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John Zorn 12° Torino Jazz Festival Auditorium Lingotto domenica 28 aprile 2024 John Zorn visto da Mathieu Amalric

Updated: May 1

In partnership con il Museo del Cinema, il TJF porta in sala tre documentari molto belli firmati da Mathieu Amalric, in una collaborazione ammirata e affettuosa con il compositore John Zorn, che mettono in evidenza il genio, il talento e la profonda cultura del musicista.


Mathieu Amalric, eccellente regista e attore francese, a Torino è generoso del suo tempo e delle sue emozioni nell’incontro con un pubblico numeroso e attentissimo.

Il pubblico in questi tre giorni ha letteralmente avuto la possibilità di fare un’overdose di John Zorn: tre documentari della durata di circa un’ora ciascuno, cui quest’anno seguirà il quarto, appena realizzato e in uscita a Vienna, più conversazioni con il regista e deux-ex-machina di questa produzione, e soprattutto il live questa sera domenica 28 aprile nella splendida sala dell’Auditorium del Lingotto.


Zorn I (Francia, 2016, durata 54’) è quasi il film di un fan,  pieno di reverenza per il personaggio dalla personalità così gioiosa, piena di vitalità, simpatica, un musicista al tempo stesso estremamente esigente e perfettamente rispettoso.


Zorn II (Francia, 2018, durata 59’) entra meglio nelle musiche e sottolinea la mirabile bravura anche di tutti i musicisti che circondano il coltissimo autore, di cui si citano anche le radici culturali ebraiche. Tutti i musicisti dell'ensemble sono tesi a esprimere con lui uno spirito creativo radicalmente innovativo. Il documentario riporta frasi e parole di Zorn molto belle, quasi a mo' di titoli delle varie scene.


Zorn III (Francia, 2022, durata 78’) racconta le prove dell’opera zorniana Jumalattaret (Le Dee, in finlandese), composizione ispirata alla mitologia finnica scritta nel 2012 e mai prima rappresentata. È un’opera della durata di 25 minuti, con testi tratti dalla Kalevala, il poema epico nazionale finnico dedicato ai suoi eroi mitologici, cantata con una allure sublime dalla soprano Barbara Hannigan. Al punto che Zorn riesce a farle superare se stessa e esaltare la tecnica magnifica della soprano, che ha dovuto per questo lavoro sfidare difficoltà tecniche estreme, ai limiti dell’impossibile per la voce umana, e a farle incarnare la spiritualità delle dee nordiche. Hannigan in parte si fa anche co-autrice dell'opera. Il magistrale pianista che la accompagna è Stephen Gosling.


John Zorn, nato il 2 settembre 1953 a New York City, musicista eclettico, -suona sassofono, pianoforte, chitarra, batteria, percussioni, basso, pianoforte preparato,  oggetti diversi e altri strumenti- compositore e produttore discografico con la sua etichetta Tzadik Records, è una figura iconica della musica contemporanea con una carriera eccezionale che è partita dalla effervescente comunità di artisti sperimentali della scena newyorkese degli Anni Settanta, per proseguire senza soste con una vasta e innovativa produzione fino a oggi. Zorn ha sempre mescolato molti generi: avanguardia, sperimentazione, avant-rock, jazz, blues, classica, l’abrasivo grindcore, avant-garde metal, punk, klezmer e musica ebraica. Ha scritto per il Cinema, il teatro e la danza.




John Zorn, atteso questa sera in concerto all'Auditorium Lingotto di Torino



La soprano Barbara Hannigan, protagonista del film documentario Zorn III di Mathieu Amalric (2022)







Il regista e attore Mathieu Amalric ha incontrato il pubblico nella sala del Cinema Massimo di Torino, nell'ambito del 12° Torino Jazz Festival, presentando i suoi lavori su John Zorn








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