genere: Fantasy cinema di animazione Pixar durata: 1h 41' Peter Sohn, sceneggiatore, animatore, regista americano, è il regista di Elemental. Lavora ai Pixar Animation Studios dal 2000, ha collaborato a grandi film come Wall-E, The Incredibles, Finding Nemo, Up. Elemental è uscito nell'estate 2023. Il film è autobiografico: Sohn è figlio di genitori immigrati dalla Corea nel 1969. Con la sua mamma andavano al cinema, perché tramite i film riuscivano a comunicare, la mamma non parlava bene inglese e il bambino non parlava bene coreano. Giunti a New York City, i genitori si dovettero adattare a una casa degradata che il padre pagava US $ 75 al mese, mentre affittava anche un carretto con cui andava in giro a vendere hotdog in Manhattan. In seguito, i genitori di Sohn riuscirono a acquistare un negozio di alimentari (un convenience store) nel Bronx. La mamma faceva la cassiera e il papà lavorava 19 ore al giorno sette giorni su sette. Nei momenti festosi, la famiglia di Sohn andava a Chinatown, al ristorante Hop Kee, tuttora aperto. Elemental porta la vera storia della famiglia del regista sullo schermo. Elemental City, la città immaginata nel film, è una metropoli frenetica, con i diversi quartieri di immigrati da tutto il mondo. Le diverse etnie sono rappresentate allegoricamente con le diverse forze della natura: Aria, Terra, Acqua, Fuoco. Ci sono gli abitanti Aria dall'aspetto di nuvole; alberi parlanti e arbusti compongono la comunità Terra; esseri traslucidi e trasparenti dalla forma fluida sono gli abitanti Acqua; ai margini, sotto la veloce monorotaia, si trova Firetown, dove si è radicata la comunità di famiglie di Fuoco, invisa agli altri elementi. È qui che i genitori si stabiliscono per dare, tra molti sacrifici e duro lavoro, alla loro figlioletta Ember l'opportunità di una nuova vita.
La famiglia protagonista, immigrata dalla "terra del fuoco", apre una bottega in un quartiere dall'aspetto asiatico. La scenografia del quartiere di Firetown è ispirata infatti al quartiere newyorkese di Koreatown, una enclave etnica coreana in Midtown Manhattan sulla 32° strada. La piccola Ember trascorre le giornate imparando a gestire il negozio. Nel retrobottega, le donne si appassionano a vecchie soap opera trasmesse dalla tv, mentre la madre di Ember fa letture divinatorie per le coppie che vogliono sapere se sono compatibili. La compatibilità è infatti la chiave della questione. La ragazzina Ember incontra un ragazzo dell'elemento Acqua di nome Wade. Lei scoppia in rabbie infuocate, lui si scioglie in pianti acquosi. Le loro emozioni sono in linea con l'elemento che li caratterizza. Naturalmente, Fuoco e Acqua non sono una combinazione compatibile, ma la magia dell'animazione riuscirà a far funzionare l'amore. Ci sono scene colorate carine: in una scena, Ember mostra come può cambiare i propri colori e quelli del paesaggio con i suoi "effetti speciali", il potere del fuoco, correndo su un percorso di cristalli variopinti; Wade risponde scivolando sull'acqua del fiume e giocando con la luce per far comparire un arcobaleno sopra la nebbia.
E ci sono tanti esempi allegorici di micro-aggressioni e di molestie a sfondo razziale con insulti razzisti appropriati agli elementi ("windpuff", fireball"). Ember racconta di quando suo padre la portò a Elemental City da bambina per vedere il Giardino di Vivisteria, e un cartello sul cancello diceva "Vietato l'ingresso alla gente Fuoco", mentre la gente degli altri Elementi gridava loro "Tornate al vostro Paese!" Nel film, la famiglia del Fuoco di Ember disapprova che Ember si stia innamorando del ragazzo Acqua. Sohn dice che quella tensione tra i due gruppi etnici riflette la sua esperienza personale: "Mi ero innamorato di qualcuno che non era coreano", dice, "Sono cresciuto in una famiglia in cui mi dicevano di sposare una coreana. C'era molta pressione su questo. Ma mi ero innamorato di una ragazza Italian-American."
Le ultime parole della nonna del regista, prima di morire, furono "Sposa una coreana." Nel film, la nonna di Ember sussurra "Sposa un Fuoco" prima di scomparire in una nuvola di fumo e così morire. "Lo scontro culturale, che nel film è rappresentato in modo un po' giocoso e divertente, e anche le cose più drammatiche che avvengono" -aggiunge il regista- "sono ispirati a fatti della mia vita."
In Pixar ci fu anche una open call allo staff numerosissimo di animatori, che furono invitati a contribuire alla sceneggiatura condividendo le loro storie vere di giovani cresciuti in famiglie di immigrati di prima e seconda generazione. Ci sono voluti quasi sette anni per realizzare Elemental.
Durante la lunga produzione del film, entrambi i genitori di Sohn, che hanno così fortemente ispirato il film, sono morti, dunque prima di vedere il film finale. "C'è un po' di loro che sarà in questo film per sempre.", ha detto il regista.
Fare questo film lo ha aiutato a elaborare il lutto, a chiudere quel ciclo e a rinsaldare le sue radici coreane.
Elemental è un film sulla famiglia, sulla pressione che la società tradizionale mette sugli immigrati di prima e di seconda generazione, sul razzismo, sull'innamorarsi, sul cercare e trovare connessioni.
Il cast vocale originale è molto brillante e fa entrare lo spettatore in modo divertente e azzeccato nel lessico di ciascun personaggio.
Purtroppo non si può dire lo stesso del doppiaggio italiano che appiattisce moltissimo e svuota di contenuti il film.
Rispetto ai capolavori del Cinema d'Animazione che cito all'inizio dell'articolo, Elemental manca un po' di incisività e di fascino, pur offrendo alcuni momenti fantastici e animazioni notevoli. Spero davvero che gli iconici Pixar Studios trovino una via d'uscita dalla crisi aziendale che li ha colpiti negli ultimi anni.
Ma con Elemental è bello che i giovanissimi, (il film è ideale per ragazzini e ragazzine tra i 10 e i 16 anni), vedano questo tipo di storie e comprendano il valore del cercare connessioni amorevoli anche con chi è strutturalmente differente da noi e capiscano che è possibile.
il regista Peter Sohn
la ragazzina protagonista Ember, elemento Fuoco
Ember con il suo innamorato Wade, elemento Acqua, allegoria di una unione multietnica
il padre del regista fotografato negli Anni Settanta davanti al suo negozio nel Bronx,
la storia del film è autobiografica
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