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Writer's picturePlanet Claire

A RIVEDER LE STELLE di Emanuele Caruso (Italia, 2021)

Updated: Mar 5, 2022

È un progetto della Film Commission Torino Piemonte il docufilm del regista albese Emanuele Caruso con Giuseppe Cederna, Maya Sansa e il dr. Franco Berrino, famoso medico epidemiologo, impegnato per la diffusione di una alimentazione e di uno stile di vita sani e sostenibili.

Si svolge in Val Grande, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola, territorio già protagonista di La Terra Buona (2018) del medesimo regista Emanuele Caruso, di cui citiamo anche E Fu Sera e Fu Mattina (2014), regista di cinema indipendente fatto con passione e originalità di visione.

Il regista ritorna in quel luogo a ragionare sui temi importantissimi del cambiamento climatico.

Si è trattato di una impresa faticosa, un viaggio fatto a piedi in una visione di sostenibilità, un percorso con 5.000 metri di dislivello, e di un un film "leggerissimo" dove la tecnologia è ridotta al minimo, un'opera sperimentale realizzata con due telefoni cellulari iPhone XS Max, in sette giorni, senza contributi statali. Protagonisti, oltre alla valle e alla sua natura, un piccolo gruppo di persone semplici, che si rendono disponibili a fare un percorso, a camminare insieme, scelte dal regista stesso, che si interrogano sul che fare a titolo individuale per proteggere l'ambiente, la nostra Terra. I pernottamenti si sono fatti nei bivacchi, casette non gestite, arredate soltanto con tavolate e qualche sedia, dormendo ognuno sul materassino che s'era portato nello zaino. S'incontra chi in quel luogo selvaggio vive e lavora: i carabinieri forestali, che, con una grande passione per il luogo, si occupano -tra l'altro- della conta dei cervi; Il documentario agisce anche come catalizzatore di attenzione verso il Parco Nazionale Val Grande, che proprio il 2 marzo 2022 compie 30 anni, l’unico parco completamente in territorio piemontese, in una valle un tempo abitata da contadini e pastori, dove ora la presenza umana si è allontanata. Vale altresì come invito a visitare il difficile territorio della Val Grande con il rispetto, la reverenza che il luogo merita. Le tappe sono nei vari bivacchi: alla Colma di Premosello, all'Alpe La Piana, il luogo più piovoso d'Italia, al Mottac, all'Alpe Scaredi, a Capraga. Un viaggio a piedi dunque: il cammino basta a se stesso, ogni viaggiatore, con il proprio corpo e i propri pensieri, il proprio bagaglio di affetti e memorie, cammina qui in una terra liberata dall'uomo, dove il peso dell'uomo è più leggero e meno ingombrante. Il rapporto umano all'interno del gruppetto di persone si coniuga con la relazione con il luogo dalla natura prorompente. Ma il cammino è anche un approfondimento del rapporto con se stessi, un'occasione per entrare dentro se stessi. L'arrivo è l'esito di una introspezione. Giuseppe Cederna commenta infatti che questo viaggio a piedi è stata una esperienza umana e poetica oltre l'esperienza di attore.

"E quindi uscimmo a riveder le stelle" è il verso di Dante che si lascia alle spalle i gironi infernali e con Virgilio si affaccia finalmente a contemplare il cielo notturno stellato. Le stelle simboleggiano la speranza, la tenebra infernale è ormai lontana. Da qui il viaggio dantesco proseguirà verso il Purgatorio, un percorso che, dopo le tenebre della perdizione umana, volge verso la speranza, la luce, la redenzione. Il dr. Franco Berrino, che ama condividere le proprie conoscenze e porsi con umile atteggiamento di Maestro, è un medico illuminato e ricorda che oggi più della metà della popolazione mondiale vive in un territorio urbano, in una città, dunque il contatto con la Terra è il contatto con l'asfalto. Molte persone non vedono mai l'alba, che era una esperienza importante quotidiana fino a poco tempo fa. Cent'anni fa metà della popolazione faceva l'agricoltore, adesso i lavoratori agricoli sono il 4% dei lavoratori e non sono più i contadini di una volta, sono condizionati dall’industria dei fertilizzanti, dei pesticidi, si allontanano sempre di più dalla conoscenza della natura. L'esperienza del viaggio a piedi nella Val Grande riporta al contatto con la Terra: un contatto che ci permette la connessione con l'universo, un senso di appartenenza; che apre piccoli varchi nella nostra coscienza. Il contatto con la Natura è curativo, specialmente in una natura dove non c'è l'uomo: più ci si allontana dalla presenza umana più cresce la consapevolezza di appartenere all'universo.

