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Torino, esperienze sonore: la musica contemporanea elettronica d'avanguardia attraversa la città. Concerti al Conservatorio e al Castello di Rivoli

  • Writer: Planet Claire
    Planet Claire
  • 5 days ago
  • 4 min read

Edgar Varèse:


Ionisation (1929-1931) per sole percussioni 13 percussionisti dei Conservatori di Genova e di Torino

Poème électronique (1958)

Déserts (1954) per orchestra e nastri magnetici Ensemble strumentale del Conservatorio di Torino, percussionisti dei Conservatori di Genova e Torino, direttore Lorenzo Della Fonte Torino, 4 ottobre 2025 –

Ionisation apre il concerto, un brano molto bello e molto breve (meno di 7 minuti). I 13 percussionisti suonano 50 strumenti a percussione. Quindi, il Poème Électronique di Edgard Varèse interroga il presente. A sessantasette anni dalla sua prima esibizione all’Expo 1958 di Bruxelles, l’opera, divenuta simbolo dell’integrazione fra suono, spazio e architettura, torna a vivere in una forma radicalmente nuova: VEP 2.0, installazione in realtà virtuale curata dal CIRMA Centro di Ricerca Sulla Multimedialità e l'Audiovisivo dell’Università di Torino.


Il lavoro è presentato in anteprima all'interessante Festival ToListenTo - Festival dell'Ascolto Sperimentale, nella Sala Concerti del Conservatorio “G. Verdi”. Per chi non conosce questo Festival dell'Ascolto Sperimentale, vale la pena raccontare la storia di queste eccellenze culturali d'avanguardia di Torino: il compositore Enore Zaffiri, pioniere della musica elettronica italiana, inaugura nel 1964 il Corso sperimentale di musica elettronica presso il Conservatorio di Torino e nel 1968 fonda la Scuola di Musica Elettronica di Torino SMET. Dal 2010 le produzioni artistiche della Scuola, che valorizza costantemente il lavoro creativo di studenti e docenti, sono state oltre 90. Nel 2022, inoltre, è nato il progetto ToListenTo come evento festivaliero che offre al pubblico l'occasione di ascolti innovativi sia nei contenuti, sia nelle modalità fruitive.

Il pubblico ha potuto rivivere l’esperienza del Pavillon Philips, un edificio concepito da Le Corbusier e dal suo assistente Iannis Xenakis per l'Expo Universale di Bruxelles, come proiezione spaziale della partitura varèsiana, grazie all’uso di visori immersivi distribuiti nella sala da concerti e di un impianto di 8 canali. Nella versione torinese, la trasposizione virtuale ha ricostruito la traiettoria del suono originario, distribuito in circa 350 altoparlanti, reinterpretandola attraverso un algoritmo di spazializzazione tridimensionale sviluppato da Andrea Valle con il team del CIRMA.


L’interludio musicale, ispirato ai materiali di Concret PH di Xenakis, è stato parimenti spazializzato da Andrea Valle, in un dialogo fra materia elettronica e scrittura acustica. L’obiettivo era quello di una “meta-esecuzione”: il pubblico, sospeso tra passato e presente, doveva percepire la musica come flusso architettonico.


La serata ha proposto filmati storici e rendering digitali che illustrano il lavoro di Le Corbusier e Xenakis sul concetto di “sintesi delle arti”. Le immagini restituivano il carattere utopico dell’opera: un manifesto audiovisivo del Novecento che oggi, grazie alle tecnologie immersive, trova nuova legittimità percettiva.


Sottolinea Vincenzo Lombardo, direttore artistico del progetto: «VEP 2.0 non vuole ricostruire il passato, ma renderlo di nuovo esperibile. È un laboratorio di percezione: un modo per capire quanto Varèse e Xenakis avessero già anticipato il futuro della spazializzazione sonora».


Il progetto, che è stato visitabile fino al 4 ottobre 2025 al Circolo del Design di Torino, rappresenta il dialogo fra musicologia, ingegneria del suono e arti digitali. L’esperienza interattiva, della durata di circa venti minuti, trasforma l’ascoltatore in “abitante” dell’opera: un corpo immerso nello spazio acustico, che è parte integrante della composizione. VEP 2.0 sottolinea che l’ascolto è un gesto fisico, un attraversamento sensoriale e mentale. Il suono, come aveva intuito Varèse, continua a modellare lo spazio — reale o virtuale che sia.

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Nella stessa serata, il Castello di Rivoli Museo di Arte Contemporanea ha aderito alla 21° Giornata del Contemporaneo il 4 ottobre 2025 con diverse iniziative. In particolare, molto bella quella creata con il Club2Club Festival. Luoghi: atrio monumentale del Castello, spazi esterni del piano superiore, Manica Lunga.


Considerato uno dei festival di musica avant-pop più apprezzati al mondo, C2C Festival è riconosciuto dall’autorevole rivista musicale Pitchfork come “the one-plus-ultra festival of avant-garde eclecticism”. Altro primato, C2C è il festival musicale indoor più grande in Italia.


In collaborazione con il Castello di Rivoli, C2C Festival ha curato un programma di sonorizzazioni degli spazi esterni della residenza sabauda che da quarant'anni ospita il Museo d'Arte Contemporanea. La scelta del Castello di Rivoli come palcoscenico è bellissima, nonostante la logistica sempre un po' faticosa per raggiungere Rivoli, (in attesa di una soluzione di trasporto pubblico metropolitano che batta i tempi lunghi del viaggio in auto).

L’evento ha anticipato la 23° edizione del C2C Festival, che si svolgerà a Torino dal 30 ottobre al 2 novembre 2025.


Il Castello di Rivoli Museo di Arte Contemporanea è un luogo carico di storia e di suggestione, capace di moltiplicare l’effetto della musica Ambient tramite le sue ombre e architetture. Dall’ingresso l'edificio si impone, monumento silenzioso che pare attendere il rito notturno. Quando il cielo si fa buio, sotto una luna offuscata dalle nuvole, mura e torri emergono come sagome scure: ogni dettaglio architettonico crea giochi d’ombra con la luce artificiale, in un dialogo segreto con il cielo piuttosto tenebroso in questa serata. Il Castello, custode di arte, si trasforma in palcoscenico, immerso nel suono. L’oscurità, temperata da fioche luci artistiche colorate e in movimento, rende il complesso monumentale un luogo quasi astratto. In questo paesaggio notturno, la luna velata aggiunge mistero: non illumina e il nostro sguardo cerca i contorni antichi dell'edificio. Nell'aria pungente di ottobre, tutto sembra rarefatto e sospeso.


La musica non è intrattenimento e non è mai "sottofondo", è una forma di attivazione dello spazio, infonde corpo all’architettura notturna. Si muove con lentezza e decisione; è una esperienza sensoriale immersiva. le sonorità Ambient sono suggestive, raffinate, contemplative, nessuna esplosione ritmica.


Gli artisti coinvolti nel set al Castello di Rivoli sono:

Azu Tiwaline, producer francese-tunisina che intreccia radici nord-africane, tradizione trance berbera e sperimentazione elettronica contemporanea;

SSIEGE, sperimentale e minimalista;

il collettivo torinese Gang of Ducks: XIII & Sabla;

Palindrome;

ancora da Torino Pho Bho: Matteo Coffetti;

SØVN Records, etichetta di musica elettronica sperimentale nata nel 2015 a Barcelona, Den Haag e Torino, da spazio alla scena musicale d'avanguardia. Andrea Bruera & Guybrush sono due dei fondatori di SØVN. 10 Years of Sleeping celebra il loro decennale. Suoni ambient, algoritmici, elettro-acustici, trippy.

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