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Writer's picturePlanet Claire

THE BEAR prima stagione

Updated: Aug 23

serie televisiva, prima stagione, otto episodi, diretti da Christopher Storer, che ne è il creatore, e Joanna Calo (USA, 2022)

genere: comedy-drama

Uscita negli USA il 23 giugno 2022, visibile in Italia dal 5 ottobre 2022.

Diffusa soltanto in internet.

In Italia si vede (ufficialmente) su Disney+.


Questo film è semplicemente bellissimo, tutti gli appassionati di cinema dovrebbero vederlo. Non ha difetti dal punto di vista cinematografico.

Ritmo, regia, recitazione, emozioni: cinema allo stato puro.


La storia è ambientata a Chicago e non dimentica di portare dentro lo show, per brevi efficaci cenni, anche la città, con le sue tensioni e la sua storia.

Uno chef di grandissimo talento eredita dal fratello morto all'improvviso la gastronomia di famiglia, una eatery sulla strada dove si confezionano sandwich buonissimi, con carni cotte alla perfezione e verdure meravigliosamente brasate. Si tratta di cucina Italian style, che ha le reminiscenze della cultura gastronomica italiana portata negli USA dagli immigrati italiani. Questa serie -sia chiaro- non ha assolutamente NULLA a che vedere con un reality o con i (detestabili) talent show di cucina. Lo chef ha mollato il prestigioso lavoro in un ristorante stellato di NYC e decide di rimettere in sesto la gastronomia di famiglia, portandoci dentro la sua professionalità, alla ricerca dell'eccellenza, anzi della PERFEZIONE culinaria, ma lo fa senza boria e narcisismo, anzi in maniera democratica, umile, con molto rispetto per l'eterogeneo staff pre-esistente nel locale, che cerca di responsabilizzare, coltivando lo spirito di squadra, di brigata -come si dice in cucina-, dove tutti sono chef, dal primo all'ultimo cuoco. La vicenda si sviluppa in otto brevi (circa 25') episodi. Il focus è sulle emozioni, più che sulla trama, nonostante la trama stessa sia efficace e molto interessante. Lo script è scarno, essenziale, spesso ai fatti si allude soltanto, e non c'è mai un attimo di retorica, mai una sbrodolata, le eventuali ripetizioni sono e restano funzionali al perfetto ritmo della sceneggiatura.

Spettacolare la recitazione di tutti i personaggi, tutti attori di assoluta bravura.

Ne citiamo alcuni. Il protagonista è lo chef eccellente, concentrato sull'essere non soltanto un grande chef ma anche un buon essere umano, pertanto scevro da quel ridicolo culto di sé, Carmen “Carmy” Berzatto, (just another great Italian, direbbe FZ), interpretato da Jeremy Allen White al suo primo ruolo televisivo, che -lo speriamo- gli costruirà una bella carriera attoriale. Il fratello di Carmy si chiama Michael, l'attore è Jon Bernthal. Il suo sandwich shop è The Original Beef e Michael è defunto quando inizia il film: soltanto dopo sei episodi potremo vederlo in commoventi rapidissimi flash-back. Il miglior uso possibile del flash back. Amico di Michael è il rissoso Richie, l'attore è Ebon Moss-Bachrach, dagli occhi di un azzurro intensissimo, inquietante: ha il ruolo dello str*nzo, irrispettoso ed egoista, immaturo e irrisolto, che crea continuamente problemi. Un altro personaggio bellicoso è Tina, l'attrice Liza Colón-Zayas, cuoca più anziana e restia ad accettare la rivoluzione. Il pasticciere è Marcus, l'attore Lionel Boyce, ossessionato dalla ricerca del donut perfetto, quasi una proustiana madeleine. Un personaggio fondamentale è la neo-assunta sous-chef Sydney, l'attrice Ayo Edebiri: la ragazza proviene dalla prestigiosa scuola di cucina Culinary Institute of America ed è l'unica che ha capito lo straordinario talento di Carmy. Si dedica da subito e totalmente alla rinascita del ristorante, con il suo portato di professionalità impeccabile e la sua lucidità di supervisione e coordinamento.

Tutto il cast è perfetto. L'intenso lavoro di una cucina professionale, con le incombenti scadenze, le corse contro il tempo, la fatica fisica estrema, la pesante responsabilità dell'errore è raccontato senza sbavature. Il caos, le delusioni, le ostinazioni, l'abitudine mentale che fa fatica ad accettare le innovazioni, anche tutto questo è narrato, mescolandolo sottilmente al vero protagonista di questo dramma, il dolore privato per il lutto di Michael, la sofferenza esistenziale che ciascuno, individualmente, non smette di elaborare, fino alla lisi finale. Molto belle le scene alla Al-Anon. Molto spiritoso il disprezzo per il brunch, che tutti gli chef danno -giustamente- per ovvio. Menzione a parte merita la musica, quasi sempre extra-diegetica, fatta di canzoni bellissime scelte con grande raffinatezza e appropriatamente inserite ogni volta al momento perfetto con grazia e intelligenza, mai banali e -pregio raro- mai invadenti. Giusto per citare alcuni degli innumerevoli brani bellissimi: Saint Dominic's Preview di Van Morrison (1972) la troviamo nel 2° episodio; Oh My Heart dei REM (2011) sta nell'episodio 3°; One Fine Day di Brian Eno e David Byrne (2008) sta nell'episodio 4°; Crushed Like a Bug dei Radiohead (1997) nell'episodio 8°.


Una serie per estimatori del Cinema.




la neo-assunta sous-chef Sydney, l'attrice Ayo Edebiri

il pasticciere Marcus, l'attore Lionel Boyce

il rissoso Richie, l'attore è Ebon Moss-Bachrach

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