top of page
Writer's picturePlanet Claire

Il Signore delle Formiche di Gianni Amelio (Italia, 2022)

Un courtroom drama ed un film militante per il regista Gianni Amelio. Il Signore delle Formiche, di Gianni Amelio (Italia, 2022)

Il Signore delle Formiche è la dolorosa storia vera della persecuzione giudiziaria ai danni del filosofo emiliano Aldo Braibanti (1922 - 2014), che scontò nove anni di carcere, e dell'altra vittima di questa ignobile vicenda italiana degli Anni Sessanta, il suo amato Giovanni Sanfratello, un giovane locale che, benché maggiorenne -aveva 25 anni e la maggiore età all'epoca si raggiungeva a 21 anni- fu sequestrato dalla famiglia e rinchiuso per quindici mesi nel manicomio di Verona, isolato da qualsiasi contatto con il mondo esterno e sottoposto a una "cura" per "guarire" dall'omosessualità a base di molti violenti ripetuti elettroshock, (pare ne dovette subire quaranta), abuso che gli distrusse il cervello per sempre.

Il filosofo fu accusato di un reato inventato nel 1930 dalla magistratura fascista, il reato di "plagio", (non quello riferito alla appropriazione di contenuti autoriali altrui), bensì lo si accusò dell'assoggettamento psicologico di una persona supposta in condizioni di minore volontà, per i propri fini. Nel diritto penale italiano tale reato fu istituito dal Codice Rocco, stilato dal guardasigilli di Mussolini Alfredo Rocco, e poi cancellato dal nostro ordinamento, in quanto incostituzionale, soltanto nel 1981, con una battaglia del Partito Radicale, (da cui l'immagine-santino di Emma Bonino oggi, che Amelio ha voluto inserire nel film per gratitudine e omaggio).

Il dramma giudiziario è stato presentato in questo settembre 2022 al 79° Film Festival di Venezia e contemporaneamente nelle sale cinematografiche nazionali. Film importante, ricco e complesso, lo consigliamo vivamente.

Gli interpreti sono tutti ben scelti e di meraviglioso talento. Luigi Lo Cascio, colto e concentrato, è il mite e composto Aldo Braibanti, uomo che sfugge a ogni prevedibile etichetta, quasi un eretico e certamente un pensatore indipendente ed enigmatico, che anche nell'aula del tribunale oppone il suo silenzio e la sua civiltà alla roboante arroganza degli accusatori. Leonardo Maltese è il suo giovane innamorato, un attore esordiente, 'reclutato' in zona, bravissimo nell'emozionare anche il pubblico, che -dice Amelio- "resterà nella memoria degli spettatori". Il regista aggiunge al cast un personaggio in più: il cronista de L'Unità, il perfetto Elio Germano, che ci veicola con giusta misura l'indignazione e l'amarezza per questo terrificante episodio della storia della società italiana. È un attore che stimiamo moltissimo, in particolare dalla sua interpretazione di Giacomo Leopardi ne Il Giovane Favoloso di Martone (2014).

La madre del giovane Sanfratello mostra meravigliosa bravura, ha le physique du rôle, il portamento, le espressioni, una presenza scenica molto importante: è la cantante lirica Anna Caterina Antonacci, soprano, che qui non canta e veste i panni della madre bigotta, la cui ottusità fa immenso e irreparabile danno. Anche la madre del filosofo, l'attrice Rita Bosello, è un personaggio essenziale; dolente e dignitoso, anch'esso realizzato con sapiente misura.

Molto naturali e mai eccessivamente caricati gli accenti regionali, alcuni spontanei, di attori locali, altri riprodotti con molta abilità e garbo.

La fotografia, a cura del figlio Luan Amelio, è molto bella e restituisce perfettamente l'aria dell'epoca.

