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Writer's picturePlanet Claire

MON CRIME, il nuovo delizioso film di François Ozon (France, 2023) b/n e colore, 102'

Updated: May 1, 2023

Esce, (in Francia a gennaio 2023, in Italia tre mesi dopo), il delizioso nuovo film di François Ozon.

L'apprezzato e premiatissimo regista parigino crea un divertissement ingegnoso, carico di senso, eleganza intellettuale, intelligente satira.


Ozon in realtà compie un'operazione molto complessa e geniale, vestita di leggerezza e classe: riprende una commedia del teatro borghese e popolare, del théâtre du boulevard, (a Parigi fin dal Settecento la commedia teatrale aveva un epicentro nei teatrini del Boulevard du Temple, nel 3° arrondissement, dove si recitavano commedie leggere e divertenti, lontano dai luoghi solenni dei teatri accademici, e quel viale era soprannominato Boulevard du Crime, per via dei molti delitti che venivano raffigurati in scena). Quindi Ozon basa il film sulla commedia teatrale di Georges Berr e Louis Verneuil scritta nel 1934, "Mon Crime", una "pièce de boulevard", cioè una commedia comica e popolare tinta di giallo. Su questa, il regista fa vivere il suo mélo, arricchendolo con una sorta di benevolo capovolgimento del Me Too, riempiendo dunque il suo film di tematiche attualissime. Mescolando i generi, come Ozon spesso fa, realizza un film in costume lieve e sorridente, che è anche un giallo avvincente ambientato a metà degli Anni Trenta, e che -se si svolgesse in America- sarebbe hard-boiled fiction, invece è francese e pieno di classe, di grazia benevola, di maliziosa ironia. E lo spettatore si ritrova intrigato su molteplici piani: quello delle citazioni e dei riferimenti alla cultura contemporanea e quello della ricostruzione cinefila di un mélo alla Lubitsch (Ernst Lubitsch, 1892-1947, un grandissimo maestro del cinema classico, autore di molti capolavori, tedesco, ebreo Ashkenazi che fuggì alla criminale dittatura nel 1921, espatriando definitivamente negli Stati Uniti verso un epocale meritato successo hollywoodiano). C'è anche un omaggio cinefilo al momento del passaggio dal cinema muto al cinema sonoro (fine Anni Venti / inizio Anni Trenta), c'è un affascinante uso del bianco e nero per i flashback e per i perfetti spezzoni di immaginari film d'epoca; il colore è molto vivace e divertente.

(Ben diversamente da certi registi che si prendono tanto sul serio e pesantemente non fanno altro che parlare sempre e solo di se stessi, come se fossero il noiosissimo centro del mondo, -pensiamo a Il Sol dell'Avvenire di Nanni Moretti), qui François Ozon fa una commedia irresistibile, sofisticata e leggera al tempo stesso, con un andamento rapido e intrigante, continui colpi di scena, molto moderna, con dialoghi vivaci e ironici, uno sviluppo logico spinto all'estremo e tutto il film è condito di maestria.


(Il titolo italiano è La Colpevole Sono Io, nella consueta fastidiosa e inutile modifica dei titoli ai fini del mercato italiano.)

Questo "poliziesco" è la storia della giovane e attraente attrice squattrinata Madeleine Verdier (Nadia Tereszkiewicz) e della sua migliore amica -giovane avvocato- Pauline Mauléon (Rebecca Marder). Le due brave ragazze convivono ai limiti della povertà, in cerca di un successo che non riescono a conseguire onestamente.

In sottotesto l'allusione a un innamoramento lesbico di Pauline per Madeleine.

Madeleine è accusata incolpevole dell’omicidio di un famoso produttore cinematografico. Con il supporto dell’avvocato sua migliore amica Pauline, che l'aiuta a riflettere sul potere rivoluzionario delle donne, Madeleine affronta il processo e viene assolta per legittima difesa. Inizia così una nuova vita di successo, da icona femminista. Ci saranno altri colpi di scena e compromessi.

La verità è continuamente ri-raccontata e manipolata, fino all'apogeo dei titoli di coda, (da non perdere, ovviamente), dove la vicenda viene ridipinta in successive e sovrapposte significanze, e Ozon scherza sulla verità e sulla menzogna.


Le due citate attrici protagoniste sono molto brave e davvero giovani, (non sono, come spesso avviene, attrici molto più grandi che interpretano la parte di giovani): hanno 27 e 28 anni.

Poi c'è Isabelle Huppert, che recita la ex-diva del cinema muto Odette Chaumette, anche omaggiata da Ozon con la citazione della vicenda coeva di Violette Nozière, l'assassina cui il grandissimo Claude Chabrol dedicò un meraviglioso film del 1978, protagonista appunto Isabelle Huppert.

Poi c'è il grande Fabrice Luchini, che recita il giudice inquirente Gustave Rabusset, irresistibile nella scena della ricerca di un crimine irrisolto di cui la sua matura rea confessa possa incolparsi.

Dany Boon (che ricordiamo nello spassosissimo imperdibile Bienvenue chez les Ch'tis del 2008, scritto, diretto e interpretato da Dany Boon, su un funzionario delle Poste che dalla Provence è trasferito d'ufficio al Nord-Pas-de-Calais, nell'estremo nord del Paese, con tanto di clash culturale e geografico) qui è Palmarède, il marsigliese, che introduce i parigini al piacere del pastis e offre amicizia alla attrice...

Tutti i personaggi minori sono tratteggiati in modo brillante: la malefica concierge M.me Jus, che pare uscita da un film di Polanski; Trapu, il sottomesso segretario del giudice, che trova i suoi modi di vendicarsi delle angherie; la domestica Céleste del grand hotel; e tutti quanti in varie godibili caratterizzazioni stereotipiche.

La colonna sonora originale è del compositore di musiche per film Philippe Rombi.


Da vedere e rivedere.




l'affiche del film un po' alla Agatha Christie



le protagoniste Rebecca Marder (a sinistra) e Nadia Tereszkiewicz



Nadia Tereszkiewicz e Rebecca Marder

tutto subito irriconoscibile, Fabrice Luchini, il giudice inquirente,

accanto a lui Olivier Broche che è il goffo segretario Trapu,

e le due protagoniste



Nadia Tereszkiewicz interpreta la giovane attrice accusata di omicidio




il regista François Ozon




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