Il cinema ritrovato al cinema
Quattro film di Akira Kurosawa
Cinema Massimo, Torino
11 – 25 gennaio 2025
Per la rubrica Il cinema ritrovato al cinema, organizzata dalla Cineteca di Bologna, il Cinema Massimo di Torino propone quattro titoli dedicati al grande regista giapponese Akira Kurosawa (1910-1998).
Considerato il cineasta che ha fatto conoscere il cinema nipponico al resto del mondo, Akira Kurosawa è uno dei più grandi registi della storia del Cinema. Ha diretto trenta lungometraggi, numerosi cortometraggi e documentari durante la sua carriera, che si estende dal 1943 al 1993. Ha attraversato diverse fasi e generi, dalle storie epiche samurai alle opere drammatiche e psicologiche, e ha avuto una grande influenza sul cinema mondiale.
I quattro film restaurati presentati in questa mini-rassegna, riportati al director's cut, la versione ideata e voluta dal regista, senza i tagli delle case di produzione, compongono un perfetto ritratto del suo genio creativo: I sette samurai, Leone d’argento a Venezia, nella sua versione integrale, il dolente Vivere, il noir ispirato a Georges Simenon Cane randagio, l’epopea ronin di Sanjuro.
“In Kurosawa sento il grande spettacolo, che è tutto, fiaba, storia, racconto, romanzo, apologo, messaggio; sento il cinema usato in ogni suo modulo espressivo; sento l’entusiasmo e la salute del vero artista, una generosità narrativa da far invidia a un Balzac. Il suo cinema è un miracolo espressivo”. (Federico Fellini)
CALENDARIO delle PROIEZIONI
I Sette Samurai (Shichinin no samurai)
(Giappone 1954, 207’, DCP, b/n., v.o. sott.it.)
Fu uno dei suoi film più iconici.
XVI secolo. Mentre imperversano le guerre civili, i contadini di un villaggio convincono sette samurai a difenderli contro una banda di predoni. In realtà, i samurai sono soltanto sei perché il settimo (il grande attore Toshiro Mifune) è un contadino, personaggio memorabile e chiave della dialettica sociale del film fra la casta nobile dei guerrieri e il popolo umiliato. Questo aspetto fu quasi cancellato dai tagli imposti dalla produzione (quaranta minuti per l’edizione giapponese e settanta per quella internazionale) che impoverirono la complessità di tinte e registri dell'opera. Qui abbiamo la possibilità di vedere la versione integrale.
Sab 11/Lun 13/Mer 22/Sab 25, h. 16.00
Sanjuro (Tsubaki Sanjuro)
(Giappone 1962, 96’, DCP, b/n, v.o. sott. it.)
Il ronin (un samurai errante e senza padrone) Sanjuro (Toshiro Mifune) offre rifugio a nove uomini, inseguiti dai soldati di alcuni prepotenti signorotti che hanno rapito anche un funzionario a conoscenza dei loro soprusi. Sanjuro libererà il funzionario e punirà i feudatari riportando la pace nella zona. Raffinata e ironica favola sui pericoli della violenza e al tempo stesso film di iniziazione.
Sab 11, h. 20.30/Mar 14, h. 16.00/Mar 21, h. 16.00
Vivere (Ikiru)
(Giappone 1942, 143’, DCP, b/n, v.o. sott. it.)
Trent’anni di lavoro in un ufficio municipale hanno reso Watanabe un burocrate indifferente che trascina inutili giornate. Ma, quando scopre di avere un cancro che gli lascia pochi mesi di vita, prima sprofonda nella disperazione, poi tenta di abbandonarsi a una notte di piaceri, infine si consacra a una causa civile, riscattando la sua esistenza.
Dom 12, h. 15.30/Lun 20, h. 20.30/Mar 21, h. 18.00
Cane Randagio (Nora Inu)
(Giappone 1949, 122’, DCP, b/n, v.o. sott. it.)
Con un realismo quasi à la Simenon, un grande noir che trascende il genere: “Ishirō Honda dirigeva la seconda unità. Ogni mattina gli dicevo che cosa mi serviva e lui andava a filmarmelo fra le rovine della Tokyo postbellica. Dicono spesso che in Cane randagio ho colto molto bene l’atmosfera del Giappone postbellico; se è così, devo in buona parte questa riuscita a Honda” (Akira Kurosawa). L'atmosfera distrutta e desolata della Tokyo postbellica è stata cruciale per il successo visivo del film e il grande Kurosawa da molto credito al co-regista Honda, (che in seguito ha creato la serie di Godzilla e ha diretto numerosi film di mostri che hanno avuto un impatto duraturo sulla cultura popolare in tutto il mondo). Cane Randagio è un dramma noir, con i classici temi di corruzione, disillusione e redenzione, ambientato in una società segnata dalla povertà e dalla disgregazione morale. Murakami (Toshiro Mifune) è un giovane detective della polizia di Tokyo, alle prese con il furto della sua pistola, rubata durante un'indagine. La pistola, una Colt 45, finisce nelle mani di un ladro che inizia a commettere crimini violenti. La perdita dell'arma è un duro colpo per Murakami, che si sente responsabile e desidera recuperarla a ogni costo. Tormentato dalla vergogna di aver perso la sua arma, scava sempre più a fondo nel sottobosco criminale della città, nonostante la sua incompetenza iniziale e il disprezzo dei suoi superiori. Man mano che la sua indagine prosegue, Murakami diventa sempre più ossessionato dal recupero della pistola e dall'inseguimento del ladro, perdendo di vista i suoi principi morali e rischiando di cadere nelle stesse trappole della criminalità che sta cercando di combattere. Ma Murakami trova un valido aiuto nell'esperto detective anziano in Sasaki (interpretato da Takashi Shimura), saggio e stabile, mentre Murakami è impulsivo e confuso. Alla fine, Murakami riesce a recuperare la pistola e arrestare il ladro, ma la vicenda lo porta a una comprensione più profonda della sua stessa vulnerabilità e della corruzione che permea la società. L'indagine, pur risolvendo il caso, non restituisce a Murakami la serenità che sperava di trovare: la sua visione del mondo è cambiata e il senso di colpa e la perdita di innocenza lo accompagneranno per sempre.
Dom 12, h. 20.30/Mar 14, h. 18.15/Ven 24, h. 16.00
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