A volte il film ricorre a un po' di facile e non necessaria retorica, come ad esempio nella scelta delle note dell'Aida sul sottofondo dell'incontro finale tra Braibanti e il giovane, tra fini e scoordinate spruzzate di gocce di pioggia... Ma sono difetti minori e l'affresco della retriva Italia del Sessantotto e delle forze che cercavano di rivoluzionarla ci consegna un film "storico" forte e ben riuscito.

Aldo Braibanti, oltre che un appassionato studioso della struttura sociale delle formiche, nella quale individuava un ordinamento di alto valore morale, era un grande pensatore e un artista geniale, definito "straordinario" dallo stesso Carmelo Bene, cui Braibanti insegnò quella particolare dizione poetica scandita, che marca con forza le parole, che divenne la sublime cifra stilistica di Bene. Braibanti era marxista, fu coraggioso partigiano antifascista, dirigente del Partito Comunista Italiano, -allora partito operaio- da cui in seguito si dimise per dedicarsi soltanto all'arte. Drammaturgo, saggista, poeta, si interessava altresì alla pittura e alla scultura, al teatro e al cinema sperimentali. Nel torrione Farnese di Castell'Arquato, edificio rinascimentale nella provincia piacentina, diede vita a un laboratorio culturale multidisciplinare, dove con i suoi allievi realizzò una produzione artistica che fu oggetto di mostre internazionali, e collaborò con altri grandi intellettuali del tempo, quali Marco e Giorgio Bellocchio, il musicista Sylvano Bussotti e altri.

Umberto Eco dedicò un dottissimo saggio di analisi semiologica, (Le Parole Magiche, nel volume Sotto il Nome di Plagio, Bompiani, 1969), analizzando il linguaggio dell'istruttoria del processo e della sentenza Braibanti identificando gli abusi del linguaggio connotativo, che falsifica soggettivamente i fatti e, pur di persuadere, scatena una potenza affabulatoria "magica".

I testi originali delle sedute del tribunale furono registrati dalla Cancelleria e il regista Amelio ha attinto da quelle trascrizioni per ricostruire il processo, lasciando integre le dichiarazioni contro l'imputato, in tutto il loro orrore. L'amore omosessuale è definito addirittura "pervertimento demoniaco".

Su questo scandalo giudiziario, nel 2020 fu realizzato un importante documentario da Carmen Giardina e Massimiliano Palmese, (Il Caso Braibanti, Italia, 2020, 64’).

Dopo la condanna, intervennero in difesa dell'intellettuale grandi personalità della cultura: Dacia Maraini, Pierpaolo Pasolini, il già citato Umberto Eco, Elsa Morante, e molti altri.

Con questo film poetico e appassionato Amelio ha detto in diverse interviste di voler combattere il bullismo, l'inciviltà, la cattiveria, la violenza fisica sugli esseri più indifesi, le donne e gli omosessuali; e di voler dare il coraggio di combattere per i propri diritti e di affermare la propria identità a chi non lo riesce ancora ad avere.




Luigi Lo Cascio interpreta un composto filosofo Aldo Braibanti. Braibanti era un mirmecologo e studiava la complessa società delle formiche individuando in essa valori molto alti.



L'esordiente Leonardo Maltese, emiliano, interpreta l'altra vittima di questa orribile vicenda, il giovane Giovanni Sanfratello, rinchiuso in manicomio per la sua omosessualità e sottoposto a una violenta "terapia" elettroconvulsivante.




il regista Gianni Amelio sul set de Il Signore delle Formiche


Elio Germano è un personaggio fictional, un'addizione del regista rispetto ai reali fatti storici, cronista de L'Unità



La madre di Aldo Braibanti interpretata dalla bravissima Rita Bosello



misura e intelligenza per Luigi Lo Cascio (qui in conferenza stampa a Venezia)




la soprano Anna Caterina Antonacci, qui a Venezia, che nel film non canta, ma interpreta con grande bravura e perfetta presenza scenica la figura della madre che trasformerà il suo figlio più giovane in una vittima orrendamente sacrificata al pensiero bigotto reazionario



14 views0 comments

Recent Posts

See All

Comments


bottom of page