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Writer's picturePlanet Claire

Il Re Fanciullo: Franz Paludetto e il Castello di Rivara, Museo di Arte Contemporanea

Updated: Sep 27

Il Re Fanciullo - Portrait of the King as a Child

regia di Alessandra Lancellotti

sceneggiatura di Alessandra Lancellotti e Marlon Pellegrini 

genere: documentario 

voce narrante: Alessandra Lancellotti 

​durata: 1 h 7 m

nazione: Italia​, Portogallo

anno di realizzazione: 2023


Un'opera autoriale racconta di Franz Paludetto, uno dei più grandi galleristi italiani, e del luogo straordinario dentro cui visse: il Castello di Rivara.


Il film documentario è ambientato nel Castello di Rivara, un maniero dell’Alto Medioevo nelle valli canavesi, a 30 km da Torino, luogo affascinante che il direttore artistico e poi unico proprietario Franz Paludetto trasformò nei primi Anni Ottanta in Museo di ​Arte ​Contemporanea, con magnifici spazi espositivi e atelier per la residenza di artisti, un cenacolo artistico durato quarant’anni.


Il film ripercorre le vicende del Castello, stratificatesi nel tempo, e le vite di coloro che ​lo hanno ​​plasmato.

Si racconta dell’illustre architetto portoghese Alfredo d’Andrade (1839-1915), profondo conoscitore dei metodi costruttivi antichi, che nella seconda metà dell'Ottocento scoprì il Piemonte, si innamorò del Castello ​di Rivara e lo restaurò, in parte ristrutturando l’originale struttura medievale e in parte creando una lussuosa residenza neogotica e neobarocca.

D’Andrade è celebre per aver creato al torinese Parco del Valentino una perfetta replica di un Borgo Medioevale (1884), che è diventato uno dei landmark della città di Torino.


Ancora nell’Ottocento, il Castello di Rivara si animò della presenza dei pittori paesaggisti della Scuola di Rivara, (1860-1880), un movimento artistico anti-accademico che rappresentava la Natura in modo veritiero, (e quindi in superamento della visione inverosimile del Romanticismo), tra i precursori dell’Impressionismo francese.


Cent’anni dopo accadde a Franz Paludetto di conoscere il Castello di Rivara: lo acquisì mentre era in decadenza e con la sua energia creativa eccezionale fece il suo cenacolo artistico contemporaneo. «Il castello pareva contenere ipotesi possibili di mondo: era come se in quel luogo tanto imponente e vuoto, Franz potesse conservare l’universo. Divenne un deposito appartato e leggendario. Lui restò a vivere lì, abitando e dormendo dentro le opere.» (Marl​on Pellegrin​i, sceneggiatore)


Franz Paludetto, nato a Oderzo (Treviso) nel 1938 e morto a Rivara (Torino) nel 2023, grande visionario, geniale castellano, mecenate e mercante d’arte audace, gallerista di rilevanza storica, seppe riunire nel suo Museo di Arte Contemporanea una serie eccezionale di artisti di fama internazionale.


La giovane regista Lancellotti va dentro il suo film in conversazione con Paludetto.

Possiamo dire che essere il protagonista di questo documento è stata una delle ultime cose fatte da Paludetto in vita; infatti, scomparve il 16 maggio 2023 a 84 anni.


"Come vorrei essere un re fanciullo – diceva mia madre con un sospiro e un sorriso, perché le cose che più la seducevano al mondo erano la potenza e l'infanzia, ma le amava combinate insieme, così che la seconda mitigasse la prima con la sua grazia, e la prima arricchisse la seconda di autonomia e di prestigio." Queste parole di Natalia Ginzburg, tratte da Lessico Familiare (1963), sono la chiave di lettura che la regista Lancellotti fa del grande gallerista: lo vede nella sua potenza di sovrano e vulnerabilità di bambino. Il film è pervaso dalla malinconia dei suoi ultimi anni, che seguirono una vita indomita e avventurosa.


Il Re Fanciullo​, sceneggiato dalla stessa regista e da Marlon Pellegrini, che scrivono per il film bei testi di prosa poetica che introducono e commentano periodi diversi​, ha un’andatura onirica, plana come in volo sugli episodi della biografia di Franz Paludetto: l’affrancamento dalla famiglia d’origine in Veneto, dove il padre fu podestà fascista; la perdita traumatica dell’amatissima moglie, la pittrice Caroline Linding.

Gli Anni Ottanta, in particolare, furono l’epoca in cui la magia di Rivara si poté compiere. “[Gli anni Ottanta], nel loro essere miscela di nuovo e di vecchio, di continuità e di rottura, di splendore e di miserie, furono l’ultimo vero decennio del Novecento e il primo del XXI secolo” [...]. (Marco Gervasoni, storico).


L'autrice filma un bel racconto poetico, che non è da guardare come una biografia dello straordinario Franz, quanto piuttosto come una narrazione dai toni elegiaci, che coglie aspetti della sua esistenza, mentre volge al tramonto.


 La colonna sonora è del compositore Héctor Cavallaro e uscirà su vinile.


Soltanto cinque mesi dopo la morte di Franz Paludetto, inaspettatamente il figlio Davide, gallerista e direttore del Museo di Arte Contemporanea Castello di Rivara, venne improvvisamente a mancare, a soli 53 anni, gettando nell’incertezza il futuro artistico del ​Castello e del suo vasto patrimonio culturale.


Il documentario è stato presentato a DocsL​isboa (prima rappresentazione mondiale) e al Bellaria Film Festival (anteprima italiana), proseguendo il viaggio attraverso i festival del cinema documentaristico e tornando nella città d'origine, Torino, martedì 24 settembre 2024​ al Cinema Massimo alle ore 20:30.






Franz Paludetto, nato a Oderzo (Treviso) nel 1938 e morto a Rivara (Torino) nel 2023, gallerista storico che seppe riunire nel suo Museo di Arte Contemporanea al Castello di Rivara (Torino) una serie eccezionale di artisti di fama internazionale.







La regista Alessandra Lancellotti, già autrice di Lucus a Lucendo - A proposito di Carlo Levi (2019), documentario sul grande scrittore.

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