Qualley). E un morto sarà resuscitato.
Dei tre racconti il più completo dal punto di vista narrativo è il primo, che in origine, quando fu scritto parecchi anni fa, era pensato per divenire un film a sé: è una riflessione su come un solo uomo può avere così tanto potere sulle persone circostanti, stabilendo come devono vivere e coltivando il potere di vita e di morte su di esse. Il regista lesse un libro sull'imperatore Caligola e cominciò a riflettere su come sarebbe un uomo con tutto quel potere di controllo assoluto sugli altri nella società attuale.
Da lì, si è poi sviluppata l'idea del trittico, esplorarando una forma cinematografica inedita per Lanthimos, e si sono scelte altre due idee per le altre due storie. Poi il regista ha stabilito che i personaggi in qualche modo appartengano allo stesso mondo e infine si è scelto di non mostrare le tre storie in parallelo, contemporaneamente, bensì una dietro l'altra come in un'antologia.
Il film, con i suoi tre racconti, schernisce le nevrosi della società americana attuale e vuole deprecare servilismo, complottismo e fanatismo religioso.
Le tre storie sono variazioni sul tema della manipolazione e dell’idolatria, questioni molto presenti nei nostri tempi di populismo, sottomissione, nuove schiavitù e teorie cospirative.
È anche la stessa situazione di Povere Creature!, laddove il focus era spostato sull'affrancamento dal giogo di Frankenstein, ma vi era una bontà finale liberatoria.
Qui invece i Dr. Frankenstein e i loro mostri collaborano nel Male, in una visione oscura della natura umana. E il regista ci mostra un mondo pazzo, triste, strano, fuori di testa, ridicolo e a tratti divertente.
In questo film le povere creature si rivelano quasi tutte meschine, estremamente crudeli e complici di un sistema di potere e di controllo implacabile e insensato.
La donna di Lanthimos è affascinante in abiti eccentrici e elegantissimi oppure in abitini e vestagliette sexy; è senza casa cioè in viaggio avventuroso, per quanto sconclusionato oppure protetta da dimore lussuose.
La creatura non è qui quasi mai "povera", misera, piuttosto miserabile e indegna di pietà.
Il film va avanti a colpi di scena dall'ironia dissacrante, corredati da corali "gregoriane", (la colonna sonora dissonante è di Jerskin Kendrix ), e provocazioni non così riuscite.
Il limite di Lanthimos autore è che il suo cinismo divertito e temerario appare un po' arido e fine a se stesso.
Siamo un po' lontani dai vertici delle storie dell'assurdo di Luis Buñuel, una evidente ispirazione, e Marco Ferreri, che erano mossi da un forte spirito di denuncia sociale e siamo pure lontani da un horror magistrale come Shining di Stanley Kubrick.
La proposta di Lanthimos si esaurisce nel gusto per l’aberrante, la provocazione, lo sberleffo nichilista.
Il film è molto fisico, come sempre in Lanthimos: i corpi sono totalmente coinvolti prima del cervello, in modo istintivo, ora in atti di violenza, ora nel sesso, ora nella goffaggine dei movimenti, o nel ridicolo, o ancora nella danza sfrenata.
La mise en scène è armoniosa e ha una bella voluttà estetica.
Gli attori sono tutti totalmente coinvolgenti e superlativi.
Abbiamo un film finanziato da Fox Searchlight, realizzato con i ricchi mezzi e gli attori che il recente successo permette al suo autore. Lanthimos era partito da piccoli film distribuiti soltanto in Grecia, realizzati senza un vero budget, con gli amici, per poi cominciare a girare in lingua inglese allo scopo di trovare fondi e mezzi per fare film di valenza internazionale; fino alla grande affermazione.
Da vedere!
L'inquietante locandina del film
il quartetto di attori che interpretano diversi, ma simili personaggi disturbanti:
Emma Stone, Jesse Plemons,
il veterano Willem Dafoe, autore di grande esperienza,
e Margaret Qualley
anche la brava attrice americana Hong Chau interpreta ruoli diversi nei tre capitoli del film
Margaret Qualley con Mamoudou Athie, anche lui ricorrente nei tre episodi in tre diversi ruoli.
Mamadou Athie è un bravissimo attore americano, visto nell'eccellente serie televisiva The Get Down di Baz Luhrmann (2016-17), sulla nascita dell'hip hop nel South Bronx degli Anni Settanta, dove Athie interpretava Grandmaster Flash.
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