regia Andrew Haigh
montaggio Jonathan Alberts
direttore della fotografia Jamie Ramsay
colonna sonora originale della compositrice Emilie Levienaise-Farrouch
titolo italiano: Estranei
durata: 1h45'
Il film ha fatto incetta di primi premi meritatissimi, (British Independent Film Award, National Society of Film Critics Award, Critics Circle Film Award) per miglior film, miglior sceneggiatura, migliori attori, miglior editing, migliore fotografia, migliore colonna sonora. Ha commosso alle lacrime critici e pubblico. Io ho versato fiumi di lacrime.
È un film che mischia molti generi tutti insieme: film romantico, film drammatico, film del genere fantastico/paranormale, con tocchi horror, melodramma, è anche un po' un thriller che si svela poco per volta; ed è un film molto, molto contemporaneo.
Esce in Italia il 29 febbraio 2024, a Torino lo possiamo vedere al Cinema Reposi, che ha offerto la sala per l'anteprima nazionale del 27 febbraio 2024, nell'ambito delle attività di avvicinamento al 39 Lovers Film Festival, che si svolge a Torino al Cinema Massimo e alla Mole Antonelliana Museo Nazionale del Cinema dal 16 al 21 aprile 2024. Va detto che il Lovers Film Festival torinese di Cinema a tematica queer ogni anno porta in anteprima pre-festival film bellissimi.
ALL OF US STRANGERS di Andrew Haigh è un film bellissimo a partire dal titolo, che parla della impossibilità di comunicare autenticamente con le persone che ci stanno vicino e che amiamo.
È la storia, emotivamente straziante e raccontata con immensa bravura, di un amore (forse) trovato e di un passato traumatico.
Interpretato dall'eccellente Andrew Scott (nel ruolo di Adam) e dall'ottimo Paul Mescal (nel ruolo di Paul), è un film capolavoro: splendido, sconvolgente e di raffinata e impeccabile fattura.
Andrew Scott interpreta uno sceneggiatore alle prese con un copione tratto dal suo passato. Lo scrittore si incaglia dopo la prima riga: "Esterno giorno, casa suburbana londinese, 1987". La sua vita un po' si è fermata a quel momento e poco alla volta capiremo perché.
Nella prima scena, il suo volto è riflesso nelle finestre dell'appartamento in stile contemporaneo mentre osserva il crepuscolo londinese, assorto, senza quasi vedere il cielo spalancato sotto il suo sguardo, un cielo ammassato di nuvole di un blu profondo e scuro come il dolore stesso.
Adam si immerge nella musica della sua infanzia, le hit del queer pop Anni Ottanta, dai Pet Shop Boys ai Frankie Goes to Hollywood.
Cerca ricordi di un passato piuttosto remoto e pare scollegato dal resto del mondo di adesso, nel suo appartamento inanimato, in un condominio moderno quasi disabitato, (inquietante come un condominio di un film horror giapponese), in un quartiere semi-deserto.
Spoiler alert: da qui in poi, il mio articolo contiene inevitabili spoiler. Per favore, leggete questa parte dopo aver visto il film.
Profondamente personale, anche se non esattamente autobiografico. Dice il regista britannico, i cui genitori sono ancora viventi: “It was that very central idea of meeting your parents again after they've gone. I couldn't get that idea out of my head. It's such an unusual, strange idea, and something that I think we all wish we could do, whether our parents are actually alive or dead." ("Avevo in testa ossessivamente questa idea così inusuale e strana dell'incontrare di nuovo i propri genitori dopo che sono morti. Un'idea che forse molti di noi desidererebbero poter realizzare, sia chi ha genitori ancora viventi, sia chi li ha effettivamente persi.")
Andrew Scott ci porta, anzi ci trascina, in decenni di caleidoscopico dolore e perdita.
Poco dopo, "andiamo con lui" in treno nella vera casa d'infanzia del regista, nella periferia di Dorking, a una trentina di km a Sud di Londra, dove Adam incontra i suoi defunti genitori (interpretati da Claire Foy e Jamie Bell), immutati, non invecchiati, e che vivono ancora esattamente come un attimo prima della loro morte improvvisa, avvenuta trent'anni fa, quando Adam era bambino.
L'uso della vera casa d'infanzia del regista come location per le scene tra Adam e i suoi genitori sottolinea il legame emotivo tra il regista e il materiale della storia.
Soprannaturale, mistery, dramma convergono in questo film perfetto, inquietante, intelligente, terribilmente commovente e profondo.
