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Writer's picturePlanet Claire

IL CINEMA DI SEMBÈNE OUSMANE

Updated: Jan 22

Museo Nazionale del Cinema - Cinema Massimo, via Verdi 18, Torino

dal 9 al 23 gennaio 2024

Il Museo Nazionale del Cinema dedica una retrospettiva molto interessante e completa al regista senegalese Sembène Ousmane, il padre delle cinematografie africane.

Nel 2023, a cento anni dalla nascita di questo autore, in tutto il mondo il suo cinema è stato riscoperto e onorato.

Sembène è il regista più importante, rivoluzionario e popolare dei Cinema del continente africano. Profondamente radicato nelle sue radici, fu portavoce del discorso panafricano. Il Panafricanismo è il movimento mondiale che, al di là delle divisioni delle diverse nazioni africane, incoraggia a rafforzare i legami di solidarietà tra tutti i gruppi etnici dell'Africa, incluse le comunità della diaspora di origine africana, disperse in ogni angolo del mondo.


Sembène si formò da autodidatta in Francia. Apparteneva al Senegal e conosceva profondamente le diverse culture del suo Paese. Ma assorbì anche pienamente la cultura occidentale francese. E nella sua opera riunì queste sue due parti, l'europea e l'africana, in una libertà di creazione agita e rivendicata sulla base della sua identità e al contempo aperta alle influenze culturale delle cinematografie del resto del mondo.


In sala, si rende omaggio ai suoi film, una decina, molto belli, che narrano mezzo secolo di storia africana con linguaggio popolare, raffinata ricerca estetica e ironia.

Il cinema di Sembène è complesso, poetico e militante al contempo, dominato da un profondo desiderio di libertà per tutta l'umanità e dall'impegno politico.

La sua arte è profondamente africana, ma ha una valenza universale: questa è la sua grandezza, rintracciabile sia nei suoi romanzi sia nei suoi film.

Lottò contro la colonizzazione e anche contro le élite che presero il potere dopo l'indipendenza, lottò contro l'imposizione delle religioni, non già contro le religioni stesse, ma contro la loro imposizione violenta e autoritaria e funzionale alla sottomissione della gente.


L'artista (1923-2007) ebbe una vita avventurosa, caratterizzata da progetti energici e una forte determinazione a riuscire. Nato in una famiglia di pescatori Lebou, Sembène fu operaio meccanico, muratore, fuciliere nell'esercito francese, quindi emigrò clandestinamente in Francia e fu portuale a Marseille, dove si spese nelle lotte operaie, e dove conobbe lo scrittore africano-americano Claude McKay, di origine giamaicana, figura-chiave della Harlem Renaissance, movimento letterario che denunciava l'iniquità razziale subíta dagli immigrati neri. Sembène scelse poi il ritorno in Senegal nel momento dell’indipendenza, il 1960, e continuò la sua lotta contro ingiustizia, soprusi, ogni dominazione. Alla sua opera di scrittore si affiancò da quel momento, all'età di quarant'anni, l'opera di regista cinematografico, poiché si rese conto che il Cinema era il modo per poter raggiungere il pubblico africano che non sapeva leggere, non conosceva il francese e quindi non poteva essere raggiunto dal suo messaggio veicolato da un libro.

In Africa Sembène conobbe il grande leader congolese Patrice Lumumba, condividendone l'umanesimo e gli alti ideali di indipendenza, uguaglianza, libertà, uno dei primi uomini politici a riscrivere la narrazione dell'Africa in chiave non colonialista, con una grandezza, una verità e un coraggio che purtroppo pagò con la vita, assassinato nel 1961.


In un'intervista del 2005, Ousmane Sembène disse: "Nella società tradizionale da cui io provengo, sia tra le popolazioni Mandinka, Bambara o Fulani, noi abbiamo la tradizione del narratore, lo storyteller chiamato griot. Il suo ruolo è quello di registrare i ricordi degli avvenimenti e della quotidianità. La notte, la gente si radunava intorno al griot e ascoltava queste storie. Penso che ci siano affinità tra me stesso e questi cantastorie; nella società tradizionale il narratore griot era autore, regista, attore e musicista della sua storia. Aveva un ruolo molto importante nel tenere unita la società. Oggi, con le nuove tecnologie e gli strumenti che possediamo, penso che possiamo ispirarci ai griot e fare il nostro lavoro." (trad. mia)


Ousmane Sembène è dunque una figura storica; è il primo regista africano a dirigere un lungometraggio, negli anni Settanta. La sua figura è rispettata per la sua alta qualità cinematografica. I suoi film sono di altissimo livello, hanno uno sguardo coraggioso e molto attento, una profonda capacità di osservazione critica. Sembène non ebbe mai intenzione di realizzare documentari, tutti i suoi film sono fictional; parte dal radicamento nella realtà africana e vi costruisce dentro una elaborazione narrativa profondamente realista.

