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MARTIN SCORSESE a Torino

Martin Scorsese è una figura centrale nella Storia del Cinema, uno dei più grandi registi di tutti i tempi per il suo contributo profondo e versatile all’arte cinematografica, creando film di grandissimo valore e potenza emotiva.

Il cinema di Scorsese è una meditazione infinita sulla violenza, la colpa, la fede e la redenzione, un cinema che interroga senza sosta la moralità umana nelle sue forme estreme.

Nato nel 1942 a New York, di origine italiano-americana, Scorsese ha saputo trasporre le complessità della vita metropolitana, le dinamiche di violenza e redenzione e le crisi esistenziali dei suoi personaggi con una precisione visionaria e una sensibilità elevata.

La sua carriera ebbe inizio nei primi anni Settanta, nel rivoluzionario periodo definito New Hollywood, di grande fermento per il cinema nordamericano (e mondiale).

Mean Streets (1973) è un racconto sulla ferocia e sull'etica, temi che sarebbero divenuti caratterizzanti del suo lavoro. 

È con Taxi Driver (1976) che Scorsese conquista un posto definitivo nel pantheon del cinema mondiale, creando un ritratto crudo dell’alienazione urbana attraverso il tormentato protagonista Travis Bickle, interpretato magistralmente da Robert De Niro, con cui il regista avrebbe formato una delle collaborazioni più iconiche della storia del cinema. 

Negli anni Ottanta e Novanta Scorsese continua a fabbricare capolavori, spaziando tra generi e temi con una maestria rara. 

Raging Bull (1980), considerato da molti critici il suo lavoro più complesso, è un ritratto devastante della brutalità umana, incarnata dal pugile Jake LaMotta.

Goodfellas (1990), forse il suo film più amato dal grande pubblico, ridefinisce il genere gangster, con una narrazione fluida, personaggi carismatici e una rappresentazione impietosa del crimine organizzato, un film dal ritmo furioso, che si muove con una precisione e un'energia sbalorditive.

Il nuovo millennio segna una fase di riflessione e maturazione per Scorsese: escono The Departed (2006), film premiato con l’Oscar alla miglior regia, e The Irishman (2019), che testimonia la sua continua capacità di innovare il genere gangster. 

In The Irishman Scorsese affronta il tema dell’invecchiamento e della colpa con un tono più malinconico, in un'epopea che riflette sull’inesorabile trascorrere del tempo, sulla memoria e sulla morte. Il magistrale regista utilizza tecnologie digitali per ringiovanire i suoi attori a scopi narrativi, ma mantiene una narrazione classica e meditativa.

Nel 2023 Scorsese crea il monumentale Killers of the Flower Moon, rivolto al tema del genocidio dei nativi americani Osage negli anni Venti del secolo scorso, esplorando la corruzione sistemica e l'avidità capitalistica con la consueta attenzione per il dettaglio storico e morale, con sensibilità narrativa e portata epica, secondo la sua cifra stilistica autoriale, nutrita dalla ammirevole consapevolezza storica che possiede.


Martin Scorsese continua a essere un regista instancabile, alla ricerca di storie da raccontare e modi per esplorare le profondità dell’animo umano. 

Scorsese è un maestro, la cui influenza è incalcolabile e la cui eredità continuerà a plasmare il cinema per le generazioni future.



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