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Writer's picturePlanet Claire

The Little Mermaid di Rob Marshall, (USA, 2023)

THE LITTLE MERMAID di Rob Marshall, (USA, 2023) uscirà a maggio 2023 per Disney, non sarà un cartone animato, ma un live-action con attori veri e non in voce. Javier Bardem è King Triton

il 9 settembre 2022 la Corporation ha rilasciato il teaser trailer

«La multinazionale della nostalgia più famosa al mondo meglio conosciuta come la Disney ha rilasciato il primo trailer ufficiale de La Sirenetta. Tuttavia, i sommelier dell'accuratezza dei live action Disney e i Fasci in difesa della memoria dell'infanzia degli anni Novanta non riescono proprio a mandare giù l'idea che la loro tanto amata sirenetta bianca, nel 2023 sarà interpretata da un'attrice NERA.

Non voglio nemmeno ritornare sulla polemica di quanti, nel tentativo di nascondere il loro sincero e genuino fastidio razzista, si arrampichino sugli specchi improvvisandosi esperti del folklore danese, o della mitologia greca perché le sirene nel folklore africano, esistono.

Ma, sul Fantasy e la presenza dei neri in ruoli immaginari o folkloristici in particolare, si consuma una battaglia culturale per la supremazia della "fantasia bianca" che vuole restare bianca e libera di essere ariana e felice, in un mondo che cambia e che sta mettendo in dubbio il ruolo della bianchezza come unità di misura di tutto ciò che sembra normale e non "forzato".

È da queste cose che si capisce quanto il nostro sguardo sia stato plasmato dalla bianchezza. C'è sempre stato un ordine. I bianchi per primi. Poi tutti gli altri da contorno. Ma nessuno dei detrattori della Sirenetta nera, ad oggi, avrebbe il coraggio di ammettere che è questo disordine nell'immaginazione bianca a spaventarli per davvero. E non la poca fedeltà ad un racconto di pura fantasia. Ed è proprio da questo punto che prende forma 'sto fastidio mostruoso nel vedere gli attori neri fuori dai ruoli tradizionali che i bianchi hanno sempre confezionato per loro come i criminali, i sottoproletari, gli schiavi o i simpatici buffoni sboccati.

Nella Storia dell'Occidente si è reso necessario sbiancare molti Santi e addirittura Gesù Cristo stesso e la Madonna, per fare sì che la loro immagine mediorientale o africana, potesse essere più digeribile e vicina alle fantasie dello sguardo bianco europeo. E non ci siamo fatti alcun problema ad accettarlo. Milioni di persone in giro per il Mondo credono che Dio abbia l'aspetto di un uomo bianco anziano e che suo figlio abbia i capelli biondo cenere e due occhioni azzurri da fare arrossire chiunque. Abbiamo accettato che il creatore dell'universo fosse bianco. Anzi, ce lo hanno imposto, soprattutto in Africa, cercando di sradicare divinità millenarie che ci somigliavano molto di più. Abbiamo accettato anche questo. Il Mondo intero ha, come esempio di bellezza da inseguire, quello della bianchezza. Il volume di affari raggiunto dalla vendita di prodotti cosmetici e procedure estetiche di "sbiancamento" di pelle e fattezze che vengono definite "etniche" si aggira intorno al miliardo di dollari annui. Perché bianco è bello e su questo non si discute. Ma se la Disney si azzarda a fare il remake della Sirenetta alterandone il colore della pelle, e riadattando una storia per bambini a quelle che sono le esigenze dei bambini di oggi, quello no. È inaccettabile. Assurdo e osceno. Eppure io sono stata una bambina e ho amato la Sirenetta così com'era. Bianca. Ma la bambina che vive dentro di me e che mi permette ancora di piangere, ha versato parecchie lacrime quando si è vista. Per la prima volta. Ed è stato come tornare piccoli e innocenti, ma con una possibilità. Nuova.

Decolonizzare la fantasia farà sempre incazxare un sacco di gente. Ma è il corso naturale della storia di questa società che per fortuna cambia. La fantasia è Potere. E chi si scaglia con tanta violenza contro un prodotto del genere, lo sa. Sa che la bianchezza si sta decentrando sempre di più. E questo a molti non piace. Beh. Pazienza. Meglio un'Ariel nera che nuota nel Mar dei Caraibi, che l'originale di Andersen, in cui la piccola Sirenetta si suicida perché il principe, che di lei se ne frega poco e niente, dopo un anno si sposa un'altra. Se la Disney avesse voluto realmente traumatizzarvi, avrebbe dovuto seguire semplicemente la storia originale. E invece vi ha fatto un favore, rimaneggiando e adattando al 1989, (anno del cartoon Disney, ndr), una fiaba dell'Ottocento scritta da un uomo sofferente, costretto a nascondere e silenziare i suoi sentimenti, in una società che vedeva gli omosessuali come degli esseri a metà ma che alla fine non erano niente. Né uomini, né donne. Né umani, né pesci.

Andersen, che conosceva il peso di vivere nell'invisibilità, sarebbe felice di vedere la sua sirenetta nei panni di una giovane e talentuosa donna nera.

Lui ha scritto questa fiaba con il solo scopo di raccontare l'amore impossibile di persone che vivono la propria identità come una prigione da cui si può scappare solamente ferendo il corpo al fine di conformarlo alle aspettative degli altri. Che è quello che ha fa Sirenetta rinunciando ai suoi bellissimi capelli e alla lingua. E che a sua volta è ciò che fanno tante ragazzine nere, che in segreto sognano di potersi sbiancare la pelle, rifare il naso e stirare i capelli, poiché è questo che ti insegna la società, se è l'amore e l'approvazione ciò che vuoi ottenere.

Una fiaba bellissima, che da donna nera adulta mi fa ancora piangere perché dopo trent'anni, mi vede e parla ancora di me.» Djarah Kan, scrittrice italiana


l’attrice e cantante Halle Bailey, la nuova Sirenetta Disney. Halle Bailey, 22 anni, negli USA è una famosissima cantante, rapper, comedian, attrice cinematografica e tv


l'attrice americana (di origine cinese) Awkwafina è voice actor per il personaggio di Scuttle, che nel cartoon Disney 1989 era l'eccentrico gabbiano auto-proclamatosi esperto di cose umane

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