Per questo secondo e ultimo anno la squadra del Direttore Artistico Steve Della Casa propone una selezione di film eterogenea per provenienza: dal Canada alla Corea del Sud, dall’Argentina alla Groenlandia, perfettamente equilibrata tra sguardi maschili e femminili (sette registe e sette registi), deliberatamente alla ricerca di film non chiusi nell’abituale macro-genere “cinema-da-festival”, ma capaci di offrire veri slanci di ricerca linguistica, inedite prospettive contenutistiche, forme brillanti che delineano il panorama di un cinema giovane, vitale, non "seduto" sul già visto. Dalla clamorosa annata del cinema argentino arriva Arturo a los 30, commedia fuori registro, diario malinconico e geniale che forse sarebbe piaciuto ad Alain Resnais, mentre è al magistero di Wim Wenders che sembra guardare Grace, una vera e propria esperienza sensoriale radicale nel paesaggio della Russia contemporanea. Dal Canada la scoperta Soleils Atikamekw, come un controcanto a Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese, cinema antropologico ed estatico, colpo di fulmine che dialoga, nella sua indagine su uno scontro tra culture, con il nordeuropeo Kalak, elaborazione impossibile di un trauma privato che risuona in un colonialismo sentimentale pericolosissimo. Fiction e non-fiction si confondono in Camping du Lac, gioiellino belga colmo d’ironia che potrebbe essere stato concepito dal genio di Luc Moullet, mentre teatro e thriller si fondono nell’italiano Non riattaccare, incredibile performance in solo di Barbara Ronchi in un Covid-film ad alta tensione. Dalla Corea Birth, slow burn drammatico e acutissimo su una coppia, una gravidanza non desiderata, i confini complicati tra relazioni e carriera, mentre è francese Le ravissement, altro film che racconta con taglio originalissimo una maternità, questa volta mancata e desiderata, e di disagio psichico e sociale. Mandoob, che pare essere stato girato da un erede di Sidney Lumet, ci offre uno scorcio nuovo e problematico sull’Arabia Saudita, lontano dalle abituali narrazioni pietistiche, mentre l’ucraino La palisiada racconta la storia del proprio paese racchiudendola tra due spari e raggiungendo una riflessione teorica di grande potenza espressiva sulle immagini e la Storia. Due sono i film animati in selezione, a ribadire che l’animazione non è un genere ma un modo del cinema, e uno dei maggiormente liberi ed esaltanti: l’italo-francese Linda veut du poulet! sprigiona nei suoi disegni giusti e imperfetti un ritratto di donna e di bimba alle prese con un lutto, nella forma di una commedia fuori orario irresistibile e profonda, mentre l’ungherese White Plastic Sky si inventa una distopia che sa omaggiare Tarkovskij e parlare al presente di temi importanti. È un concorso che spinge verso i confini dell’arte cinematografica, e dunque verso il futuro”.
(Dalla cartella stampa ufficiale del TFF41)
A questo link il PROGRAMMA completo:
A questo link la BIGLIETTERIA on-line:
https://biglietteria.torinofilmfest.org/biglietti/Default.aspx
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