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Writer's picturePlanet Claire

FLEE (titolo originale: FLUGT, la fuga) di Jonas Rasmussen e Amin Nawabi (Danimarca, 2021)

Finalmente in distribuzione nelle sale cinematografiche italiane dal 10 marzo 2022, è un film molto bello, che merita attenzione.

È anche tristemente pertinente per questo periodo storico della belligerante aggressione russa all'Ucraina, perché rievoca una precedente guerra scatenata dalla Russia in Afghanistan.


Il film è stato presentato in anteprima, il 9 marzo 22, a cura del 37 Lovers, film festival di cinema a tematica omosessuale, che si terrà dal 26 aprile al 1 maggio 2022 a Torino.

È la storia vera di un uomo che, alla vigilia del suo matrimonio, si impegna a raccontare al suo partner il suo passato, che aveva dovuto tenere nascosto: un potente racconto autobiografico di scoperta di sé. Riaffiorano dolenti gli episodi della sua vita fino a quel momento, come in un percorso psicanalitico e il film li rivela con sobrietà e poesia. Un'opera molto toccante, che ha forte suspence e anche momenti di leggerezza e divertimento, nonostante temi altamente drammatici e profondi.

Scritto con grande intelligenza e garbo dal regista danese Jonas Rasmussen con il suo partner Amin Nawabi, (pseudonimo utilizzato per proteggerlo), un afghano la cui famiglia fu perseguitata dalla distruttiva invasione russa dell'Afghanistan del 1979. Il padre è militare e viene ingiustamente incarcerato quale nemico del nuovo violento regime. La madre, i fratelli e le sorelle sono costretti, per salvarsi la vita, a intraprendere la spaventosa e pericolosissima odissea dell'emigrazione clandestina consegnando a caro prezzo il proprio destino nelle mani dei trafficanti di uomini.

Ma questo film non è soltanto la terribile storia vera di una emigrazione, non è soltanto una emozionante storia di sopravvivenza di un gruppo di perseguitati, è molto di più: è la storia di un uomo che si libera la coscienza, si consegna con tutta la propria difficile verità al suo compagno, che lo accoglie con tatto, rispetto, pazienza.

La decenza, pulizia morale e generosità della società civile danese viene automaticamente messa in risalto da questo film, che tuttavia mantiene un tono sommesso. Non vi è traccia di autocelebrazione. Il giovane rifugiato afghano riuscirà a diventare un accademico internazionale e a studiare all'università della Ivy League di Princeton, esprimendo in ogni istante della sua vita, anche tramite il proprio brillante impegno professionale, immensa gratitudine verso i suoi familiari, i cui sacrifici gli hanno permesso di ricostruirsi una vita in un luogo sereno e progressista, lontano dalla guerra, dalla crudeltà della sopraffazione e della corruzione.

Il film utilizza in modo affascinante il linguaggio del CINEMA D'ANIMAZIONE, che, (oltre a meglio proteggere le identità delle persone reali coinvolte), aggiunge poesia e intimità alla narrazione.

Presentato l'anno scorso al Sundance, dove ha vinto, ha poi raccolto consensi unanimi e premi prestigiosi nei film festival internazionali a Cannes, Annecy, Toronto, Londra, Manchester, Detroit, Boston, New York, e via elencando, nonché importanti riconoscimenti dalle associazioni di film critics e film journalists di mezzo pianeta: l'elenco dei premi ricevuti da questo film è lungo una intera pagina!

Condividiamo l'ammirazione per quest'opera unica e indimenticabile, che ha il pregio di raccontare con delicatezza poetica una dolorosa storia autentica di grandi sentimenti e sconvolgenti avventure, senza tralasciare la tensione narrativa e il sorriso.












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