top of page
Writer's picturePlanet Claire

Il nuovo cinefilo racconto di Aki Kaurismäki KUOLLET LEHDET (Foglie al Vento)

Updated: Jan 2

Kuolleet Lehdet / Fallen Leaves

titolo malamente tradotto in italiano dai distributori: Foglie al Vento

regia di: Aki KAURISMÄKI anno di produzione: 2023 nazione: Finlandia durata: 81 minuti


L’ultimo film di Aki Kaurismäki, co-prodotto in Germania, è distribuito in Europa e altrove tra la metà di settembre e il dicembre 2023.

La distribuzione italiana inizia a metà dicembre 2023.

Visto in Francia in anteprima, nell'estate 2023. Presentato lo scorso maggio al 76 Film Festival di Cannes, ha vinto il PREMIO DELLA GIURIA presieduta dal regista Ruben Östlund, (Force Majeure, The Square, Triangle of Sadness).

Un premio molto meritato, perché questo film romantico, poetico, dai contenuti sociali, ha una notevole perfezione ideativa, più evidente a una audience di cinefili.


Kaurismäki ha detto di volersi occupare, con il suo cinema, di temi quali "l’anelito all’amore, alla solidarietà, alla speranza e al rispetto per gli altri, la natura e tutto ciò che è vivo o morto." Alma Pöysti, attrice finlandese che abbiamo già ammirato come protagonista del biopic Tove del 2020 sulla vita della illustratrice che creò i Moomin, interpreta Ansa.


Jussi Vatanen è Holappa, -lui, tutti lo conoscono soltanto per cognome.

I due si incontrano un venerdì notte a Helsinki in un karaoke.


In Finlandia il karaoke è molto importante, una forma di espressione musicale che libera dal buio esistenziale e mette in luce l’anima: il canto facilita la comunicazione tra individui estraniati.

L’uomo è un operaio che beve troppo e passa le notti a leggere fumetti e la donna è una impiegata di supermercato perseguitata per gretti motivi disciplinari da un arcigno quanto ottuso sorvegliante che giustifica il suo pessimo operato con la notoria frase "Sto solo eseguendo gli ordini". Vivono ciascuno la propria vita solitaria e monotona di lavoro precario, sfruttato, in un ambiente urbano periferico depressivo, proletari che fanno fatica a trovare una qualche gioia di vivere. Una condizione dolente -e spiazzante per lo spettatore- raccontata con empatica adesione, ma anche con quella impassibile sobrietà minimalista, dai risvolti sottilmente umoristici, tipica di Kaurismäki.


I personaggi sono tutti tratteggiati con pochi cenni, e poche parole, ma hanno una profondità, una verità e una coerenza notevoli. Anche in questo vi è il grandissimo talento di questo regista.


Grande appassionato di Nouvelle Vague, il regista riempie la sua opera di affiche di film dell’epoca e di continue citazioni. I due protagonisti al primo appuntamento vanno -naturalmente- al cinema e il film prescelto da Holappa è un film di zombie, The Dead Don’t Die di Jim Jarmusch, e la candida Ansa commenterà -con ingenua quanto impeccabile logica- che gli zombie sono così tanti che non si potrà mai sconfiggerli. Il racconto è ricco di questi momenti teneramente sorridenti. L’unico elemento di attualità in questa favola, che pare essere senza tempo, è il richiamo alla guerra in Ucraina, le cui tragiche notizie s’ascoltano per radio, senza necessità di fare alcun commento, massacro dopo massacro.


Naturalmente ci vorranno degli sforzi, delle sfide, perché la ricerca amorosa dei due potenziali innamorati sia coronata da un buon esito. In questa commedia, il percorso è costellato di equivoci, disillusione, disavventure, ma anche di fede. Un numero di telefono che vola via, in una scena molto bella e piena di pathos, nomi e indirizzi non pronunciati, in conversazioni troppo laconiche, esitazioni: ostacoli lungo la strada della felicità. Finché arriva il riscatto, la reazione, e la speranza fa accadere le cose. E perciò lui deve morire -letteralmente- alla sua vita precedente, fatta di abuso d’alcol e sbandamento, e rinascerà -in ospedale- alla sua vita con lei, che nel frattempo, come per avvicinarsi idealmente, metaforicamente a lui, ha preso a fare lavori maschili in cantiere: i loro ruoli, maschile e femminile, si compenetrano. Alla fine, l’uomo e la donna si incontreranno realmente.


