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PALM TREES AND POWER LINES di Jamie Dack (USA, 2022) PRIMO PREMIO AL 40° TORINO FILM FESTIVAL

Updated: Dec 8, 2022

Al TFF40 vince il Premio per il Miglior Film e il Premio per la Miglior Sceneggiatura

Palm Trees and Power Lines di Jamie Dack (USA, 2022)

Molto bello, è un film che non si dimentica.


Consigliamo di andare a vederlo subito, è in replica al Cinema Massimo Uno di Torino soltanto domenica 4 dicembre alle ore 19,30: purtroppo una distribuzione nelle sale italiane non è ancora stata annunciata.


Jamie Dack è una giovane e bravissima regista newyorkese, di Brooklyn, al suo primo lungometraggio, già presentato al Sundance Film Festival.

Il film è basato su un corto che la regista scrisse e girò nel 2018, con lo stesso titolo, e ricevette una nomination al Festival di Cannes 2018.

Il film ha quindi preso la misura del lungometraggio in maniera ineccepibile.

Il film non ha una sbavatura o un difetto.


I dialoghi sono tutti bellissimi, perfetti.

In particolare, la regista e scrittrice coglie molto bene la crudezza e la vacuità della conversazione dei teenager.

Le inquadrature hanno la giusta sobrietà e i paesaggi non esistono in questo dramma intimista contemporaneo.

Il commento musicale, intriso di elettronica contemporanea, è espressivamente adeguato.


La protagonista Lea è una diciassettenne interpretata da Lily McInerny, bravissima.

Il co-protagonista è Tom, un uomo adulto, con giusto il doppio degli anni di lei, interpretato da Jonathan Tucker, eccellente.

La regista ha ringraziato i suoi due protagonisti per la loro grande dedizione, i due attori hanno davvero dato moltissimo al film.


Siamo in una cittadina della provincia americana, lungo la costa californiana.

Il titolo del film fa riferimento alle fronde delle palme della costa californiana, appunto, e ai cavi delle linee elettriche: in un contatto casuale possono generare incendi.

Allo stesso modo, un incontro casuale può causare un devastante incendio nella vita.


Nella cittadina, tipica noia, disillusione, solitudine permeano la vita.

La famiglia è un luogo dove non si è 'visti', la madre di Lea, concentrata sul proprio on-line dating, è emotivamente distante dalla figlia.

Tom innesca una relazione sentimentale con la adolescente, insinuandosi nel suo bisogno di ​essere ​considerata. Alla ragazza non pare vero che un bel ragazzo adulto si interessi tanto a lei. La relazione con Tom, evidentemente allarmante fin dal primo istante, avrà ben presto uno sviluppo molto amaro, ma la regista conserva una precisa distanza da qualsivoglia accento melodrammatico. Mantiene uno stile efficacemente sobrio in ogni scena.

Il film è una implicita, immediata condanna al patriarcato, sia all'interno del gruppo di amici e amiche adolescenti, sia nell'intera società. Il corpo della ragazza non è mai sfruttato voyeristicamente dalla cinepresa. La sua confusione, il suo shock, l'orrore silenzioso sono tutti espressi con una misura, un rigore, un controllo visivo notevoli. Il film è creato da un team femminile, la co-sceneggiatrice è Audrey Findlay, la produttrice è Leah Chen Baker, direttore della fotografia è la affermata Chananun Chotrungrojs.






Lily McInerny (Lea) e Jonathan Tucker (Tom)





La giovane regista Jamie Dack



direttore della fotografia è la affermata Chananun Chotrungrojs

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