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Writer's picturePlanet Claire

Festival de Cannes (fuori concorso): Le Deuxième Acte di Quentin Dupieux (France, 2024)

Updated: May 21

durata: 1 h 20'


Il parigino Quentin Dupieux è un regista interessante.

Avevamo già visto il suo dodicesimo lungometraggio Yannick, fuori concorso al Torino Film Festival del 2023, una buona commedia ironica e insolita, di cui ti invito a leggere qui la mia recensione.


Il nuovo lungometraggio di Quentin Dupieux Le Deuxième Acte è stato presentato fuori concorso al Gala d'apertura del 77° Festival di Cannes il 14 maggio 2024, una serata molto prestigiosa per questo regista "veloce", che ha un'idea dopo l'altra e le realizza in pochissimo tempo di lavorazione.

Il film esce subito in Francia e nei paesi francofoni, per le sale d'Italia bisognerà aspettare.


Dupieux realizza film abbastanza brevi e si ferma prima che i suoi brillanti giochi di incastro stanchino lo spettatore. I suoi personaggi sono goffi, ridicoli, di una stupidità sconcertante e per questo nettamente comici. Fanno riflettere sul mondo dello spettacolo e in generale sulla contemporaneità.


Le Deuxième Acte è una nuova commedia dove ogni personaggio si presenta ancora una volta in modo totalmente autoironico. Anche questo è un film di dialoghi, di parole, con una ambientazione essenziale, scarna. Giusto un paio di gag e un colpo di scena finale, cui i personaggi paiono reagire con uno sconcerto singolare, che assomiglia stranamente all'indifferenza.


Dupieux ha attratto attori importanti: la deliziosa Léa Seydoux, l'elegantissimo Vincent Lindon, l'affascinante Louis Garrel e il protagonista di Yannick, il bravo Raphaël Quenard.


La storia è commedia dentro la commedia, anche questa volta, come già in Yannick: qui è film nel film e Dupieux esprime un punto di vista sarcastico sull'incongruo mondo attuale e sul suo cinismo spiazzante.


La messa in scena di Dupieux ci mette ancora una volta intenzionalmente di fronte a un abbozzo di trama di commedia degli equivoci molto convenzionale, facile e mediocre, sulla quale ironizzare. Ma qui i confini tra realtà e finzione e finzione della realtà e realtà della finzione si confonderanno, come in un gioco di scatole cinesi.


Due amici trentenni chiacchierano mentre camminano su una strada di campagna anonima, opaca sullo sfondo, priva di qualsivoglia risalto. Il loro dialogo è fitto. Il bel David (Louis Garrel) vuole convincere Willy (Raphaël Quenard) a sedurre la sua ragazza Florence (Léa Seydoux) che lo pressa fastidiosamente e di cui non è innamorato. Willy resta sospettoso, è un giovane del popolo molto sveglio e reattivo e non capisce perché, se Florence è di una bellezza "sublime" e dolce, affettuosa, di buona famiglia, l'amico gliela voglia rifilare...

Nella scena successiva, vediamo un altro duo, la ragazza Florence con il suo importante padre, il banchiere Guillame (Vincent Lindon) che parlano animatamente.

Le due coppie arrivano a un ristorante sperduto in campagna. Il ristorante si chiama "Le Deuxième Acte".

A fine film le due coppie saranno scambiate, mentre si allontanano di nuovo a piedi dal ristorante Le Deuxième Acte facendo ulteriori chiacchiere.

I personaggi sono attori e stanno recitando in un film.

Ci sarà poi un quinto personaggio, il cameriere Stephane, disperato e nevrotico, interpretato da Manuel Guillot.

Florence vuole presentare David, che crede/vuole sia "l'uomo della sua vita", al padre; l'amico Willy sbaglia le battute e questo avrà conseguenze sul suo salario, Guillaume vuole abbandonare la scena e forse anche la parte, Florence entra in crisi emotiva, ...Il regista del film è l'intelligenza artificiale e il prodotto che ne risulta è un film scadente.


Dupieux fa un film dentro un film, ma non aspettatevi una vicenda, né una vera e propria trama con azioni e accadimenti: il film si concentra sugli attori. Ne espone le piccole vigliaccherie, i narcisismi, l'umoralità, le nevrosi, prendendo un po' tutto quanto in giro. Nei dialoghi entrano temi attuali: il maschilismo patriarcale, le denunce del Me Too, il politicamente corretto, i prodotti mediocri e ripetitivi dell'intelligenza artificiale, le iniquità salariali e un mondo del lavoro che non rispetta più gli esseri umani, l'ambizione per un attore francese di lavorare a Hollywood, i cliché della diva capricciosa e emotivamente fragile, del giovane attore scontroso, del grande attore senior narcisista, ... Molto massacro psicologico vicendevole. E non c'è una morale della storia, fatto tipico di questo regista.


Dupieux rompe fin dall'inizio la "Quarta Parete", quella dal lato del pubblico, o meglio sono i suoi personaggi che la rompono, David e Willy ci guardano già nella prima sequenza e paiono rivolgersi a noi, mentre in realtà si rivolgono alla macchina da presa. Il regista disinnesca la finzione, che pare sopraffatta dalla realtà. Ma poi la realtà, fino all'ultimo, non è quella che sembra. Anzi, la realtà non esiste!, è ancora una volta finzione.

Dupieux è un regista molto giocoso, che si diverte a smontare ripetutamente i meccanismi narrativi, a scomporre le strutture drammatiche. Ha un modo spiazzante di sedurci con la sua creazione, frammentata davanti ai nostri occhi. Intanto, prende le distanze da tutto ciò che è convenzionale, inclusa la nuova morale, già diventata un nuovo conformismo.


Bravissimi gli attori, tutti perfetti: Garrel, Lindon, Seydoux, Quenard e Guillot, capaci di autentica autoironia e di recitare cambiando rapidamente registro, dentro e fuori la finzione (che è una finzione di una finzione).

Un film intelligente e disorientante, che si guarda con divertimento, per un regista d'Oltralpe che il pubblico italiano imparerà a conoscere.





belli e bravi Louis Garrel e Léa Seydoux, due dei protagonisti di Le Deuxième Acte







Raphaël Quenard, pieno di brio, attore dalla forte personalità, che sta conquistando fama, qui in un fotogramma del trailer di Le Deuxième Acte







attore di gran classe, Vincent Lindon














Nella bella cittadina di Cannes, davanti al Palais des Festivals, Boulevard de la Croisette, una colonna Belle Époque porta la pubblicità di questo nuovo film di Quentin Dupieux, di cui tutta la Francia sta parlando.

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