A Monte-Carlo "Couleurs!" mostra di celebri opere del Novecento, suddivise tematicamente per colore e corredate da un divertente allestimento di interior design
- Planet Claire
- Aug 15
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Siamo al Grimaldi Forum di Monte-Carlo, venue contemporaneo che fa bella mostra di sé nel quartiere Larvotto della capitale del Principato monegasco, dove è allestita una mostra leggera e godibile, inaugurata l'8 luglio e aperta fino al 31 agosto 2025, pensata per il turista dei mesi estivi, non necessariamente esperto di arte.
Le importanti opere novecentesche sono disposte in cerchio sotto il tema del colore. La mostra, che si intitola appunto "Couleurs!", è elegantemente corredata da allestimenti site-specific monocromatici, curati dalla interior designer arch. Marion Mailaender. che collegano le opere d'arte a oggetti di design.
Le opere pittoriche e pure gli oggetti di design sono prestati dal Centre Pompidou del Beaubourg parigino, museo che sta per chiudere per lunghissimi lavori di restauro, che lo riporteranno, durante varie fasi di cantiere e diversi anni, alla sua vocazione originale di centro pluridisciplinare. Vi ho fotografato e ho scelto alcune tra le molte pregevoli opere in mostra.

In questo excursus tra la pittura del XX secolo, incontriamo l'opera Sechs horizontale Bänder mit je sechs formal gleichen Farbgruppen (1950-69) di Richard-Paul Lohse. L'artista svizzero ha creato sei diverse bande parallele, contenenti rigorosamente la stessa superficie di ciascun colore, per cui il colore diventa un dato matematico quantificabile.
Dalla celebre serie di finestre di Robert Dealunay, tra cubismo e attrattismo, qui vediamo Une Fenêtre (1912). Molto poetico.

Entriamo quindi nel colore giallo, colore gioioso e allegro, cui però in Occidente si è storicamente attribuito un valore negativo, collegato a tradimento, menzogna, invidia infamia, mentre in Cina -al contrario- era appannaggio esclusivo dell'Imperatore, il colore legato al potere supremo, alla sacralità, alla prosperità.

Ne L'Atelier au Mimosa (1939-1946) di Pierre Bonnard, la mimosa supera il reale e diventa gigantesca di un giallo saturato.

L'installazione site-specific dell'arch. Marion Mailaender, presenta, sui toni del giallo, La Salle d'Attente. Tra i vari oggetti iconici, la lampada Lampe Mite (2001) in acciaio e vetro di Marc Sadler.
Passeggiamo poi tra il colore Verde, che oggi si associa primariamente alla Natura e alla sua conservazione.

Per il verde, l'installazione site-specific è La Chambre (La Camera da Letto): tra i vari oggetti a tema, sul ripiano accanto al letto la Basilico Teapot (1972) di Ettore Sottsass


Martial Raysse celebra il verde con La Grande Odalysque (1964), rivedendo in chiave pop le icone della femminilità della storia dell'arte.


Entriamo nel bianco.
La Communiante (1929) di Tamara de Lempicka, di cui la modella -Kizette-, dallo sguardo estatico, è la figlia della artista, in una reinterpretazione inquieta e modernissima della iconografia cattolica. Il mantello è plastico, quasi scolpito, di un bianco accecante.
Natalia Gontcharova
Vase de fleurs blanches (1930-35)
Una natura morta molto animata.
La trasparenza del vaso enfatizza l'opulenza delle magnolie, che arrivano quasi a debordare dalla tela.

Piero Manzoni
Achrome (1959)
il caolino (argilla bianca) è mescolato alla tela pieghettata con effetto materico.


Il rosa è The Laundry Room (la Lavanderia) nell'allestimento di Mailaender. Tra gli oggetti iconici di design, il G-Force vacuum cleaner (1947), aspirapolvere prodotto dal britannico James Dyson; la Applique Negresco (1957), lampada da muro di Martine Bedin; la Lampada Asteroide (1968) di Ettore Sottsass.


La mia passeggiata prosegue con le opere dominate dal colore rosa, colore femminile secondo tradizione, e ho scelto due opere di Lucio Fontana: Concetto Spaziale, La Fine di Dio (1963) e Concetto Spaziale, Attese (1958)


Si entra poi nel rosso, (e il pannello didascalico racconta che fin dal XIV secolo tale colore ha designato i luoghi dove le lavoratrici del sesso esercitano il loro mestiere). Tra le tante opere presenti, intese a rappresentare il rosso, vi mostro:

Henri Matisse
Grand Intérieur Rouge (1948)


Nell'abbinamento rosso organizzato dalla interior designer, è presentata La Chambre d'Ètudiant, dove troviamo -tra gli altri oggetti- la Machine à café di Florian Seiffert KF20 (1972); il Table KS della Kartell (1968) disegnato da Achille e Pier Giacomo Castiglioni; la poltrona Big Soft Easy (1951) di Ron Arad, accanto al tavolo.



Andiamo a vedere il blu, magnificamente rappresentato dall'opera di Yves Klein, rivoluzionario artista concettuale, scomparso prematuramente, spento improvvisamente dalla sua stessa intensità creativa. In mostra c'è IKB 3 Monochrome Blue (1960), una delle sue opere monocrome realizzate con un blu intenso, che lui stesso brevettò proprio nel 1960 con il nome di International Klein Blue (IKB): un blu oltremare profondo, vibrante, quasi immateriale, che non riflette la luce come un colore normale. Questo effetto speciale fu ottenuto usando un pigmento puro legato con una resina sintetica trasparente (Rhodopas M), che Klein si fece realizzare dal laboratorio Rhône Poulenc, in collaborazione con il colorificio Édouard Adam. Per Klein, il gesto concettuale della appropriazione di un colore faceva parte della sua ricerca di trasfigurazione degli elementi: queste opere non hanno figure, soggetti, narrazione. I suoi IKB sono un invito a entrare nel blu e a perdersi in esso.

Tra le molte opere dove domina il colore blu presenti al Grimaldi Forum, ecco Vassilly Kandinsky con le sue creature fluttuanti nel celeste.

L'ultimo affascinante ambiente di casa ricreato per la mostra è Le Garage. Sulla destra potete notare l'Horloge (1924) di Jean Arp


Concludo con scatti delle sofisticate prospettive geometriche che collegano l'area centrale del "disco cromatico", dove sono stati creati gli ambienti di design, con la "corona" dei capolavori dell'arte moderna.



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