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Writer's picturePlanet Claire

40 TFF, Lotta Continua di Tony Saccucci (Italia, 2022)

LOTTA CONTINUA di Tony Saccucci, (Italia, 2022) documentario

durata: 105' montaggio: Chiara Ronchini con la collaborazione della casa di produzione Publispei, di RAI Documentari e dell'archivio audiovisivo dell'Istituto Luce ​con Erri De Luca, Gad Lerner, Gianpiero Mughini e molti altri protagonisti dell'epoca che hanno dato la disponibilità a comparire nel racconto. Presentato in anteprima al 40 TFF nella sezione Fuori Concorso/Dei Conflitti e Delle Idee


Il movimento Lotta Continua raccontato... "per chi l'ha visto e per chi non c'era, e per chi quel giorno lì inseguiva un'altra chimera". Questa canzone di Ivano Fossati del 1979 p​u​ò introdurre la ​mia recensione, perché questo documentario è ​stato fatto proprio per raccontar​e Lotta Continua a tutti quelli che non sanno che cosa fosse: i giovanissimi, quelli nati dopo, ma anche quelli che sono informati soltanto dai media main-stream.


Lotta Continua era ​però molte cose diverse: una realtà polimorfa, molto articolata​.

Coloro che vissero da protagonisti quegli anni possono pensare che a questo film manchino alcuni spunti, che alcuni episodi non siano ​stati citati, che alcune chiavi di lettura siano state tagliate ​fuori dalla vicenda, ​proprio perché la loro Lotta Continua fu un'esperienza diversa.

Tuttavia​, ​la sintesi ​proposta dal film è efficace, ​pur non potendo essere esaustiva o onnicomprensiva. Abbiamo un documentum, che, per quanto documentario, è anche fictional, perché "quando metti ​su schermo è già una finzione", -come ricorda il regista Saccucci, uomo colto, dottorando in Studi Politici alla Sapienza di Roma, insegnante di Storia e Filosofia-, "e c'è immediatamente uno iato tra lo spettatore e colui che vuole offrire qualcosa allo spettatore". Va detto che il film ha prodotto ​t​ale sintesi ​d​opo gran fatica di analisi​ e ​che mantiene un costante approccio auto-critico. P​oiché fortunatamente i documentari sono un genere in ascesa, la buona notizia è che il film si potrà vedere. Lo vedremo su RAI PLAY in un formato seriale: è infatti stata creata una docuserie in 4 puntate, cui si può accedere da​l 4 dicembre 2022. Inoltre, RAI TRE ha creato un progetto one-off, che port​a sul piccolo schermo, a partire dal 6 gennaio 2023 undici documentari di Storia contemporanea italiana, uno scavo nella memoria recente del nostro Paese. Questo Lotta Continua ​v​a in onda per intero in prima serata il 13 gennaio 2023 su RAI TRE. Il documentario è basato sul libro "I ragazzi che volevano fare la rivoluzione, 1968-1978" del giornalista Aldo Cazzullo (ed. Mondadori, collana Oscar storia, 2015) Marzo 1963:

Palmiro Togliatti, dirigente del Partito Comunista Italiano, parla all'Università Normale di Pisa.

Uno studente gli grida: «Perché non avete provato a fare la rivoluzione?».

«Provaci tu, se sei capace» risponde irritato il Segretario​ del PCI.

«Lo farò, lo farò.» Il ragazzo si chiama Adriano Sofri, enfant prodige della Normale. Sei anni dopo fonda Lotta Continua.