Ancora il dr. Berrino: "Siamo distratti, siamo negazionisti non per perversità, ma per la distrazione che domina nel mondo di oggi. Non abbiamo più un istante di tempo per riflettere con la nostra testa, non abbiamo un momento libero. L'industria della distrazione, del divertimento è un investimento enorme. Ma io non sono pessimista, penso ci sia la possibilità di far crescere la consapevolezza su quello che sta succedendo e anche su come ci viene rubata la profondità della nostra vita interiore dalla società dei consumi. La società dei consumi ci vuole infelici, perché chi è felice non consuma. Cerchiamo di lavorare per aumentare la consapevolezza, è qualcosa che deve partire dalla gente, le istituzioni lavorano spesso per ottundere la nostra consapevolezza. Ci saranno disastri annunciati, terribili migrazioni dall'Africa, perché il cambiamento climatico causa la fame e la siccità; aumenterà la povertà, con le sue esplosioni demografiche; sono attesi eventi molto drammatici. Lavoriamo nel nostro piccolo per aumentare la consapevolezza che chi governa il mondo apparentemente non ha, -pare che non si rendano minimamente conto-, la gente può fare molte cose per combattere il riscaldamento globale, una delle primissime cose è quella di scegliere il nostro cibo! Scegliere di non mangiare i prodotti degli allevamenti intensivi, usare consapevolmente i mezzi di trasporto, i viaggi aerei, -forse il traffico aereo finalmente si è ridotto-, scegliere un uso consapevole dell'automobile. E andare nella foresta, entrare in comunione con la Natura, il più spesso possibile. Non c'è neve sulle nostre montagne, non c'è più acqua, ci sono incendi di foreste in mezzo mondo, ghiacciai che non si vedono più, scioglimento del permafrost addirittura in Siberia, ... Abbiamo bisogno di vedere che l'acqua non scenda più dal nostro rubinetto per spaventarci e capire? Perché non facciamo più prevenzione? Tutta questa evidenza non è sufficiente a farci cambiare."

Uno dei messaggi di questo film, da intendersi come un seme di consapevolezza, è nella semplice formula: "per qualunque sofferenza della mente, vai a piedi mezz'ora nel bosco come terapia, prendi rifugio nella Natura"; e prendendoci cura della Natura ci prendiamo cura di noi stessi.

A Riveder le Stelle, cui la pandemia aveva bloccato l'esperienza della sala cinematografica, doveva uscire in sala proprio il 5 marzo 2020, e oggi rappresenta anche una occasione di ripartenza significativa dopo ben due anni. Nel frattempo, il regista aveva rifiutato di uscire in streaming.

Il documentario, della durata di 70', è in programmazione al Cinema Reposi di Torino a partire dal giovedì 3 marzo -in prima visione- e fino al 9 marzo 2022. La risposta del pubblico torinese alla prima proiezione è stata molto forte: due sale esaurite. Info e notizie sul sito www.stellefilm.it (clicca sulla foto qui sotto), tramite il quale è anche possibile richiedere di organizzare una proiezione nella propria città. Chi abita in un piccolo centro e pensa di poter usufruire di un circuito culturale prenda contatto per organizzare una proiezione nella propria città! È infatti essenziale una buona attenzione alla distribuzione, per una maggiore visibilità del film.




L'attrice Maya Sansa, il regista Emanuele Caruso, il medico Franco Berrino, la massofisioterapista Stefania Fenoglio, l'attore Giuseppe Cederna: i protagonisti del film, che hanno percorso il viaggio a piedi.

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