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Writer's picturePlanet Claire

VAMPYR di Carl Theodor Dreyer (D, 1932)

Il film fa parte dell'elenco dei "Mille Film Da Vedere Prima di Morire" ("1001 Movies You Must See Before You Die", stilato dallo studioso newyorkese di Cinema Steven Schneider).

La storia di vampiri fu liberamente tratta dal romanzo dello scrittore ottocentesco irlandese Sheridan Le Fanu 'Carmilla' e dalla sua antologia di racconti 'In A Glass Darkly', ma Carl Theodor Dreyer si basò molto soprattutto sulla propria immaginazione fantastica.

Il regista danese scelse un registro onirico. Queste le indicazioni di Carl Dreyer sullo script del film alla prima pagina: “Il paesaggio è bagnato dalla luce grigia e fievole dell’ora del crepuscolo. Tutti gli oggetti hanno un’apparenza d’irrealtà”. Il film è velato di luci e di ombre, molte ombre, netti chiaroscuri, è misterioso, ha movimenti di macchina inaspettati, inquadrature sfumate, riferimenti spaziali confusivi, usa una commistione tra il reale e l'irreale dell'incubo.

La storia del protagonista di Vampyr è interessante: il barone Nicolas de Gunzburg, nato all'inizio del secolo scorso a Parigi, era l'erede di una ricca famiglia di ebrei russi. Nella capitale francese il giovane conduceva una vita sociale sfarzosa con l'élite artistica del suo tempo. Decisosi a contribuire alla nuovissima Settima Arte, all'industria cinematografica, che aveva da pochissimo inventato il sonoro, Il giovane aristocratico finanziò interamente il film di Carl Theodor Dreyer ed ebbe il ruolo di attore protagonista. Il suo nome d'arte di attore cinematografico fu Julian West, scelto perché facilmente pronunciabile nelle tre lingue previste per la distribuzione del film, il tedesco, l'inglese e il francese. Elegantissimo, snello, in scena indossa uno stiloso doppiopetto di gran classe, -infatti Dreyer scelse di non fare un film in costume e i suoi personaggi vestono abiti contemporanei-, interpretava Allan Grey, un giovane appassionato di paranormale che capita nel villaggio visitato dal vampiro. Questo fu l'unico film in cui l'aristocratico parigino riuscì a recitare: non ebbe fortuna in seguito nella Settima Arte, nemmeno allorché emigrò in America. In compenso, divenne uno degli uomini più influenti del mondo della Moda, editore di Town & Country magazine, di Vogue, di Harper's Bazaar: il suo stile fu leggendario. I suoi protegés furono Oscar de la Renta, Calvin Klein, ...

Tornando all'oscuro villaggio di Courtempierre immaginato da Dreyer, gli altri attori di Vampyr sono pressoché non professionisti, scovati da Dreyer uno per uno e ostinatamente scelti per il loro aspetto che corrispondeva all'immaginario del regista.

Il film è molto affascinante, enigmatico, disorienta e inquieta. Alla sua uscita fu classificato "H" in Gran Bretagna, cioè sconsigliato ai minori di 16 anni per il contenuto horror.

Magistrale la scena del poliziotto storpio, di cui per lunghi stranianti momenti seguiamo l'ombra, -e la gamba di legno dell'ombra pare avere una sagoma demoniaca di capro-, finché l'ombra arriva a sedersi ma notiamo che il poliziotto è già seduto prima dell'arrivo della sua ombra! Scena paurosa e bellissima.

Dreyer era un regista ossessivo, molto richiedente, girava con cura maniacale e grande lentezza; Vampyr fu filmato on location in un paesino nel nord della Francia, in una casa rurale e in un castello in rovina, dove tutta la troupe abitò per settimane, tra vere ragnatele e -immaginiamo- anche un po' di vera angoscia opprimente.

Il film fu dunque realizzato per il mercato tedesco, inglese e francese. Gli attori recitarono tutto il film tre volte in queste tre lingue. Il sonoro, con le nuove tecnologie d'avanguardia allora disponibili, fu post-sincronizzato, lingua per lingua, ai diversi labiali. Per questo motivo, il dialogo è limitato al minimo, a frasi di quattro o cinque parole elementari (perché soltanto de Gunzburg parlava tutte e tre le lingue): "Der Wagen ist züruck" (la carrozza è tornata), "Ich habe Angst zu sterben. Mein Gott!" (Ho paura di morire. Dio mio!)

Un plauso a L'Immagine Ritrovata, un laboratorio altamente specializzato nel campo del restauro cinematografico, che con la Fondazione Cineteca di Bologna collabora per ridare vitalità al patrimonio cinematografico del passato, aggiornando la Storia del Cinema con preziosissimi restauri che rilanciano il cinema classico in un dialogo qualitativo con il presente.

È stato fatto anche un accurato lavoro sulle musiche della colonna sonora, con la partitura di Wolfgang Zeller, restaurata, adattata e diretta da Timothy Brock. Infatti il film è anche una emozionante esperienza sonora. Bellissimi i forti rumori, terrificanti, e degni di una partitura contemporanea. Questi suoni sono come una eco di rumori che non si capisce da dove provengano, dislocati, da suoni probabilmente inesistenti, onirici. E bellissime le musiche di Wolfgang Zeller. Il compositore Wolfgang Zeller (1893-1967), le cui radici cinematografiche si ritrovano nel sublime Achmed, il Principe Fantastico (1926) di Lotte Reiniger, conosceva bene il linguaggio musicale del cinema muto. "La partitura accompagna con intensità 71 dei 73 minuti di Vampyr, sottolineando febbrilmente il cupo paesaggio di Dreyer con trascinanti passaggi lirici ed eterei, nonché con recitativi straordinariamente efficaci che sospendono la musica permettendo al film di accogliere il primo tentativo di Dreyer con il sonoro. I rari dialoghi fungono in sostanza da effetti sonori –come lo scricchiolio di una porta, il gracchiare di un corvo– e fanno poco per l’avanzamento della trama. È la musica a svolgere quel compito. Infatti la maggior parte degli effetti sonori fu eseguita proprio dall’orchestra e appare nello spartito." (così il direttore d'orchestra Timothy Brock nel catalogo del festival Il Cinema Ritrovato 2021).







Nicolas de Gunzburg


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