In questa nuova organizzazione rivoluzionaria ci sono i suoi amici pisani, gli studenti che hanno occupato le università, gli operai della FIAT, i lavoratori ospedalieri, i braccianti, gli immigrati, gli arrabbiati, i ribelli. I ragazzi di Lotta Continua fondano un giornale, (secondo il verbo leninista, "per fare un partito ci vuole un giornale"), distribuiscono volantini alle porte delle fabbriche, si scontrano con la polizia, organizzano concerti e mense popolari, finiscono in carcere. Il 12 dicembre 1969 scoprono, nel tragico attentato di terrorismo nero in piazza Fontana, che in gioco ci sono la vita e la morte. (Piazza Fontana fu un grave attentato terroristico compiuto il 12 dicembre 1969 nel centro di Milano, presso la Banca Nazionale dell'Agricoltura, dove furono esplose bombe che causarono 17 morti e 88 feriti. Le lunghe indagini rivelarono che la strage fu compiuta da terroristi dell'estrema destra, collegati a settori deviati degli apparati di sicurezza dello Stato con complicità e legami internazionali. Per questo attentato le forze dell'ordine cercarono capri espiatori tra le file degli anarchici milanesi: Pietro Valpreda, poi dichiarato innocente anni dopo, fu ingiustamente incarcerato; Giuseppe Pinelli fu ammazzato in Questura in circostanze mai chiarite.) Lo choc nel Movimento fu tremendo: era semplicemente inconcepibile che per fermare le lotte degli studenti e degli operai di allora si potessero ammazzare delle persone. Questo è il racconto della formazione di politici e intellettuali, delle illusioni svanite nel terrorismo o nella droga, dell'avventura dell'ultima generazione che ha affidato la propria vita e la ricerca della felicità alla politica. Il film pone un problema molto forte della nostra contemporaneità:​ i ragazzi che non vogliono fare la rivoluzione, i ragazzi dei nostri tempi​ attuali. Il documentario è un utile strumento per informare​: questo doc mantiene sia la giusta distanza sia il giusto coinvolgimento su un'epopea passata da quasi cinquant'anni. Racconta in modo onesto, non pretende di dare delle risposte, quanto cerca di suscitare domande, stimolare la consapevolezza. ​Vuole cercare di incidere sulla evidente disinterpretazione da parte del cittadino dei messaggi dell'attualità contemporanea. È importantissimo riscoprire la Memoria, raccontare non soltanto giornalisticamente, ma suscitando una riflessione personale​,​ perché sappiamo che la rimozione non è la strada giusta "per un popolo migliore". Il documentario è un film storico​, ne ha la dignità. Questo docufilm è estremamente ricco dal punto di vista del linguaggio utilizzato, le elaborazioni concettuali proposte non sono banali. Le immagini di repertorio, in particolare tutte quelle filmate a Torino, sono molto belle, alcune inedite. Le immagini di Torino mostrano questa particolarità della città dove gli slum, le case miserabili dei sottoproletari erano nel pieno centro storico, un po' come i Quartieri Spagnoli a Napoli. La scelta delle musiche è molto buona, incentrata su musiche di repertorio dei film Anni Settanta; è una colonna sonora che non è mai didascalica, mai invadente: ​e​sce su Spotify a gennaio 2023. Uno snodo essenziale fu l'andare in fabbrica a incontrare gli operai. Gli universitari non erano più una élite: la torre d'avorio era crollata. A Torino, la FIAT, con i suoi 60.000 dipendenti, fu il luogo primo in Italia, in cui questo confronto si andò a creare. A fronte di condizioni di lavoro alienanti, ritmi disumani, paghe inadeguate, che non permettevano nemmeno un alloggio decente ai tanti immigrati a Torino dalle regioni del Sud Italia, si organizzò il sabotaggio della produzione, ​tramite lo sciopero, una forma di lotta inedita che andava a colpire il meccanismo delle catene di montaggio. 3 Luglio 1969, Torino, Corso Traiano, la guerriglia nelle periferie. I filmati di repertorio mostrano la polizia che attacca il corteo. Usa la forza con odio. Per la prima volta, si forma una massa critica che prende coscienza della propria forza: operai e studenti uniti nella lotta, per conquistare il contratto. Addosso a quel periodo fortemente rivoluzionario fu scagliata la violenza nera di Piazza Fontana. Cui seguì la cattura di un perfetto innocente, capro espiatorio, l'anarchico Giuseppe Pinelli, di cui si racconta il presunto suicidio da una finestra della Questura di Milano. Come conferma Erri De Luca, intervistato nel docufilm, "Non c’è parabola di caduta.", non poté essere un malore, non poté essere un suicidio: fu un assassinio, un abuso della forza. L'avanguardia