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Leningrad Cowboys Go America (1989) di Aki Kaurismäki

Writer's picture: Planet ClairePlanet Claire

Updated: Jan 7

regia di Aki Kaurismäki

sceneggiatura di Aki Kaurimäki in collaborazione con i musicisti Sakke Järvenpää e Mato Valtonen, membri della band Leningrad Cowboys

durata: 1h19'


Ho rivisto su MUBI, la piattaforma di streaming dedicata al Cinema d'autore, una bellissima commedia che era uscita in Italia venticinque anni fa, diretta dal regista finlandese Aki Kaurismäki, che ci ha regalato numerose opere del suo Cinema raffinato, personale, originale.


Leningrad Cowboys Go America di Aki Kaurismäki è una commedia unica nel suo genere, anche se -in alcune parti- ispirata al mitico The Blues Brothers di John Landis (1980).

Aki Kaurismäki mescola il surreale, l’assurdo e un umorismo freddo e molto compassato, che spesso si vede nei film finlandesi e anche nei film scandinavi, e crea una ballata malinconica e ironica, come tutto il suo bellissimo Cinema.


Come sempre, il regista finlandese racconta una storia di speranze fallite, speranze ridicole e romantici esiti positivi. Il film segue un vero gruppo di musicisti finlandesi, i Leningrad Cowboys, una band che mescola musica folk, rock e commedia nelle loro esibizioni. I Leningrad Cowboys sono caratterizzati da un eccentrico look post-punk, con abito completo nero, scarpe stringate molto appuntite, un ciuffo di capelli altrettanto appuntito, che è una divertente impalcatura, gli immancabili occhiali neri e il volto impassibile. La band è composta da numerosi elementi: cantante, chitarra elettrica, basso, batteria, tastiere, fisarmonica, tromba, sassofono, trombone, con un buon seguito in Finlandia.


Il film è costruito su una simbiosi tra i musicisti e il regista. Nel film si racconta che la band è russa e vive nelle campagne desolate della Siberia in una modesta cascina, dove l'unico loro fan è l'idiota del villaggio. In una parodia leggera del music business e delle sue promesse, su suggerimento di un impresario, decidono di partire per gli Stati Uniti in cerca di fama e successo musicale, finanziati dal benevolente patriarca dai capelli bianchi con ciuffo a punta e medesimi stivaletti appuntiti.


Si sviluppa così un racconto paradossale in un mondo che non ha chance per tutti. Il tono del film è tragicomico, con una vena di malinconia che si fa strada tra le gag surreali e l’assurdità delle situazioni. I temi di Kaurismäki ci sono tutti: la poesia del film è nascosta dietro l’aria di disincanto che permea i personaggi: uomini dalle facce apparentemente inamovibili, che si muovono in un mondo che li ha abbandonati, ma che è un palcoscenico su cui continuare a lottare. La malinconia sottesa a questo spirito è legata alla continua ricerca di qualcosa che sembra sempre sfuggire. Non è solo la fama, ma un senso di realizzazione più profondo che resta ogni volta appena fuori portata.


Nel film, i Leningrad Cowboys viaggiando attraverso l'America imparano la lingua inglese e il rock'n'roll; trovano da esibirsi in concerti -a volte struggenti, a volte spensierati- in bar malfamati in un angolo di New York, sale popolari a Memphis, caffetterie a New Orleans, fino ad approdare a una festa di nozze messicana. Una parodia della grande promessa del sogno americano e una riflessione lieve sulla solitudine che accompagna ogni viaggio alla ricerca del successo.


Una delle incursioni più divertenti e sorprendenti nel film è l’apparizione -perfetta- di Jim Jarmusch, che interpreta un venditore di auto usate a New York, un tributo alla sua poetica cinematografica minimalista e surreale, nel quale si osserva la stessa atmosfera straniante e disincantata che caratterizza il cinema di Kaurismäki. Il cinema indipendente americano e quello finlandese si incontrano in un angolo di Manhattan.


