LES NÉGRESSES VERTES live il 12 ottobre 2024, strepitoso concerto a Torino, una delle ultime date di un gigantesco tour internazionale
Les Négresses Vertes nascono a Parigi intorno al 1987, in piena esplosione della scena musicale alternativa francese. Questi ragazzi dallo stile di vita anarchico e un po' allo sbando, figli di una banlieue dalle radici multietniche, si fanno musicisti autodidatti e si uniscono per dare vita a un progetto unico nel suo genere. Provenienti dai quartieri popolari di Parigi, i ragazzi, ispirati dalla punk generation ancora in fermento a Londra e Manchester, formano una band francese e in lingua francese. Nel gruppo, spiccano due figure iconiche: Helno, nome d'arte di Noël Rota, e Stèfane Mellino. Sono i fondatori e incarnano lo storico spirito bohémien e ribelle della capitale parigina. Il nome del gruppo è provocatorio, in aperta sfida e ironia verso gli stereotipi razzisti, in un'epoca in cui l'immigrazione e l'integrazione erano il focus del dibattito politico, come purtroppo in verità lo sono tuttora. L'espressione dispregiativa "Négresse Verte" era nell'uso comune degli ambienti xenofobi, da rivolgere come insulto verso gli immigrati di qualunque provenienza, figli di un colonialismo relegato ai margini.
Musicalmente Les Négresses Vertes sono eclettiche, combinano generi disparati: rock, ska, punk, reggae, raï algerino, musica gitana e il musette francese, abbracciando la diversità culturale di una Parigi cosmopolita e vibrante.
In particolare, mi piace pensare che Les Négresses sono un fenomeno che ci ricollega molto direttamente al musette francese. Il musette e il bal musette sono strettamente legati alla musica e alla danza della cultura popolare francese, in particolare parigina. Hanno avuto origine nel XIX secolo, sono musica da ballo popolare, caratterizzata dall'uso della fisarmonica, o a volte della cornamusa, in francese chiamata (corne)musette, con influenze provenienti sia dalla tradizione folk rurale, sia dalla musica urbana dei ceti popolari parigini. La musica musette nasce come espressione delle classi lavoratrici di Parigi, soprattutto nei quartieri popolari frequentati dagli immigrati, e particolarmente quelli provenienti dall’Italia. La fisarmonica diventa lo strumento simbolo di questo genere: da vita a melodie vivaci, emozionanti e danzabili. Il bal musette era una festa da ballo molto popolare a Parigi dalla fine del XIX secolo fino alla metà del Novecento. Erano serate di danza, originariamente organizzate nelle taverne e nei bistrot parigini. I balli tipici di queste serate erano valzer, polka, mazurka e più tardi anche il tango. Con il passare del tempo, il bal musette divenne un fenomeno culturale molto diffuso tra i parigini, mescolando influenze musicali diverse, tra cui anche il jazz gitano manouche. I locali dove si ballava si chiamavano guinguettes, piccoli caffè o sale da ballo fuori dal centro di Parigi, lungo il fiume Seine o la Marne. Questo retaggio, divenuto parte integrante dell'identità culturale francese, è per me la prima chiave di lettura de Les Négresse Vertes, che hanno creato un musette immerso nell'esprit du temps.
Il delizioso La Valse de Les Négresses Vertes:
Mlah, (in arabo, significa "Tutto bene") è il loro album di debutto del 1988, un manifesto di fusione di stili e di energia indomabile. È un album già molto competitivo e ricco di di una notevole pienezza lirica e compositiva. Il successo in tutta Europa è immediato e strepitoso. Il pubblico internazionale riconosce subito la novità e gode della strabiliante energia scenica della band. I club di Londra sono sold out quando arrivano Les Négresses. Le loro canzoni catturano immediatamente l'attenzione del pubblico per i ritmi frenetici, le melodie orecchiabili e i testi dissacranti.
L'energia caotica dei concerti dal vivo riflette l'anima stessa della band e contribuisce a consolidare lo status di cult band nella scena musicale europea, grazie anche a un'iconografia visiva che mescola l'estetica gitana del circo con quella della vita di strada e del rock di matrice britannica.
