Il regista Giuseppe Tornatore omaggia il grande Ennio Morricone con un film molto importante, molto bello, presentato al 78° Film Festival di Venezia nel settembre 2021, ora in sala: non fatevelo sfuggire.Una cosa molto interessante di questo film sono gli stimolanti commenti di buon livello musicologico sia del Maestro stesso, sia dei tanti musicisti che hanno lavorato con lui. La prospettiva sulla personalità poliedrica dell'artista è completa. Ennio Morricone (1928-2020) era ambizioso, concentratissimo, la sua mente era una immensa fucina di idee, era pieno di commozione nella sua arte, emotivo, altamente intelligente, ironico, saldamente fedele a se stesso e a chi amò. Geniale e prolifico compositore, formatosi al Conservatorio romano di Santa Cecilia, discepolo del compositore Goffredo Petrassi, creò più di 500 colonne sonore, lavorando insieme a registi magnifici, da Sergio Leone a Bernardo Bertolucci, da Gillo Pontecorvo a Luis Buñuel, da Dario Argento a Brian De Palma, da Roland Joffe a Terrence Malick, da Lina Wertmüller a Quentin Tarantino, e via elencando, realizzando un corpus di opere innovative che entrò a buon diritto nella musica del Novecento, abbracciando le musiche colte, la musica sinfonica e la musica contemporanea, in una mirabile commistione con la cultura pop. Se ne è andato a 91 anni, infine riconosciuto per la sua importanza artistica e salutato in tutto il mondo come una star. Le sue composizioni si riconoscono e ricordano per sempre dopo il primo ascolto e raggiungono un pubblico eterogeneo dal punto di vista culturale e privo di confini generazionali. Hanno dato tantissimo al Cinema che hanno servito e per molti dei suoi lavori si può parlare di pura avanguardia. Hanno dato tantissimo anche alla musica pop, in particolare negli Anni Sessanta, quando gli arrangiamenti di Morricone nobilitarono canzoni di musica leggera interpretate da Mina, Gianni Morandi, Gino Paoli, Miranda Martino e tanti altri. E interpretate da songwriters internazionali come Joan Baez, che per lui scrisse le parole per l'inno Here's To You (Nicola and Bart), dedicato alla tragica e iniqua fine degli anarchici Sacco e Vanzetti, per il film di Giuliano Montaldo del 1971 con Gian Maria Volonté e Riccardo Cucciolla. Prima di Morricone, i compositori italiani scrivevano parti orchestrali che seguivano gli accordi della canzone, in una logica di mero accompagnamento. Morricone, attingendo al proprio duttile bagaglio culturale, inventò qualcosa di nuovo e diede alle orchestre molto più rilievo e alle canzonette grande risalto e carattere, inserendo elementi che nessun produttore di musica pop avrebbe mai immaginato di usare fino a quel momento, con suoni e rumori inediti per il genere, addirittura usando la dodecafonia e la musica concreta e compiendo esperimenti d'avanguardia "invisibili" ai non musicologi, ma di grandissima presa sul pubblico. Con i suoi arrangiamenti, Morricone conferiva alle strutture musicali un considerevole valore aggiunto, che andava molto oltre la orecchiabilità della melodia, che pure non veniva mai persa di vista, in una visione grandissima della architettura sonora di ogni brano, di cui aveva una padronanza assoluta e servendosi della propria sbalorditiva velocità creativa. Nella medesima maniera, il Maestro lavorò per il Cinema. Le sue partiture, spesso raffinatissime, hanno racchiuso e accompagnato emozioni, dramma, bellezza, violenza. Hanno presentato perfettamente i personaggi, sottolineandone in particolare le caratteristiche di anti-eroi, e hanno illustrato azioni, attese sospese, colpi di scena. In molti casi, i film stessi non sarebbero stati così notevoli senza la musica di Morricone. In altri casi, film eccelsi furono resi indimenticabili dalle sue musiche. Il Maestro ha espresso grandezza epica, squisita malinconia, romanticismo, nostalgia, seduzione, paura, angoscia, in una commistione di musica alta e musica bassa: usava cori di musica popolare e la presenza di cantanti notevolmente potenti, -la bravissima soprano Edda Dell'Orso fu scoperta proprio dal Maestro Morricone-, chitarre classiche spagnole e chitarre elettriche, inseriva rumori, sonorità straordinarie quale il fischio umano di Alessandro Alessandroni, divenuto un topos, sceglieva strumenti poveri, come l'ocarina o l'armonica a bocca, il carillon, e dispiegava orchestre d'archi, forniva tappeti percussivi travolgenti, componeva madrigali, usava l'improvvisazione jazz, in composizioni strazianti e nevrotiche o iper-intellettuali o in aperture dal sapore mistico e spirituale. Tutto, in un'ansia di ricerca che seppe scardinare le consuetudini musicali e dare risultati sorprendenti, stratificando un'infinità di stimoli. Le sue grandi orchestrazioni hanno raccolto innumerevoli riconoscimenti e sono state infine premiate da un Oscar alla carriera (2008) e da un Oscar per la colonna sonora di The Hateful Eight (Tarantino, 2015). Il film di Tornatore funziona anche come una indispensabile, emozionante antologia del grande cinema italiano, e non soltanto italiano, degli Anni Sessanta e Settanta, così denso di opere memorabili, che dovrebbero essere abbondantemente riproposte al pubblico. Al film collaborano moltissimi musicisti importanti, ciascuno raccontando di Morricone con ammirazione.(L'unica pecca, se vogliamo, nel brillante sfoggio di grandi ospiti, è la inspiegabile e inutile presenza, sul finale, per pochi secondi dell'orrendo Zucchero Fornaciari, un inetto tra tanti grandi musicisti.) Il finale del film è un po' protratto e roboante. Ben comprendiamo il desiderio di Tornatore di conferire al Maestro gli onori che merita, ma pensiamo avrebbe potuto alleggerire, anche per essere più in in sintonia con l'ironico e sobrio personaggio, la cui bellissima storia ci ha narrato.
Nella clip il Maestro Alessandro Alessandroni (1925-2017), chitarra classica solista, il principale collaboratore di Morricone, con il suo gruppo I Cantori Moderni, esegue l'iconico fischio in un live del 2002 https://www.youtube.com/watch?v=I3AFeCKFZl0
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