Matteo Garrone ha girato un film bello, premiato alla 80° Mostra del Cinema di Venezia con il Leone d'Argento, totalmente basato su fatti e storie vere.
Io Capitano racconta dell'esodo dal Senegal alla Sicilia di un ragazzo minorenne, lungo il calvario del deserto, attraversato su camion scassati e a piedi per giorni, dei passeur delinquenziali, della mafia libica, della prigionia per nessuna colpa, delle rapine a mano armata che i migranti subiscono lungo il tragitto, delle percosse e delle torture, fino alla disperata traversata del mare, a bordo di imbarcazioni fatiscenti, ammassati ai limiti della sopravvivenza.
Il ragazzo, proprio perché minorenne, viene ingaggiato per condurre la barca attraverso il braccio di mare che da Tripoli arriva alla Sicilia. Minorenne e pertanto non punibile in Italia. In poche parole riceve le istruzioni su come mandare avanti la "carretta del mare" che gli affidano. Con grande fatica e assoluto senso di responsabilità verso le vite umane che sta trasportando, porterà a termine la sua temeraria missione con onore, trasformandosi in un vero e proprio eroe. Accade spesso che un minore sia collocato alla guida di queste imbarcazioni clandestine. La vicenda del film è in realtà la storia vera di Fofana Amara, un adolescente della Guinea, che aveva 15 anni quando gli affidarono una barca con 250 persone a bordo. Per la cronaca, Fofana giunse nel 2014 in Italia, fu immediatamente accusato di essere uno scafista, fece qualche giorno di carcere (per adulti!), poi i giudici compresero che era una vittima del traffico di esseri umani e che la sua era una vicenda di fuga e ricatti e lui non era un organizzatore di questa crudele tratta. Fu accolto in una comunità di Catania, fece due anni di messa alla prova. Prese un diploma, ora vive in Belgio e sta ancora completando le pratiche burocratiche per il diritto di soggiornare e lavorare.
Prima ancora di parlare del film, ho voluto riferire questa storia vera per sottolineare che tutto quello che vediamo nel film, ogni azione, ogni inquadratura è basato sulla realtà, racconta precisamente fatti veri. Come ha detto il regista, in sala a Torino, la migrazione dall'Africa è l'epica contemporanea. Matteo Garrone ha voluto fare questo film per denunciare la violazione dei diritti umani basilari, la terrificante ingiustizia che queste persone subiscono, al punto da diventare schiavi: catturati in Libia, venduti, messi a lavorare duramente senza la minima paga, solo un giaciglio e cibo, eventualmente riscattati per ritrovare una libertà soggetta a ulteriore sfruttamento e violenze. È un film d'avventura, molto ben fatto, commovente, ma non lascia il minimo spazio al pietismo. Ci trasporta dentro il punto di vista di chi, questo viaggio allucinante, lo compie, in questo caso attraverso il Mali, il Niger, la Libia e il Mar Mediterraneo, fino all'Europa. (Altri viaggi sono ancora più pericolosi: è la rotta che, risalendo l'Oceano Atlantico fino alle isole Canarie, lascia in fondo all'oceano un numero ancora più elevato di cadaveri.) Matteo Garrone scioglie i momenti più drammatici della narrazione con l'espediente della favola: visioni oniriche bellissime sono l'elaborazione delle tragedie.
La donna stremata nel deserto, per magica illusione di chi non ha potuto soccorrerla, vola sui territori immensi condotta per mano; una figura angelica trasporta in volo nella notte notizie rassicuranti che giungono nel sonno alla mamma del protagonista.
Il protagonista è il diciottenne Seydou Sarr, premiato alla Mostra del Cinema di Venezia con il premio 'Marcello Mastroianni' per i giovani attori esordienti.
Il co-protagonista è Moustapha Fall, nella parte del cugino Moussa, che parte con lui.
Ci sono molti momenti lirici nel film.
Uno di questi è il meravigliato avvicinamento per mare a una aliena piattaforma petrolifera nel Mediterraneo, una struttura di acciaio che sfugge completamente alla comprensione dei naviganti, una illusione di approdo poi spenta nel buio della notte.
Nella prima parte, il regista ci racconta la vita a Dakar, la bella socialità, le cerimonie tradizionali, i forti affetti familiari, il lavoro. Ci restituisce l'essere persone di questi migranti, che si scontreranno contro un muro di pregiudizi razzisti che tolgono la dignità essenziale.
Il film inizia emblematicamente con un risveglio: il ragazzino si sveglia un mattino in casa, per il felice rumore delle sorelline che giocano. È il prologo metaforico del risveglio al mondo che sta per iniziare, il percorso di transizione all’età adulta che qui è un'odissea.
Le enormi sofferenze che arriveranno sono mal conosciute e sottovalutate.
Un reduce dall'Europa li mette in guardia sul rischio della vita e degli orrori durante il viaggio e anche all'arrivo alla meta: non viene ascoltato.
Un film potente assolutamente da non perdere, girato con grande intelligenza e umanità.
Il film è presentato a una serie di Film Festival internazionali (Venezia, San Sebastián, Los Angeles, Israel, Turkey, Netherlands, Greece, Sweden, Taiwan) e uscirà nel 2024 nelle sale in Spagna, Italia, Portogallo e speriamo sia reso visibile in molti altri Paesi.
