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Inside Man, serie tv creata da Steven Moffat, regia di Paul Guigan (UK, 2022) Netflix, 4 episodi

Updated: Apr 9, 2023

Le performance attoriali sono carismatiche, un cast di considerevole talento, in particolare sottolineiamo Stanley Tucci, il grande attore Italian-American dalla lunga e interessante carriera, (citiamo, tra i suoi molti titoli possibili, Il Diavolo Veste Prada girato nel 2006 dove è Nigel, l'art director braccio destro della feroce editor-in-chief Miranda/Meryl Streep) e il bravissimo attore scozzese David Tennant, (che ha lavorato molto in teatro), qui nel ruolo del vicario anglicano.


È una black comedy commissionata da BBC, sviluppata in mini-serie di quattro episodi, con un piglio piuttosto farsesco.

Ma manca il suo obiettivo: la sceneggiatura non ha senso, i colpi di scena sono talmente forzati e non credibili da scoraggiare lo spettatore, che tuttavia rimane avvinto perché vuole sapere come andrà a finire.

Inevitabile pensare "Ma perché fa questo!" ad ogni azione delittuosa dei vari personaggi, le motivazioni sono inconsistenti e insensate: lo scopo è chiaramente soltanto quello di infittire la trama, creare una suspence, portare lo spettatore fino al climax, il culmine della concatenazione degli eventi, che tuttavia non regge, è completamente privo di fondamento.


Jefferson Grieff è un criminologo che sta nel braccio della morte in Texas per aver ucciso la moglie, per ragioni che verranno spiegate forse nella (probabile) seconda stagione, e che vengono già in questa stagione confusamente accennate.

Com'è come non è, il detenuto del carcere di massima sicurezza è una sorta di Sherlock Holmes dei giorni nostri e, mentre attende la sua esecuzione capitale, gli viene concesso di incontrare persone che sono state vittime di un crimine irrisolto e ha il permesso di gestire direttamente in galera una sorta di detective agency, con l'aiuto pratico del collega detenuto Dillon (Atkins Estimond), un energumeno stupratore seriale che gli fa da segretario.

Si noti che il creatore della serie tv Steven Moffat, produttore e sceneggiatore scozzese, dal 2009 al 2017 ha scritto la serie Sherlock per BBC One. Sherlock Holmes è rimasto dentro la penna dell'autore e Stanley Tucci qui aderisce precisamente a quel modello: risolve i casi con la sua superiore capacità deduttiva, però con un filo di compiacimento e supponenza in più, che l'elegantissimo Sherlock Holmes non ebbe mai!, e con una qualche fatica nello spiegare il "mistero" agli altri personaggi coinvolti nel crime di turno, e ovviamente a noi spettatori.


La storia si sviluppa sulle due sponde dell'Atlantico e la parte che preferiamo è quella che si svolge nella sempre sonnacchiosa e affascinante provincia inglese -siamo nella Greater London-, anche perché il prison drama negli Stati Uniti è particolarmente banale.

Dotato pure di una colonna sonora insopportabile, in particolare la theme song, la sigla, è il traditional God's Gonna Cut You Down, già suonato dal grandissimo country-bluesman Johnny Cash, una canzone scelta benissimo perché parla di delitto, colpa e punizione (divina), quindi pertinente, il problema è che qui purtroppo la mitica canzone è continuamente reiterata nella fastidiosa cover di un musicista americano di nome John Grant, che trasforma l'iconico pezzo cantato da Johnny Cash con tutto il suo portato di dolore, tormento morale, redenzione, epopea nordamericana, in un pezzo molto insipido, convenzionale, privo di anima, davvero inascoltabile; tutta la colonna sonora è molto convenzionale, firmata dal compositore per il cinema David Arnold.


Intanto in Inghilterra...

Il vicario Harry mette se stesso e tutta la sua famiglia in assurdi pasticci per proteggere un indifendibile caso psichiatrico, un giovane pedofilo della sua comunità parrocchiale.

Il vicario Harry è un uomo brillante, sincero, devoto, intelligente, appassionato della sua missione; non si spiega dunque perché durante tutto il film prenda una decisione incredibilmente stupida dietro l'altra.


Vi è proprio una sorta di fallimento narrativo in questa produzione: tutto il film è costruito sull'asserzione, per altro molto interessante, che qualunque uomo, anche il più buono e onesto, potrebbe in qualunque momento commettere un omicidio, se messo davanti alla persona 'giusta' per fargli scattare l'istinto omicida: "Everyone is a murderer. You just have to meet the right person", questo è l'adagio di Jefferson Grieff/Stanley Tucci.


Tuttavia, le varie situazioni continuamente definite "inevitabili" dai personaggi durante il film, quelle che spingono il vicario e ogni altro personaggio buono e perfettamente onesto a commettere azioni criminose, sarebbero in realtà evitabilissime a ogni escalation della vicenda.

Il vicario Harry e la moglie Mary non sono affatto intrappolati “dall'inevitabile fato o dalle invincibili circostanze", quanto piuttosto da scelte sconcertanti e forzose dal punto di vista della sceneggiatura.


La parte in assoluto migliore dei quattro episodi è l'esordio britannico della prima puntata, quando sulla metropolitana Janice Fife (Dolly Wells), una donna che apprenderemo essere la tutor di matematica di Ben, il figlio adolescente del vicario, incontra per caso la giovane giornalista Beth Davenport (Lydia West).

Vi è questa scena iniziale molto bella, nel vagone della metropolitana, recitata benissimo dal un giovanissimo nuovo attore britannico Harry Cadby, cui va un grande plauso, scena che pare preludere a un film sul tema delle molestie sessuali alle donne, (tema e fil rouge che si perde poco dopo), in cui la tutor di matematica si presenta come un personaggio che emoziona, una donna tranquilla e riservata ma piena di risorse della propria intelligenza e di soluzioni strategiche eccellenti, improvvisate lì per lì.

Nessuna di queste ottime caratteristiche del personaggio si rivede in Janice per il resto del film. Boh?


Non resta che sperare che la futura Stagione 2 (per adesso annunciata informalmente), se realizzata, presenti una trama meno pretestuosa e ci permetta di apprezzare e prendere un po' più sul serio questo film recitato magistralmente.

E, per quanto mi riguarda, che sia sostituito l'autore della colonna sonora...



Stanley Tucci nei panni del criminologo Jefferson Grieff, detenuto in attesa di pena capitale dotato di una straordinaria capacità deduttiva e investigativa

prison drama... il criminologo (Stanley Tucci) e il detenuto Dillon (Atkins Estimond)

il vicario, il criminologo, la professoressa di matematica e la giovane giornalista


il vicario è David Tennant


Harry Cadby ha un breve ruolo nella prima scena del film, episodio 1: un giovane attore di strepitosa bravura

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