regia di Justine Triet
anno di produzione 2023
nazione Francia
genere thriller giudiziario / court drama durata 151 minuti data di uscita nelle sale italiane 26/10/2023 Anatomie d'une Chute (Anatomia di una Caduta / Anatomy of a Fall) è un film bello e intelligente. La narrazione ha uno sviluppo avvincente, la sceneggiatura non è mai didascalica. I dialoghi sono raffinati e intellettuali, direi cerebrali.
Nessuna lungaggine, nonostante la durata di due ore e mezza: è un thriller intrigante raccontato in maniera molto contemporanea.
E' la storia di una caduta e di una morte, emblematica della caduta e della morte di una relazione matrimoniale.
Il titolo del film richiama Anatomia di un Omicidio (Anatomy of a Murder) di Otto Preminger, famoso court drama degli Anni Cinquanta. Questa è una storia raccontata dal punto di vista femminista di Justine Trier, la regista che con quest'opera il 27 maggio scorso ha vinto la Palme d'Or del 76° Festival di Cannes. La trama La scrittrice di origine tedesca Sandra Voyter, (una magistrale Sandra Hüller, che pare non abbia vinto il premio per Migliore Attrice Protagonista soltanto perché il regolamento del Festival di Cannes impedisce di attribuire due premi a una stessa opera), è un'autrice di successo; il marito francese Samuel Maleski, (l'attore Samuel Theys), è un insegnante e scrittore irrealizzato; il loro unico figlio undicenne Daniel è ipovedente in seguito a un drammatico incidente, un bambino dalle capacità intellettuali e emotive eccezionali, che esprime con una sorta di vibrazione malinconica, (l'attore parigino quindicenne Milo Machado Graner).
Sarà lui il deus ex-machina della vicenda. I tre, lasciata Londra, vivono da un anno in una baita isolata in montagna, il luogo dove il marito è nato e cresciuto, nella Vallée de la Maurienne, sulle Alpi savoiarde, nei pressi di Grenoble. Un giorno, Samuel è trovato morto davanti alla casa, volato giù dal solaio della baita, con una profonda ferita alla testa. Viene aperta una inchiesta per morte sospetta. La moglie è ben presto incolpata, si avanza l'ipotesi dell'omicidio. Tutti i personaggi e anche gli spettatori sono lasciati nel dubbio sulla realtà dei fatti fino all'ultimo momento (e oltre). Il marito ha rinunciato a scrivere per assumersi il compito di homeschooling del figlio, ma in realtà come scrittore era privo di ispirazione e concretezza creativa. Sordamente rinfaccia alla moglie un minore impegno nelle fatiche domestiche e educative; e rinfaccia a lei anche la sua maggiore riuscita professionale, che considera frutto di un egoismo. Un anno dopo, il figlio Daniel assiste al processo in tribunale in cui è imputata la madre, un processo molto aggressivo che si trasforma in una dissezione spietata e molto cruda della vita della coppia e soprattutto nella costruzione forzata di violente accuse moralistiche convenzionali alla donna, formulate dal pensiero tradizionale che prevede per l'uomo e la donna nella coppia ruoli prestabiliti, mancando ai quali la scrittrice diventa automaticamente una 'cattiva' moglie e il bersaglio di tutti i sospetti. Sarà il figlio Daniel a determinare da solo l'esito del processo, compiendo una scelta.
- - - La donna protagonista è una figura complessa, fuori dal comune, mutevole, che non suscita particolare empatia e non corrisponde ai cliché dell'eroina che ti conquista e per la quale fai il tifo. La regista Justine Triet non ce la propone nemmeno come vittima. È una donna potente, anche se fragile e disorientata. Una madre sensibile che resta autonoma. Una moglie che non crede nella convenzionale ripartizione dei ruoli sociali e familiari.
Dice la regista: "Sandra Hüller è l'attrice perfetta per rappresentare la complessità di questo personaggio: una donna che viene giudicata per la sua indipendenza, la sua sessualità, la sua abilità creativa, qualità considerate sospette quando esibite da una donna." La regista è da tempo attiva nel movimento femminista; partecipa alla fondazione del Collectif 50/50 nel 2018 e all'associazione femminista Le Deuxième Regard per promuovere l'uguaglianza salariale e la presenza femminile nei mestieri del Cinema. Nel momento in cui riceve la Palme d'Or, Triet la dedica alle giovani registe che cercano il loro posto in questo ambiente, sollecitando il governo francese a mantenere i finanziamenti pubblici alle arti, criticandone l'approccio mercantile alla cultura. Il film è scritto in collaborazione con il marito Arthur Harari, regista e sceneggiatore francese. Triet ha detto che "non le interessa essere una coppia di autori", il fatto che abbia scritto con il marito due sue opere (anche Sybil del 2019) non deve essere considerato come una indicazione programmatica per il futuro.
Il film è parlato in inglese e francese, perché la protagonista, che non parla bene francese, ha voluto all'interno della coppia una lingua franca, l'inglese appunto, perché nessuno dei due partner fosse forzato a utilizzare la lingua straniera dell'altro. Il film si destreggia molto bene tra le due lingue, con uno script fine e acuto. Interessanti le citazioni dai romanzi della scrittrice, che si vorrebbe avvalorassero le tesi dell'accusa. La colonna sonora ha una caratteristica notevole e molto rara: il film è completamente privo di musica extradiegetica, scelta molto personale della regista. Ascoltiamo infatti soltanto brani presenti all'interno della narrazione, che provengono dall'interno della storia. Oltre ai vari preludi di Chopin, spiccano questi due brani: P.I.M.P. de Bacao Rhythm & Steel Band, la reprise strumentale della canzone del rapper 50 Cent mutuata in una chiave jazzy tropicale con i ritmi di una allegra steel band, versione che a me personalmente non piace, anche se comprendo la scelta della regista che voleva per contrasto un pezzo forzatamente allegro a annunciare e far da sottofondo alla sua tragedia; Suite n. 1 Op. 47, Asturias, interpretata al piano dall'attore Milo Machado Graner, intensa e famosissima pièce per pianoforte del compositore ottocentesco spagnolo Isaac Albéniz, usata qui per esprimere la rabbia crescente del ragazzino.
Un dramma girato con efficacia e sobrietà, la cui chiave di lettura va trovata nella concezione femminista dell'autrice.
L'attore parigino Milo Machado Graner interpreta il figlio ipovedente della coppia
L'attrice tedesca Sandra Hüller interpreta la moglie sotto accusa di omicidio
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