Nelle scene finali vediamo per la prima volta un orizzonte di natura, simbolo di speranza, e le foglie morte del titolo. E, grazie alla presenza del cagnolino trovatello, Chaplin, i due personaggi formeranno infine una vera e propria famiglia.

Per la cronaca, il cagnolino è una trovatella adottata dal regista due anni fa in Portogallo, qui alla sua prima interpretazione.

Un film divertente, sottile e raffinato, molto seducente e molto cinefilo, con un finale tenero, che riscatta tutta la tristezza cui abbiamo assistito.

Assolutamente da vedere.

Come in tutti i film di Kaurismäki, la musica è importantissima.

La scelta delle canzoni si divide tra traditional finlandesi e remake locali di hit della musica melodica internazionale. In alcuni casi le canzoni hanno un effetto quasi umoristico per contrasto, più spesso identificano la malinconia e la disperazione.


Tutte le canzoni presenti nel lungometraggio accompagnano le scene in maniera significativa: i protagonisti si fanno influenzare e si lasciano coinvolgere emotivamente dai versi cantati che stanno ascoltando, la musica è infatti quasi tutta diegetica, quindi con funzione direttamente narrativa.


Il film si intitola come la famosa canzone Les Feuilles Mortes, -le cui liriche furono scritte da Jacques Prévert nel 1949-, e fu cantata da Yves Montand in un film di Marcel Carné.

Proprio per questo motivo, il titolo attribuito in Italia al lungometraggio di Kaurismäki è del tutto privo di senso.

Alla fine del film, ascoltiamo Les Feuilles Mortes nella versione finlandese Kuolleet Lehdet, di Olavi Virta, chansonnier finlandese degli Anni Cinquanta.


Di questo cantante vintage, nel film si ascoltano tre canzoni: oltre a Feuilles Mortes, anche Mambo Italiano e Kylmä Rakkaus, che significa Amore Freddo.


La scena del karaoke è presentata da Evi Salmelin, già vista nel bel documentario Karaoke Paratiisi (2022), presentato a Torino al 9 SeeYouSound Film Festival. Evi nella realtà è effettivamente la presentatrice e facilitatrice di karaoke più famosa della Finlandia.


E c'è un duo femminile molto cool, deliziosamente ascoltabile, fanno indie pop e si chiamano Maustetytöt, (che in finlandese vuol dire Spice Girls). Le biondissime giovani donne sono sorelle, Kaisa (bella voce e tastiere) e Anna (suona una chitarra elettrica Rickenbaker, con le tipiche particolarissime note medio-alte molto esaltate) Karjalainen.

Hanno una presenza scenica sorprendentemente sempre seria, molto in linea con la visione di Kaurismäki, dove leggerezza e serietà sono imperscrutabilmente connesse.

Nel film cantano Syntynyt suruun ja puettu pettymyksin, una malinconica ballata di pop nordico con un ritmo accattivante, che parla di delusione e problemi psichici. Il titolo si può tradurre con "Nata nel dolore e vestita di delusione" e si riferisce all'essere bloccati in una impossibilità di andarsene (o di evolvere), come sotterrati in una tomba.

Il duo, acclamatissimo in Finlandia, è quindi assurto a notorietà internazionale grazie alla presenza nel film di Kaurismäki.


l'attrice Alma Poysti, nel film è la protagonista Ansa, con il cagnolino Chaplin

per la critica, il miglior film dell'anno

Alma Poysti con il co-protagonista Jussi Vatanen

147 views0 comments

Recent Posts

See All

コメント


bottom of page