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Writer's picturePlanet Claire

JOHN ZORN NEW MASADA QUARTET 12° Torino Jazz Festival 28 aprile 2024 Auditorium del Lingotto


Eravamo in trepida attesa del live di John Zorn.

Il grande musicista, oggi settantenne, giovane, energico, creativamente fervido e iperattivo, dall’umore sempre brillante, suona un versatile sax alto e dirige il suo ensemble con uno stile “stop and start”, tra groove ipnotici e lirismo, in uno swing di melodie jazz e blues, ispirazioni mistiche e contemplative oppure intellettualmente dissonanti, emozionanti echi klezmer, cambiando continuamente registro, in maniera lucida e umoristica, ogni brano offerto con totale intensità e un sentire continuamente rinnovato.

Una performance  sontuosa, molto varia e rapida, ricca di energia equilibrata e fantasiose soluzioni armoniche e interpretative.

Sale sul palco con questa formazione meravigliosa, il suo New Masada Quartet, che Zorn ha cominciato a formare dal 2018, con il quale l’intesa è collaudatissima. E un secondo dopo siamo totalmente immersi in un paesaggio sonoro scintillante.

Il concerto è fast and furious, l’estetica è rigorosa e coordinata con totale precisione.

Zorn apre ai suoi musicisti dalla bravura incredibile un ampio spazio indipendente, che essi onorano facendo uscire note stupende.

Un concerto mirabile di una densità eccezionale. 


Dal 2018 Zorn porta sul palco per il suo nuovo quartetto Masada (fotografia sotto):

Jorge Roeder, potente basso acustico

Kenny Wollesen, batteria, dalle vigorose esplorazioni percussive

Julian Lage, chitarra elettrica, giovane sublime chitarrista, con un ruolo centrale, che porta freschezza e spaziosità al repertorio di Zorn



Un piccolo résumé della storia del grandioso progetto Masada: nel 1993, coltivando il dialogo tra le sue radici ebraiche e il jazz, Zorn iniziò a produrre una serie di composizioni, che proseguì per i successivi 25 anni, fino al 2018, con un totale di 613 pezzi, lo stesso numero dei comandamenti (mitzvoth) della Torah. Poi aveva terminato e si fermò, per fare altro! Aveva così formato il Masada Songbook, diviso in tre parti: Book One con 205 temi, Book of Angels con 316 brani e The Book Beriah (“Il libro delle origini”) con 92 brani. Molti e diversi nel tempo sono i musicisti che hanno partecipato al lungo progetto.




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