Il nuovo Diàbolik è un film italianissimo.
Chiaramente prelude al sequel: sono già in lavorazione il secondo e il terzo film.
Il film è godibile e sceglie la strada apprezzabile della ricostruzione filologica: molto rispettoso della graphic novel, con inquadrature realizzate con tanti particolari e dettagli, che rimandano esattamente alle vignette originali; un uso frequente dello Split Screen, proprio come nella impaginazione del fumetto.
Affascinante l'estetica Sixties con colori non-colori che evocano il b/n originale degli albi; un aspetto che troviamo molto interessante riguarda le figure femminili che recitano e occupano lo spazio della scena esattamente come nei B Movies anni Sessanta; i baci sono dati a bocca chiusa e viso fermo proprio come all'epoca; "teneri" gli agenti di polizia in bella divisa d'antan che agiscono con tutt'altra velocità (cioè lentezza) rispetto ai polizieschi contemporanei cui siamo abituati.
Soltanto a Eva Kant viene dato uno spazio maggiore, più adeguato alla nostra epoca, come si conviene, così diventa personaggio più centrale nelle azioni rispetto alla trama originaria.
Validi e seducenti i protagonisti, i grandi Valerio Mastandrea (l'Ispettore Ginko) e Luca Marinelli (Diabolik), già eccellente in Martin Eden di Pietro Marcello (2019), che però, con il suo stile pensoso e una considerevole fissità, ci restituisce un Diabolik molto più 'scienziato', fisicamente molto rigido e meno acrobata, il che è un errore, rispetto al personaggio pensato dalle Sorelle Giussani; l'attrice Miriam Leone si riscatta, compiendo un notevole upgrade di carriera e qui performa una bella e brava Eva Kant; Roberto Citran è il direttore del Grand Hôtel.
Il film è promosso anche dalla mostra 'Diabolik alla Mole' presso il Museo del Cinema di Torino (fino al 14 febbraio 2022), mentre al Museo dell'Automobile di Torino (fino al 6 marzo 2022) è in esposizione la mitica Jaguar-E type di questo criminale fictional, ispirato ai fatti di cronaca di un mondo dell'altro ieri ormai scomparso.
Buone - ben inteso nel contesto- le musiche extradiegetiche di Pivio e Aldo De Scalzi e pure la canzone originale di Manuel Agnelli La profondità degli Abissi.
Nelle foto: la locandina della mostra alla Mole Antonelliana
le sorelle milanesi Angela e Luciana Giussani, creatrici nel 1962 della graphic novel che divenne famosa in mezzo mondo
i Manetti Bros., fratelli romani, che emersero proprio al Torino Film Festival nell'ormai lontano 1997 con Torino Boys, un film su un gruppo di immigrati nigeriani, che ora si può vedere (o rivedere) interamente su YouTube
gli attori protagonisti
la mitica Jaguar E-type
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