May December
regia di Todd Haynes (USA, 2023)
storia e sceneggiatura di Samy Burch
collabora allo script Alex Mechanik
distribuzione: Netflix
genere: commedia drammatica
durata: 1h57'
con
Julianne Moore nel ruolo di Gracie, una donna adulta che si innamorò e sposò un ragazzo tredicenne, la storia del film si svolge vent'anni dopo quei fatti
Charles Melton nel ruolo di Joe Yoo, il giovanissimo marito di Gracie
Natalie Portman nel ruolo dell'attrice e entertainer televisiva Elizabeth, ingaggiata per interpretare il ruolo di Gracie in un film in lavorazione
Il titolo del film si riferisce a un antico proverbio ottocentesco della lingua inglese, a May–December romance è riferito a una relazione sentimentale tra due persone con una consistente differenza d'età: maggio è la giovinezza, dicembre è l'età matura.
Il film è ispirato a una scabrosa storia vera di cronaca nordamericana del 1996, che ebbe una grottesca eco di scandalo: una graziosa insegnante ultratrentenne si innamorò del suo allievo tredicenne, un nordamericano di origini samoane, e ne fu sedotta. La donna fu condannata per abuso sessuale su minore e trascorse sette anni in prigione, partorì due bambine, figlie del ragazzo. Il giovanissimo partner crebbe le due bambine e, quando la donna fu liberata, il ragazzo, ormai maggiorenne, chiese legalmente la revoca del divieto di avvicinamento della donna a lui e i due si sposarono.
Todd Haynes con questo film dubita che quello fu un lieto fine, una lisi del dramma, e confeziona una commedia drammatica molto interessante e spiazzante.
Il film inizia vent'anni dopo quei fatti: la coppia è ancora sposata e sono molto legati l'uno all'altra. Una profonda crisi strutturale è però svelata quando un'attrice dalla personalità arrivista e narcisista irrompe invadendo la loro vita famigliare con piglio investigativo, allo scopo di trarre indizi e informazioni sulla coppia per un film che si sta realizzando sulla vicenda di cui lei sarà la protagonista.
Il film mostra come l'attrice Elizabeth poco alla volta si immedesimi nella figura della donna che dovrà interpretare, in quello che diviene un vero e proprio transfert psicoanalitico, un transfert negativo, con emozioni di competitività, invidia, gelosia, aggressività passiva e anche molto ambivalenti, fintamente amichevoli e fintamente rispettose.
Devo dire che ho trovato il personaggio di Elizabeth molto, molto fastidioso: è un tipo di donna destabilizzante e un tipo di comportamento infido purtroppo molto diffuso, nella finzione come nella realtà.
Il film si svolge in una casa "perfetta", sul lungofiume di Savannah, Georgia: una casa spaziosa, ben arredata, circondata da un confortevole giardino, esattamente l'ambiente tipico, sia nella letteratura sia nella realtà, dove i sogni si trasformano in incubi. La coppia vive con i due figli adolescenti e due composti setter irlandesi.
Nulla è come sembra e la situazione è soffocante.
Ciascuna delle due donne, protagonista e antagonista, vive in un mondo di bugie: l'attrice Elizabeth ha una relazione clandestina con il suo regista o produttore, sposato, lo apprendiamo durante una vischiosa telefonata di Elizabeth (Natalie Portman) a un interlocutore esterno non visibile; Gracie, una grande Julianne Moore, dal canto suo, è infelice, tra calma piatta e esplosioni di lacrime e depressione. Nulla di quanto Gracie fa risulta credibile, nemmeno il confezionamento di deliziose torte casalinghe rivendute ai vicini, che non le confermano più gli ordini del prodotto. Gracie vive in uno stato di denial inconsapevole, di negazione dell'evidente, impersonando la madre affettuosa e la moglie riguardosa. L'ex-predatrice sessuale, è -emblematicamente- una cacciatrice: in una scena del finale del film, la vediamo andarsene nei boschi intorno a casa con il fucile imbracciato, accompagnata dai due setter, a caccia di volpi. Nella scena, ampiamente metaforica, Gracie rinuncia a uccidere la sua preda, la volpe che era nel suo mirino. Forse sta istintivamente mollando la presa di una relazione matrimoniale che non sta più in piedi? Il marito/padre-bambino, dal fisico massiccio, si porta addosso il ruolo di esotico oggetto del desiderio, l'attore Charles Melton è bravissimo nell'esprimere il disagio della sua condizione esistenziale di prigioniero di una storia che lo ha soverchiato fin dall'inizio. Si dedica teneramente all'allevamento di farfalle, felice di vederle uscire dal bozzolo e di poterle inviare nell'aria libera, segretamente in attesa del momento in cui lui stesso sarà libero.
