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Writer's picturePlanet Claire

IL CINEMA DI BONG JOON-HO

"I wanted to show reality - the incredibly comic juxtaposed and combined with the horrifying" (Bong Joon-Ho)


È in corso (febbraio 2020) una eccezionale personale del regista sud-coreano Bong Joon-ho (prn. Bon Giunò), l'autore dell'acclamato Parasite. Si svolge nella scomodissima saletta 3, sempre tutta esaurita, al piano superiore del Cinema Massimo, sempre lodevole per la sua programmazione interessantissima. Questa personale è del tutto imperdibile per il cinefilo.

Il cinema coreano è diventato qualcosa di straordinario negli ultimi vent'anni, anche perché il Korean Film Council ha fortemente promosso la cinematografia di elevata qualità, facendo pure una diffusione culturale notevolissima, mettendo a disposizione di tutti la visione gratuita di cento film di qualità. Non a caso, in questo ambiente di fermento qualitativo, oltre a Bong Joon-Ho, operano registi bravissimi quali Kim Ki-duk, Park Chan-wook, Kim Jee-woon, Im Kwon-taek, etc.

In questi giorni, dunque, stiamo vedendo tutti i film precedenti a Parasite, dei quali uno già era uscito nelle sale, il suo primo film fatto a Hollywood: Snowpiercer (2013), magistrale.


Segnaliamo il favoloso Barking Dogs Never Bite, del 2000, la sua prima opera. Un film comico e drammatico, che ha un po' il linguaggio del Manga -graphic novel-, con a tratti quel caos in scena un po' da "oggi le comiche" visto in Parasite, inseguimenti a piedi semplicemente magnifici, protagonisti interessanti, una storia satirica che è sottesa da una convinta protesta politica e sociale.


Okja (2017) e The Host (2006) si trovano anche su Netflix e sono film molto belli, hanno tutti gli ingredienti che contraddistinguono questo regista: umorismo un po' noir, sarcasmo, contrapposto all'orrore, pertanto denuncia, e i personaggi sono perfetti, la fotografia è magnifica, la musica più che azzeccata.


Cercate anche Memories of Murder (2003) ovunque in rete, è il suo secondo feature, era stato presentato al 21mo TFF nel 2003, dove vinse un paio di premi collaterali.


I suoi film di pungente critica sociale e politica raccontano di uomini e donne coinvolti in universi sbagliati, nei quali la rottura del "meccanismo" si è ormai trasformata in catastrofe.





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