Come abbiamo detto, tutti i membri della band sono autodidatti e alla prima esperienza in una band, tranne il frontman Helno che era stata una presenza discontinua dei Béruriers Noirs, band punk parigina fortemente antifascista e anarchica, cui Helno contribuiva anche nei live molto teatrali.
Altri membri della band avevano suonato il punk, ma principalmente avevano lavorato come clown e acrobati per il Cirque Zingaro Horse.
(Il Circo Zingaro è un famoso teatro equestre fondato da Bartabas, nome d'arte di Clément Marty, nel 1984. Gli spettacoli uniscono teatro, musica e arte equestre, ispirandosi alla cultura gitana. Il nome Zingaro deriva dal primo cavallo di Bartabas, un frisone che fu una figura centrale dei primi spettacoli. Queste performance celebrano la libertà e lo spirito nomade, sono poesia visiva, combinando le acrobazie a cavallo con la musica dal vivo, spesso eseguita da ensemble di musicisti provenienti da varie tradizioni rom. Cavalli e artisti condividono la scena come parte di una 'tribù' che vive in simbiosi e si esibisce con una profonda connessione tra uomini e animali. Oggi Bartabas ha fondato l'Académie du Spectacle Équestre presso la Reggia di Versailles, dove si continua a coltivare l'arte equestre ad alto livello.)
Il chitarrista Stéfane Mellino, che definirei l'uomo più carismatico della band, invece, prima di salire a Parigi, riparava reti da pesca in un villaggio nel Sud della Francia, Le Brusc, vicino a Six-Fours-les-Plages, nella regione della Provenza, a una settantina di km a est di Marseille. Questa zona rurale e pittoresca del Sud influenza la sua sensibilità musicale, portando nel sound dei Négresses un mix di sonorità mediterranee e folk.
Nel 1990 Les Nègresses sono invitate a partecipare alla "compilation" (come si usava dire) Red, Hot And Blue, promossa per raccogliere fondi contro l'AIDS, un album tributo al grande compositore nordamericano Cole Porter cui partecipano molte star. Loro si prestano con la cover di “I Love Paris”.
Madonna li chiama per la colonna sonora del film Dick Tracy di Warren Beatty (1990), cui contribuiscono con "Mama Mia", che viene inserita come ultima traccia.
Questa è la clip ufficiale di Hou Mama Mia (1991) ("que páura me fa), che compare nel successivo album.
Il successivo album è dunque Famille Nombreuse (1991), l'inizio di una progressiva evoluzione.
Ma nel 1993 la tragedia segna ineluttabile il percorso della band con la morte improvvisa di Helno, l'anima della band, stroncato da un'overdose di eroina a trent'anni. Helno era una figura centrale, aveva un grande talento per la scrittura, con testi beffardi e malinconici, e la sua presenza scenica era eccezionale.
Il ministro della Cultura francese dell'epoca, Jack Lang, lo commemorò definendolo “uno dei principali cantanti della sua generazione, capace di unire tradizione francese e canzone popolare in uno stile melodioso e originale”.
La sua scomparsa è un duro colpo per il gruppo, che va incontro a un disbandment.
Tuttavia, i membri superstiti continuano a suonare, evolvendo il loro suono verso la maturità.
Dialogando con loro in occasione del concerto torinese, mi è stato chiarissimo che l'eredità de Les Négresses Vertes risiede nella loro capacità di trasformare la loro storia personale in un'esperienza collettiva, accessibile e autentica.
È stato bello osservare con quanta serenità riescono a parlare della morte di Helno, gli occhi chiari di Iza mentre ne parla guardano lontano in maniera così rispettosa e colma di umanità.
Les Négresses Vertes hanno anche un' influenza nella scena dance attraverso remix che hanno esteso l'appeal della band alla scena clubbing, realizzati da DJ e produttori di fama internazionale. Hanno contribuito ai remix i Massive Attack, che hanno dato una svolta un po' trip-hop al sound, e Fatboy Slim, che ha infuso un po' del suo stile big beat e house. L'album 10 Remixes esce nel 1993 con questa chiave di lettura elettronica.