In ogni sua opera l'autore non da soluzioni, ma pone le domande giuste e più urgenti e spinge il pubblico a interrogarsi. In ogni sua opera c'è la ricerca artistica coniugata con la militanza sociale e politica.


Una influenza fu anche il cineasta e antropologo francese Jean Rouch, promotore del Cinema Verité negli anni Cinquanta e Sessanta.


La retrospettiva è realizzata con la partecipazione dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza (Grazia Paganelli) e dell’Associazione Senegalesi di Torino.



PROGRAMMA di martedì 9 gennaio 2024


Martedì 9 gennaio 2024, h. 20.30 Borom sarret (Il Carrettiere) (Senegal 1962, 20’, DCP, b/n, v.o. sott. it.) La retrospettiva inizia con i suoi primi lavori cinematografici degli Anni Sessanta. Il film, molto bello, è l'avventura di un poverissimo carrettiere di Dakar, borom sarret è 'carrettiere' in lingua Wolof, che nell'arco di una giornata riesce a perdere tutto ciò che possiede. Una giornata come tante altre fino a quando un cliente gli chiede di portarlo al Plateau, il lussuoso quartiere moderno, vietato ai carretti.

La voce off che ascoltiamo è quella dello stesso regista.

Questo film è ispirato, raccontò Sembène, a Ladri di Biciclette di Vittorio De Sica, capolavoro del neorealismo italiano. La proiezione sarà introdotta dalla prof. Daniela Ricci, promotrice e curatrice di questa retrospettiva, da Alain Sembène, uno dei figli del regista, e da Catherine Ruelle, produttrice e critica di cinema; già Presidente onoraria dell'8° Festival International du Film Panafricain di Cannes nel 2011; memoria vivente del Cinema d'Africa; reporter; collaboratrice storica di Radio France Internationale, RFI Afrique.

Martedì 9 gennaio 2024, h. 20.50 Albourrah (Senegal 1962, 20’, DCP, b/n, v.o. sott. it.) La storia di Borom Sarret raccontata dal punto di vista del cavallo Albourrah.

Martedì 9 gennaio 2024, h. 21.10 Billy Woodberry Marseille après la guerre (Usa 2005, 11’, DCP, col., v.o. sott. it.) Una selezione di fotografie in bianco e nero raccolte dal regista africano-americano Billy Woodberry a documentare la vita e il lavoro al porto di Marseille nel secondo dopoguerra, con una attenzione riservata ai lavoratori di origine africana e allo sciopero del 1947, al quale partecipò lo stesso Sembène.

Martedì 9 gennaio 2024, h. 21.20 Niaye (Senegal 1964, 29’, DCP, col., v.o. sott. it.) Un film bellissimo e rarissimo da vedere.

Una ragazza di tredici anni, appartenente a una casta nobile, figlia del capo di un piccolo villaggio africano, è colpita da una gravidanza indesiderata incestuosa, suo padre la ha violata. Il film racconta le reazioni, tra indignazione e violenza, della comunità. Alla fine la ragazza dovrà allontanarsi dal villaggio. La storia è osservata dal griot del villaggio, cantore degli avvenimenti e coscienza critica.

Tratto dall’omonimo racconto di Sembène.

A seguire Sembène par Sembène

cortometraggio di Catherine Ruelle, che raccoglie conversazioni e commenti del regista in senso autobiografico sul significato di essere artista per il suo popolo.



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PROGRAMMA di mercoledì 10 gennaio 2024



Mercoledì 10 gennaio 2024, h. 15.45 Mandabi (Senegal 1968, 92’, DCP, col., v.o. sott. it.) Il primo film a colori di Sembène e il primo film in lingua Wolof.

Ibrahima Dieng, cinquantenne analfabeta e disoccupato, riceve all'improvviso un vaglia da parte del nipote spazzino in Francia di 20.000 franchi. Si rende conto subito, però, di non poterlo incassare perché non possiede documenti d’identità. La proiezione sarà introdotta da Catherine Ruelle.

Mercoledì 10 gennaio 2024, h. 18.15 Emitaï (Senegal 1971, 103’, DCP, col. v.o. sott. it.) Film storico molto bello che racconta una vergognosa pagina della Storia coloniale.