Todd Haynes è un grande narratore e qui esprime in maniera piuttosto sofisticata la dissonanza tra la felicità propagandata, pretesa, creduta della coppia e invece l'insoddisfazione, le frustrazioni che vi stanno dietro. È come se la storia incontrasse il suo svelamento tramite la creazione del personaggio di Elizabeth, la invasiva attrice che si introduce nelle loro vite.
Assistiamo a una vita, che si svolge negli spazi domestici, impregnata dell'apparenza di un ordinario quotidiano e di dilemmi morali mai risolti; di conversazioni che non vanno avanti e pensieri che non trovano compiutezza.
La donna antagonista prende a imitare le movenze di Gracie e tenta di imitarne la parlata. Ne diviene la sua interfaccia complessa, lo specchio, ma uno specchio deformato. Elizabeth ha una mente labirintica, ci troviamo persi in un inquietante labirinto di specchi deformati come quelli di un luna park.
La lieve balbuzie di Gracie è un altro indizio della sua incapacità di comunicare, (balbuzie che purtroppo nel doppiaggio italiano diventa un insopportabile e ingiustificato difetto di pronuncia della "s").
Anche i due figli adolescenti hanno un dialogo appena abbozzato con i due genitori. Viene mostrato un rapporto vuoto di emozioni e un affetto genitoriale molto convenzionale e di superficie.
La madre Gracie non è supportiva della figlia, di cui critica -nel negozio di abbigliamento dove si recano a comperare l'abito per la festa della Quinceanera- l'aspetto estetico paffuto, svilendola e umiliandola in maniera inconsapevole, fingendo di lodarla perché non si adegua ai canoni di una magrezza irrealistica; il figlio è estraneo.
L'uomo cui la storia è ispirata, Vili Fualaau, si è dichiarato offeso di non essere stato consultato dal regista e dagli sceneggiatori su quella che è la sua storia viva e attuale ("I’m offended by the entire project and the lack of respect given to me – who lived through a real story and is still living it.") Ma il regista afferma di aver dovuto fare tale scelta per motivi legali, per tenere separate le persone reali dalla storia fictional.
Todd Haynes è un regista notevole e con questo film fa anche una stimolante riflessione sul fatto (cfr intervista sul magazine RollingStone dic. 2023) che il corpo del giovane maschio, pur in una società dominata dal maschile, e pur appartenendo al genere dominante, è stato storicamente, fin dall'antichità, oggetto di fissazioni erotiche: non lo è soltanto il corpo femminile e questo -dice- è confusivo perché ci si aspetterebbe maggior potere dal maschile, ma nella giovane età, quel potere, il maschio non lo possiede ancora. ("You can also step back centuries and look at the Greco-Roman boy who was the subject of epic poetry and emperors’ devotional lives around the young, beautiful, teenage male body, and you realize that the young, beautiful male body has played a role. We always think the beautiful, young female body is the object of erotic fixation, and that’s true, but it’s not a surprise that the male body has also played a role in that history, and in many ways, it’s maybe even more subject to confusion because it’s the male body and we endow it with a kind of power in a male-dominated society that it doesn’t really possess yet.")
La colonna sonora, tesa e inquietante, è del compositore e pianista Marcelo Zarvos e contiene espliciti richiami, voluti dal regista, alla musica di The Go-Between (1971) di Joseph Losey, film magistrale la cui vicenda richiama la storia di May-December, dove un adolescente si infatua di una donna matura.
Del regista Todd Haynes abbiamo apprezzato film eccellenti, che contengono riflessioni sui ruoli dei generi, tra i quali:
Velvet Goldmine (1998), bellissimo dramma musicale, la storia queer di un (immaginario) musicista glam rock degli Anni Settanta;
I'm Not There (2007), un inconsueto, affascinante biopic su Bob Dylan in cui sei diversi grandi attori, tra i quali Cate Blanchett, interpretano le diverse fasi della vita del grande songwriter;
il meraviglioso Carol (2015), ancora con una grande Cate Blanchett, storia d'amore, difficile per le convenzioni dell'epoca, tra due donne nella New York borghese degli Anni Cinquanta
il regista Todd Haynes sul set con Charles Melton e Julianne Moore
le persone reali che ispirarono la storia: Mary Kay Letourneau e Vili Fualaau, sposi, insieme alle loro due figlie
Comments