Buffamente, i Leningrad Cowboys vanno in America con uno dei loro musicisti morto di freddo e se lo trasportano congelato nella sua bara di legno, come compagno di viaggio attraverso gli Stati Uniti e come un peso che non possono scrollarsi di dosso e che, nonostante tutto, portano avanti come parte integrante della loro vita. Spiritosa metafora "tragica" della sorte che attende chi sogna senza speranza, nonché simbolo del sacrificio e della dedizione che caratterizzano ogni cammino artistico. Fino a quando tentano di fargli un funerale trasformandosi in una tipica funeral marching band di New Orleans, in una scena cinematograficamente bellissima, per poi finire in galera dove passano il tempo a suonare -molto bene- lattine di birra.


Il manager della band, Vladimir Kuzmin (l'attore Matti Pellonpää), costantemente avvolto da una maxi pelliccia spelacchiata, personaggio egoista e manipolatore, è parte del sistema dello show-business, che sfrutta i sogni altrui senza condividerne i rischi. Arraffa i Leningrad Cowboys, li sfrutta, li affama per tutta la durata del viaggio, facendo leva sulle loro aspirazioni senza preoccuparsi di loro. La sua scomparsa finale, soave, quasi una dissolvenza, è la chiusura perfetta di un personaggio che è stato un parassita, che lascia dietro di sé un vuoto immediatamente dimenticato. In questa scomparsa si esprime il senso del surreale di Kaurismäki. Il manager, che ha approfittato dei sogni altrui, dopo essersi reso conto che la sua band ha raggiunto il successo, sa di non servire più e di avere assolto il suo compito. Finisce per evaporare senza lasciare traccia, con un sorriso enigmatico e lieve, mentre i musicisti continueranno la loro strada. In Kaurismäki i cattivi ci sono, ma il vero antagonista è la società, mai compassionevole e sempre iniqua.


La colonna sonora di Leningrad Cowboys Go America è elemento fondamentale del film, una miscela inusuale di rock'n'roll, punk, folk slavo e musica tradizionale russa. È un sound che fonde, tra nostalgia e riletture attuali, chitarre distorte e arrangiamenti divertenti in interpretazioni "sradicate", surreali, comiche, ma anche un po' struggenti, come la stessa esperienza della band, che cerca di riprodurre qualcosa che appartiene a un altro mondo. Pubblicata su disco, sia in formato CD, sia su vinile, è diventata un oggetto di culto per molti appassionati e molto popolare in Finlandia e tra i cultori del Cinema Indie. La sua popolarità è cresciuta nel tempo, alimentata dal culto che ha circondato il film.


Questa è la track list del film:

  • Cossack Song

  • Säkkijärven Polkka

  • Rock'n'Roll is Here to Stay

  • Tequila del songwriter e sassofonista californiano Chuck Rio

  • That's All Right Mama

  • Ballad of Leningrad Cowboys del producer britannico Nick Tesco, che interpreta un Leningrad Cowboy, e Mark Smith

  • Kuka Mitä Häh

  • Born To Be Wild (SteppenWolf)

  • Chasing the Light  di Nick Tesco e Mark Smith

  • Desconsolado (canzone popolare messicana)


Questa, invece, la track list del disco:

  • LA Woman di Jim Morrison & The Doors

  • Thru the Wire del producer britannico Nick Tesco, che interpreta un Leningrad Cowboy, e Silu Seppälä

  • Rocky VI di Nick Tesco e Silu Seppälä/Pekka Virtanen

  • una serie di canzoni del songwriter e tastierista Mauri Sumén:

  • Marching

  • Flight AY 105

  • Sunday Morning

  • Highway

  • Blue Swing

  • On the Road

  • Glamour Cowboy

  • No Man's Land

  • Ten Lost Gringos

  • Mambo from Säkkijärvi

  • Desconsolado (canzone popolare messicana)

  • Ballad of the Leningrad Cowboy di Nick Tesco e Mark Smith

  • Tequila del songwriter e sassofonista californiano Chuck Rio

  • Chasing the Light di Nick Tesco e Mark Smith


il regista Jim Jarmusch, in un cameo-tributo, è il venditore di auto usate a New York City


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