All'epoca il film fu censurato nell'Africa francofona.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, le truppe francesi giungono nel villaggio tribale Diola per arruolare a forza gli uomini abili e condurli in Europa a combattere. I giovani uomini senegalesi non vogliono aderire a una guerra dell'uomo bianco, che non li riguarda e per la quale sanno che potrebbero morire inutilmente. Ma partono costretti da ricatti atroci e violenze da parte della milizia francese. Più tardi le truppe francesi tornano al villaggio per confiscare il riso, frutto del duro lavoro agricolo degli africani. I comandanti francesi non risparmiano ulteriori umiliazioni, minacce e arrivano a compiere gesti criminali, come l'uccisione di un ragazzino senza alcun motivo e altri omicidi a colpi d'arma da fuoco, mettendo il pacifico villaggio in una situazione impossibile da gestire. Le donne nascondono il raccolto e per questo i miliziani francesi le costringono a sedersi al sole fortissimo per ore come punizione. Gli anziani si consultano con gli Dei, (il titolo del film è il nome di una divinità del popolo Diola), e il regista Sembène mostra con la sua narrazione quanto vuota e assente sia la risposta della religione di fronte alle tragedie politiche e di fronte alla violenza disumana del colonialismo. Gli abitanti del villaggio restano tutti molto dignitosi e coraggiosi. Ma gli eventi degenerano in una immane tragedia.

Il film ha una grande forza espressiva e visivamente è pregevole. La proiezione sarà introdotta da Catherine Ruelle e Alain Sembène.


Mercoledì 10 gennaio 2024, h. 20.30 Fatma Zohra Zamoum Le docker noir, Sembène Ousmane (Francia 2011, 52’, DCP, col., v.o. sott. it.) Nel 1956, uno scaricatore di porto di Marsiglia scrive un romanzo intitolato Le docker noir. Quest'uomo è Sembène Ousmane, destinato a diventare regista e scrittore tra i più importanti dell’Africa subsahariana. Questo documentario propone il ritratto dell'uomo attraverso la sua opera, che si estende lungo l’arco di quarant'anni, un'opera universale ma radicata nella storia del suo paese. La proiezione sarà introdotta dalla regista Fatma Zohra Zamoum, da Catherine Ruelle e da Alain Sembène.



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PROGRAMMA di giovedì 11 gennaio 2024


Giovedì 11 gennaio 2024 alle 18.00 al Circolo dei Lettori (Via Bogino 9, Torino) si parlerà dell'opera letteraria di Sembène Ousmane, altrettanto ricca e ribelle. Sembène scrisse, a partire dal 1956, una decina di libri, che rappresentano una satira caustica, una critica appassionata della società senegalese.

Il suo primo romanzo fu in parte autobiografico, Le Docker Noir, sulla sua esperienza di scaricatore portuale a Marseille.

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PROGRAMMA di venerdì 12 gennaio 2024


Venerdì 12 gennaio 2024, h. 15.30 Ousmane Sembène/Thierno Faty Sow Camp de Thiaroye (Senegal/Tunisia/Algeria 1988, 157’, DCP, col., v.o. sott. it.) Film storico. In Senegal, nel 1944, il campo di smistamento di Thiaroye alla periferia di Dakar, accoglie i soldati di fanteria africani, che hanno valorosamente combattuto in Europa contro i nazisti e che ora debbono essere pagati e rimpatriati nei loro Paesi. Presto si rendono conto che saranno pagati molto meno di quanto era stato loro promesso. Gli uomini si ribellano ma questo non fermerà il massacro che li aspetta.

Premio Speciale della Giuria a Venezia. La proiezione di venerdì 12 gennaio sarà introdotta da Giuseppe Gariazzo, autore di saggi sul Cinema e autore del libro Breve Storia del Cinema Africano e da Moustapha Fall, Presidente dell'Associazione Senegalesi di Torino.

Venerdì 12 gennaio 2024, h. 18.30 Ceddo (Senegal/Francia 1977, 120’, DCP, col., v.o. sott.it.) Film storico. Ambientato in un periodo imprecisato tra il XVII e il XIX secolo, il film è incentrato sui Ceddo, “il popolo del rifiuto” che respinge un regime complice dell’ascesa al potere del fanatismo islamico e del lento ma duraturo dilagare della schiavitù e del colonialismo euroamericano. I Ceddo rapiscono la principessa Dior e chiedono un cambiamento immediato nella gestione del sistema politico, ma saranno espulsi e costretti all’esilio e alla conversione religiosa. La proiezione di venerdì 12 gennaio sarà introdotta da Paola Olivetti, curatrice di saggi sul Cinema africano e da Birame Thiam.

venerdì 12 gennaio 2024, h. 21.00 Xala (Senegal 1975, 123’, DCP, col., v.o. sott. it.) Film ironico, è la storia di El Hadj, uomo d'affari senegalese sulla cinquantina, che si sposa per la terza volta, ma la sera delle nozze si scopre, improvvisamente, impotente. Pensando ad una maledizione, si reca da vari guaritori, senza ottenere alcun risultato. Il film è tratto dal romanzo omonimo di Sembène Ousmane. La proiezione sarà introdotta da Giuseppe Gariazzo e Alain Sembène.