English translation (traduzione mia)
Italian director Matteo Garrone made a beautiful film, totally based on true facts; the film was awarded the Silver Lion at the 80th Venice Film Festival.
Me Captain tells the exodus from Senegal to Sicily of an underage boy along the ordeal of the desert crossed on broken-down trucks and on foot for days, at the mercy of criminal smugglers, of the Libyan mafia, risking imprisonment for no fault, armed robberies, beatings and torture. That is all the migrants must suffer along the way, up to the desperate crossing of the sea, aboard dilapidated boats, crowded to the limits of survival.
The boy, precisely because he is a minor, is hired to steer the boat across the stretch of sea that reaches Sicily from Tripoli, Lybia. A minor is not punishable in Italy. In short, he receives instructions on how to run the ship that the traffickers entrust to him. With great effort and an absolute sense of responsibility towards the human lives he is carrying, he will complete his daring mission with honour, becoming a true hero in his own way. It often happens that a minor is placed at the helm of these clandestine boats. The story of the film is actually the true story of Fofana Amara, a teenager from Guinea, who was 15 when he was entrusted with a boat with 250 people on board.
As the director said to the audience when presenting the film in Turin, migration from Africa is the contemporary epic. Everything we see in the film, every action, every fact, every frame is based on reality, it precisely tells true facts. Matteo Garrone made this film to denounce the violation of basic human rights, the terrifying injustice that these people suffer, to the point of becoming slaves: captured in Libya, sold, put to work hard without the slightest pay, in exchange for the chance to survive and just some sort of bed and some food, eventually redeemed to find freedom subject to further exploitation and violence. It's an adventurous film, very well made, moving, but it doesn't leave room for pietism. It shows us the viewpoint of those who make this hallucinating journey, in this case through Mali, Niger, Libya and the Mediterranean Sea, up to Europe. (More such journeys take a different and even more dangerous route: as a matter of fact, there is another route which goes from Senegal up the Atlantic Ocean to the Canary Islands, leaving a higher number of corpses at the bottom of the perilous ocean.) Matteo Garrone alleviates the most dramatic moments of the narrative with the expedient of the fairy tale: beautiful dream visions appear to help the protagonist elaborate the distressing events. The exhausted woman in the desert, as if by magic, flies over the immense territories led by the hand of the kid who was unable to help her; an angelic figure flies through the night to reach the protagonist's mother in her sleep with reassuring news about her son.
The protagonist is eighteen-year-old actor Seydou Sarr, he was awarded the 'Marcello Mastroianni' award for young debuting actors at Venice Film Festival. Moustapha Fall co-stars, in the role of cousin Moussa, who leaves Senegal with him. There are many lyrical moments in the film. One of these is the astonished approach by sea to an alien oil platform in the Mediterranean, a steel structure that totally eludes the understanding of sailors, apparently an illusion of land!, then vanished in the darkness of the night. In the first part, the director tells us about life in Dakar, the beautiful socialness, the traditional ceremonies, strong family affections, humble work, committed workers. He shows these migrants-to-be as persons, as people who will soon clash against a wall of racist prejudices, which will take their fundamental dignity away. The film begins emblematically with an awakening: the boy wakes up one morning at home to the happy noise of his little sisters playing. It is the metaphorical prologue of the awakening to the world that is about to begin, the transition to adulthood, which will be an odyssey. The enormous suffering that will come is poorly understood and underestimated. A veteran from Europe warns them about the risk of death and extreme horror during the journey and also upon arrival at the destination: he is not listened to.
For the record, Fofana, the real life kid who made this journey in 2014, made it to Italy, was immediately arrested and accused of being a smuggler, spent a few days in a prison (for adults!), then the judge understood that he was a victim of human trafficking and that he had run the boat as a way of escaping blackmail and he was not a mastermind of this cruel trafficking. He was welcomed into a immigrant community in Catania, Sicily and underwent two years of evaluation from local social services. He attended school and graduated, he currently lives in Belgium and, after nine years, is still trying to complete the paperwork for the right to reside and work.
Me Captain is a powerful film, shot with great intelligence and humanity, it is not to be missed.
The film is presented at a series of international film festivals (Venice, San Sebastián, Los Angeles, Israel, Turkey, Netherlands, Greece, Sweden, Taiwan) and will be released in 2024 in theatres in Spain, Italy, Portugal and we hope it will be made visible in many other countries.
il regista Matteo Garrone tra i suoi due attori Seyou Sarr (nella foto a sinistra) e Moustapha Fall
i due adolescenti sul primo autobus, appena partiti da Dakar, in viaggio per conoscere il mondo e con la speranza di mettersi alla prova e utilizzare il proprio potenziale, proprio come è, o dovrebbe essere, un diritto di qualsiasi giovane
the two teenagers on the first bus, soon after leaving Dakar, at the start of a journey to discover the world, hoping to prove themselves in the face of the world's challenges, hoping to unleash their potential, just as every young person should be allowed to do
a piedi attraverso il deserto
walking through the desert for days with no shelter whatsoever
una delle molte scene bellissime del film
one of the many beautiful scenes
Comments