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NAM JUNE PAIK al MAO Museo di Arte Orientale di Torino inaugura il 19 ottobre 2024

Nam June Paik (1932-2006), importantissimo artista statunitense-sudcoreano, è uno dei primi artisti a riconoscere pionieristicamente la potenzialità dei mezzi elettronici. I suoi genitori fuggirono alla Guerra di Corea degli Anni Cinquanta. Dopo una formazione di eccellenza in Giappone e in Germania, l'artista si sposta negli USA. Il compositore John Cage è suo mentore; Paik è attivo nel movimento d'avanguardia Fluxus, cui partecipa anche l'artista Yoko Ono; crea un sodalizio duraturo con la violoncellista Charlotte Moorman. Paik è riconosciuto da Guggenheim Museum, Rockfeller Foundation, American Film Institute, Whitney Museum of American Art di Manhattan, Biennale di Venezia, ...

La mostra attuale a lui dedicata dal MAO Museo Arte Orientale di Torino, aperta fino al 23 marzo 2025, è da non perdere. Rabbit Inhabits the Moon è il titolo della retrospettiva su Nam June Paik. Paik si riconduce alla affascinante leggenda buddhista del Coniglio che guarda la Luna e in un gesto di supremo altruismo si sacrifica, unico animale della foresta, a favore di un viandante affamato. Il viandante si svela essere una divinità e ricompensa il Coniglio portandolo a vivere sulla Luna. Il messaggio tradizionale, spesso rievocato ai Festival orientali della Luna Piena, è che l'altruismo e il sacrificio possono portare a ricompense inaspettate. La reinterpretazione contemporanea dell'artista crea un dialogo tra tradizione orientale e modernità tecnologica, basato sulla interazione con i media digitali. Nam June Paik si interroga sul legame tra passato e presente, su come la tradizione conviva con la modernità, in una connessione culturale emblematica.


L’allestimento è accurato e immersivo.

Elementi tradizionali e rituali della cultura coreana si rivelano attraverso il dialogo tra antico e contemporaneo e un approfondimento è dedicato all’esplorazione dello sciamanesimo in relazione alla figura di Nam June Paik.


Centrale all’interno del progetto è l’elemento sonoro, musicale e performativo, che compare nelle forme più diverse nelle opere di Paik.

Specificatamente commissionata dal MAO per la mostra è la composizione Sounds Heard from the Moon. Part 2 (2024) di Jiha Park che nella sua ricerca utilizza strumenti tradizionali coreani, tra cui piri (flauto di bambù a doppia canna), Saenghwang (organo a bocca in bambù) e Yanggeum (dulcimer martellato), con un approccio minimalista caratterizzato da ripetizione, variazione e processualità.

L’installazione Nocturne No. 20 / Counterpoint (2013-2020) di Kyuchul Ahn propone una rivisitazione della musica di Chopin, completata da una performance in cui gli 89 martelletti del pianoforte saranno gradualmente rimossi a ogni esecuzione dal pianista, portando alla graduale scomparsa del suono.



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