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PROGRAMMA di SABATO 13 gennaio 2024


Sabato 13 gennaio 2024, h. 16.00 Moolaadé (Senegal/Burkina Faso 2003, 124’, DCP, col., v.o. sott. it.) Collè Ardo è l'unica madre nel suo villaggio a non aver escisso la figlia. Un giorno quattro bambine si recano a casa della donna e le chiedono moolaade, protezione, perché neppure loro vogliono subire la mutilazione genitale. La donna tende una corda all'entrata della propria capanna che nessuno potrà oltrepassare. Il villaggio è in subbuglio contro la donna, ma lei cerca di resistere e di far valere le proprie ragioni e quelle delle bambine. La proiezione di sabato 13 gennaio sarà introdotta da Cecilia Pennacini, professoressa di Antropologia Culturale e autrice.

Sabato 13 gennaio 2024, h. 18.30 La noire de… (Senegal/Francia 1966, 65’, DCP, b/n, v.o. sott.it.) Un film drammatico molto importante. La storia vera della giovane senegalese Diouana che si trasferisce da Dakar ad Antibes per lavorare come domestica in casa di una coppia francese. Diouana spera di lavorare come governante dei tre bambini e si aspetta un nuovo stile di vita che le permetta di conoscere la Francia e iniziare una nuova vita ricca di novità e opportunità. Ben presto, Diouana vedrà infrangere le sue speranze a causa della disumanità colonialista dei suoi datori di lavoro.

Il primo lungometraggio di Sembène Ousmane è un attacco spietato allo sfruttamento neocoloniale, che assomiglia troppo allo schiavismo. La proiezione sarà introdotta da Micaela Veronesi, storica e critica del Cinema.

Sabato 13 gennaio 2024, h. 19.35 Tauw (Senegal/Usa 1970, 27’, DCP, col., v.o. sott. it.) Due ragazzi, Tauw, ventenne disoccupato, e Ouman, 11 anni, vivono con la famiglia in povertà. È difficile trovare lavoro, l'istruzione religiosa musulmana è molto dura e severa, il sacerdote musulmano che è loro maestro è un approfittatore. I ragazzi sono molto dignitosi e hanno buona volontà, ma sono disorientati e impreparati ad affrontare le realtà di una società in cambiamento, dopo l’indipendenza, che non offre loro nulla. La proiezione sarà introdotta dalla Prof. Daniela Ricci.

Sabato 13 gennaio 2024, h. 20.30 Guelwaar (Senegal/Francia 1992, 115’, DCP, col., v.o. sott. it.) Un film molto bello, di forte impatto ironico e critico, racconta di un importante difensore dell'Africa incorrotta e libera che viene assassinato e, per un errore amministrativo, pur essendo egli cattolico, viene sepolto nel cimitero musulmano. Scoppia una feroce disputa tra i due gruppi sociali musulmano e cristiano, che ci mostra l'importanza assoluta del rito funebre. Il regista denuncia l'accettazione dei doni dei benefattori stranieri, gli aiuti alimentari, che umiliano e rende il popolo asservito, mentre dilaga la corruzione e la ruberia tra i funzionari e le autorità di ogni rango.

Un film di grande valore politico e di notevole bellezza visiva, una storia dai molteplici personaggi affascinanti. La proiezione sarà introdotta dalla Prof. Daniela Ricci e dal regista Amadou Dieng.

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PROGRAMMA di domenica 14 gennaio 2024


Domenica 14 gennaio 2024, h. 18.00 Faat Kiné (Senegal 2001, 120’, DCP, col., v.o. sott. it.) Faat-Kine, sua madre Mami, e sua figlia Aby. Kine è la direttrice di una stazione di servizio, vive sola con i suoi due figli. A quarant'anni rifiuta di cedere alla stigmatizzazione delle madri single e cerca il successo in un campo dominato dagli uomini. Attraverso il ritratto di tre generazioni di donne, Ousmane Sembène racconta la storia della società senegalese in piena trasformazione. La proiezione sarà introdotta dalla Prof. Daniela Ricci e da Annamaria Gallone, regista e giornalista.


NOTA BENE: nella settimana seguente e fino al 23 gennaio 2024, i film della rassegna andranno in replica nello stesso cinema.

Cliccando qui, troverete il programma completo con le repliche.






Mbissine Thérèse Diop è la protagonista di La noire de...: molto brava








il regista e scrittore Ousmane Sembène (1923-2007)

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