intellettuale che aveva preso la parola contestativa fu messa di fronte alla realtà: era una questione di vita e di morte. Gli slogan erano "Giustizia per Valpreda, Vendetta per Pinelli". Partì una campagna contro il Commissario Calabresi, ritenuto responsabile di questi abusi della Giustizia. Alcuni si innamorarono dell'aggressione politica. Alcuni considerarono la moderazione un cedimento politico. Alcuni in LC compirono una svolta militarizzata, alla ricerca di una resa dei conti con il Potere. Nel frattempo, altri militanti, poiché Lotta Continua era in parte anche fatta da "Apostoli del Bene" in senso francescano, creavano la mensa dei bambini proletari sulle alture di Napoli, (i bambini dicevano che andavano a mangiare "in coppa ai comunisti"), perché ​arrivare ai poveri era rivoluzionario. Nel frattempo, a Santiago in Cile avveniva il golpe, (di cui fu testimone il militante torinese Paolo Hutter), con omicidi su vasta scala. Il mondo era circondato da fascismi. Anche in Italia vi era la paura di un tentativo autoritario. Il 22 novembre 1975, in una grande manifestazione a Roma a favore della nuova repubblica africana, per chiedere il riconoscimento da parte del governo italiano della Repubblica Popolare dell’Angola, appena liberatasi dal colonialismo portoghese, i carabinieri ammazzarono con colpo alla schiena il giovane militante di LC Pietro Bruno, 18enne, studente. (I fatti: altri due giovani sono colpiti di striscio alla testa ma le forze dell'ordine non si fermano. Verso il ferito, che giace a terra agonizzante, e un suo compagno che prova a tirarlo via, un poliziotto in borghese, poi identificato, spara di nuovo a breve distanza. Pietro viene colpito alla gamba destra, mentre il soccorritore è raggiunto a un braccio. Quindi l’agente si avvicina a Piero, lo strattona, lo insulta, gli punta una pistola alla tempia e preme il grilletto dell’arma ormai scarica. Per simulare un’inesistente situazione di pericolo, le forze di polizia trascinano il ferito verso l’ambasciata. Piero morirà il pomeriggio successivo, piantonato in ospedale. Fu poi emessa una sentenza di archiviazione e un’ordinanza di proscioglimento per i colpevoli di questo omicidio.) Nel 1973 e 1974, si introduce il tema del femminismo. Nel 1975 avviene lo scisma di Prima Linea, una deriva armata di coloro che avevano trovato in LC la strada ​delle armi da fuoco sbarrata: ​Prima Linea divenne una banda clandestina. LC era biologicamente il contrario di una banda clandestina, era una organizzazione aperta che lavorava per strada per raggiungere la gente. Vi era tuttavia una forte dose di ambiguità rispetto all'uso della violenza "contro-rivoluzionaria": Nel 1976 il secondo congresso di Rimini decretò lo scioglimento di Lotta Continua. Il gruppo dirigente si dimise, dopo un periodo molto intenso di lotte, che erano durate dal 1969 al 1976. Il congresso fu uno psicodramma collettivo, in cui ampiamente protagonista fu la componente femminile, che portò la sessualità dentro il Discorso, perché non è rivoluzionario un uomo che non rispetta una donna e lo stile di vita privato di molti militanti rispecchiava il modello peggiore della famiglia operaia patriarcale.Le manifestazioni di sole donne diventarono una pratica comune, vi fu una rottura dello schema classico. Le donne rivendicavano il loro diritto ad agire sia all’interno delle lotte che a livello personale, in modo autonomo ed indipendente dagli uomini. ​L​a politica delle donne e le sue espressioni ​d​ivennero sempre meno conciliabili con la politica dei gruppi. L’esplosione del movimento femminista fu una contraddizione lacerante, che trovò le organizzazioni impreparate. Alcune prassi della politica extraparlamentare fino ad allora presente riproducevano forme di dominio sulla donna, che in altri contesti della società venivano denunciate.


Il lascito​ di Lotta Continua? "​Ha mangiato il frutto della conoscenza" Dopo lo scioglimento del movimento, alcuni sono diventati politici, giornalisti, manager​ noti. Altri hanno preferito continuare la lotta attraverso forme più violente e drammatiche, ma la maggior parte ha semplicemente abbandonato l’attività politica. Il capo di tutti, l’uomo che fondò e sciolse Lotta Continua, il ragazzo che conquistò gli intellettuali e sedusse una generazione, Adriano Sofri, ha scontato quindici anni di carcere per un omicidio per il quale si è sempre dichiarato innocente. ​U​n documentario di valore su un'epoca storica su cui è importante informarsi e capire.




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