Le Négresses hanno lavorato con produttori e musicisti eccellenti come Howie B, noto per le sue collaborazioni con U2, Björk, e Mad Professor, figura chiave nel mondo del dub e del reggae.
Hanno collaborato con il maestro della musica etnica Rachid Taha, esprimendo il legame con le influenze nordafricane.
Trabendo, pubblicato nel 1999 esplora nuove influenze, incorporando appunto elementi di elettronica e world music, senza mai abbandonare il carattere festoso e ribelle che aveva reso celebre la band.
Durante gli anni 2000, la band entra in una fase di minore esposizione mediatica, ma continua a suonare dal vivo e a mantenere una ampia base di fan affezionati. Lo stile iconico e la capacità di reinventarsi nel tempo mantengono Les Négresses rilevanti all'interno del panorama musicale francese, nonostante i cambiamenti nel gusto e nelle tendenze.
Nel 2018, in occasione del trentesimo anniversario di Mlah, Les Négresses Vertes intraprendono un tour celebrativo che li riporta sotto i riflettori, con ben 330 concerti sold out in tutta Europa, trecentotrenta performance grandiose, una riprova che il loro fascino trasversale e il loro talento resistono al passare del tempo.
In questo ottobre 2024, tre le date italiane. A Torino, nel benemerito teatro Suoneria della "banlieue" torinese (nella città satellite di Settimo), abbiamo assistito a uno degli ultimi concerti di questo tour-monstre che ha girato in lungo e in largo l'Europa, con la sola interruzione della pandemia: uno show molto dinamico, divertente, travolgente, imperdibile.
La formazione odierna della band riflette una continuità nella visione artistica, pur avendo subito molti cambiamenti nel corso degli anni.
La line-up attuale in tour include:
Stéfane Mellino: chitarra, voce, cori; uno dei membri fondatori e principale forza creativa della band
Iza Mellino, la moglie di Stéfane: percussioni, cori; la sua presenza rafforza l'aspetto familiare e coeso del gruppo, esprime il legame di autentica amicizia tra i musicisti, che è sempre stato uno degli elementi chiave della grande armonia all'interno de Les Négresses Vertes.
Stéfane e Iza Mellino insieme hanno avuto un ruolo importante nel mantenere viva l'essenza della band dopo le numerose trasformazioni, contribuendo alla continuità del progetto e alla sua evoluzione musicale.
Miche Ochowiak: tromba, cori
Gwen Badoux: trombone, cori
François Cizzko Tousch: fisarmonica, tastiere, cori
Matthieu Rabaté: batteria
I testi delle canzoni delle Négresses sono belli, complessi e interessanti, ben scritti.
In concerto, abbiamo riascoltato anche la canzone 200 ans d'hypocrisie, che porta un duro messaggio politico e storico, in un contrasto tra la dimensione da Carnaval delle musiche e la critica sociale fortemente espressa nel testo, un inno che combina musica trascinante e una vena poetica amara, profondamente autentica.
(qui in versione remixata dal producer britannico Clive Martin)
Fu il loro primo singolo (1988), una canzone di forte protesta che sarà lanciata in aperta polemica con le celebrazioni del Bicentenario della Repubblica di Francia nel 1989, un evento che ebbe risonanza internazionale ma che mise in evidenza la distanza tra i principi rivoluzionari e la realtà sociale e politica contemporanea.
Nel testo della canzone, Les Négresses Vertes vedono nella celebrazione dei valori di liberté, égalité, fraternité, a distanza di due secoli, che gli ideali non si sono realizzati, tra disuguaglianze sociali, marginalizzazione delle classi più povere e le contraddizioni di un sistema che, pur proclamando principi di uguaglianza, continua a perpetuare ingiustizie. La canzone è una riflessione storica sulla Rivoluzione Francese e una critica puntuale della Francia moderna e delle sue contraddizioni.
La musica de Les Négresses Vertes rimane un inno alla libertà e all'energia vitale, testimonianza di un’epoca e di un talento che hanno saputo superare i confini culturali e linguistici.
Les Négresses Vertes oggi
la scaletta dei concerti del tour
Stéfane Mellino
Iza Mellino
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