Adam incontra un altro uomo solitario, il vicino di casa Harry, che cerca compagnia. Giorno dopo giorno, il legame tra Adam e Harry pare costruirsi nella ipotesi di una relazione bella, di un futuro insieme. I due uomini si avvicinano in scene che mostrano la scoperta reciproca dei corpi, girate con un garbo visivo e tenerezza dal direttore della fotografia Jamie Ramsay.
Adam è ripetutamente riportato al passato, al trauma irrisolto della sua infanzia. Il tempo, infatti, non guarisce tutte le ferite. Al contrario, le rende più profonde e debilitanti.
Ma se Adam non riesce a scrivere il momento in cui i suoi genitori sono stati uccisi in un incidente d'auto, può, grazie a un metafisico mistero, farsi conoscere da loro nella sua versione adulta, ora che è un uomo gay e non più il bambino vittima di bullismo che loro ricordano.
"Dicono che la vita di un omosessuale sia una vita molto solitaria", gli dice la madre, con le labbra serrate da una controllata preoccupazione, mentre ricalibra la visione del futuro del figlio dopo che lui si è dichiarato omosessuale.
"In realtà non dicono più così", sbotta Adam, rendendosi conto lui stesso -mentre parla- che la solitudine è stata l'unica costante della sua esistenza fino a quel momento.
All of Us Strangers mostra una generazione di persone queer in lutto per l'infanzia che non ha mai potuto avere. E ci dice che il rischio di quella solitudine profonda c'è tuttora e a volte possono esserci conseguenze tragiche.
Il film racchiude due misteri, che -come in un giallo- vengono svelati poco alla volta.
La squisita e delicatamente percettiva sceneggiatura è adattata da Strangers (1987), romanzo dello scrittore giapponese di fantascienza e del fantastico Taichi Yamada, che ha collaborato alla scrittura del film.
(È la seconda volta che questo romanzo di Yamada è adattato per il cinema, il primo film era The Discarnates di Nobuhiko Obayashi del 1988, molto diverso).
Haigh ha dato un'impronta molto personale e notevolmente efficace alla storia.
Ci sono temi che collegano questo film ai lavori precedenti di Haigh:
il secondo lungometraggio Weekend (2011), storia d'amore tra due uomini che cercano di entrare in connessione;
45 Years (2015), che io avevo visto quando fu presentato al 65 Berlin International Film Festival, dove Charlotte Rampling e Tom Courtenay vinsero l'Orso d'Argento per la Migliore Attrice e il Miglior Attore, in cui segreti e non detti dal passato riemergono quando viene ritrovato il corpo congelato di una donna amata, morta cadendo in montagna in un crepaccio.
Un film crudo, emozionante e potente, che va visto e rivisto da tutti, (non confinandolo in una tematica gay, perché il film è questo e molto altro ancora), e non dimenticato.
A sinistra Andrew Scott e a destra Paul Mescal, entrambi irlandesi, attori bravissimi.
Andrew Scott, lo abbiamo apprezzato in Black Mirror, nel bellissimo episodio 2 della Serie 5 (2019) dal titolo Smithereens (trad. pezzetti, brandelli), sul tema doloroso della perdita irrisarcibile, del lutto. L'attore irlandese, l'abbiamo visto anche nel divertente ruolo del prete sexy in Fleabag di Phoebe Waller-Bridge (2019) e del combattivo Father Seamus in Jimmy's Hall di Ken Loach (2014) e ancora -perfettamente- nei panni del Professor Moriarty in Sherlock, (serie tv 2010-2017).
Canzoni presenti nella colonna sonora:
The Power of Love di Frankie Goes to Hollywood
She Who Dares (Big Band Original) di Colman Brothers
Johnny Come Home di Fine Young Cannibals
Is This Love? di Alison Moyet
Build di The Housemartins
I Don’t Want to Set the World on Fire di The Ink Spots
I Want a Dog (2018 Remaster) e Always on My Mind di Pet Shop Boys
Promised Land di Joe Smooth
Death of a Party (12″ Death) di Blur
If I Could See the World (Through the Eyes of a Child) di Patsy Cline
Tracce della colonna sonora composta da Emilie Levienaise-Farrouch:
1. Overture (1:50)
2. Harry (2:02)
3. Childhood Objects (1:53)
4. Park (5:25)
5. Come Back Soon (2:45)
6. Remember to Breathe (2:37)
7. You Were Just a Boy (3:42)
8. Always Running Away (3:40)
9. Drifting Over the Edge (5:09)
10. Can I Hug You Now (2:08)
11. Parents’ Bed (8:13)
12. Where Would We Go (2:14)
13. Sleeping in Their Bed (2:35)
14. Always Be Alone (3:35)
15. Whose House Is This (1:40)
16. Don’t Say It (2:26)
17. Diner (4:22)
18. Harry’s Flat (8:06)
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