FILM FESTIVAL SOTTO18, 25° edizione, Torino 12-16 dicembre 2024
MEMOIR OF A SNAIL (Diario di una lumaca, traduzione del titolo mia)
È un film d’animazione molto bello che abbiamo avuto il privilegio di vedere al Film Festival Sotto18, un prezioso gioiello cinematografico torinese giunto alla 25ª edizione. Sotto18 ha la vocazione del cinema per i giovanissimi, ma propone anche opere destinate a un pubblico adulto.
La distribuzione cinematografica in Italia, purtroppo, spesso non rende giustizia a film di alta qualità. Questo film in particolare è difficile da vedere in Italia, non è distribuito al momento; è pure difficile comprarlo sulle piattaforme di streaming. Così, la proiezione del Film Festival Sotto18 è davvero di valore.
Il film racconta la storia agrodolce di Grace Pudel, una donna che narra la sua vita cominciando dall’infanzia, a Sylvia, una semplice lumaca da giardino. Grace è una solitaria disadattata con una passione per la raccolta di lumache ornamentali. I lutti familiari seguiti dalla dolorosissima separazione dal suo fratello gemello Gilbert, un ragazzino appassionato di giocoleria e esibizioni da mangiafuoco, la getta in una spirale di ansia e angoscia che la porterà all'obesità. Nonostante una serie continua di difficoltà, di isolamento e di incontri con persone ambigue, trova ispirazione e speranza grazie alla inattesa amicizia con un’anziana eccentrica di nome Pinky, piena di grinta e voglia di vivere.
Realizzato dallo sceneggiatore e regista australiano Adam Elliot, uno dei più ammirati e premiati autori d’animazione al mondo, Memoir of a Snail è una cronaca toccante e divertente sulla vita di un’outsider che ritrova fiducia in sé stessa e speranza tra il disordine di una quotidianità piuttosto stramba.
“La vita può essere compresa solo all'indietro, ma dobbiamo viverla in avanti”
(Søren Kierkegaard).
Questo motto, che appare nella prima inquadratura, sintetizza il tema del film.
È il secondo lungometraggio di Adam Elliot, famoso per la sua arte in plastilina cui da vita con la paziente tecnica di animazione della stop-motion.
Memoir of a Snail fa parte della sua "Trilogia delle Trilogie", il complesso dei suoi lavori, tutti meticolosamente e mirabilmente realizzati a mano, che sono le opere che Elliot ha deciso di realizzare nella sua carriera di animatore. Questa la promessa dell'autore a se stesso: "Quando studiavo cinema al Victorian College of the Arts, nel 1996, a ventiquattro anni, ho formulato la strategia di fare solo nove film nel corso della mia carriera e chiamarli “Trilogia delle trilogie”: tre cortometraggi brevi (meno di dieci minuti), tre cortometraggi lunghi (circa venti minuti) e una trilogia di lungometraggi (circa 90 minuti). Sono fortunato di averne realizzati sette, ne devo ancora fare due!"
Prodotto da Liz Kearney, questo film è stato interamente realizzato con la tecnica della stop-motion: ogni singolo oggetto di scena, set e personaggio è un oggetto unico e tangibile creato a mano da un team di artisti che ha impiegato quasi un anno per realizzare i 7.000 oggetti necessari a raccontare la storia di Grace, utilizzando materiali semplici come plastilina, filo di ferro e pittura. Centinaia di braccia, visi, occhi, bocche, scenografie e altri dettagli sono stati animati, portati in vita, fotogramma per fotogramma, dall'esperto team australiano dei collaboratori del regista, che hanno trascorso migliaia di ore al buio per muovere ogni personaggio un fotogramma alla volta.
Elliot, in un video-saluto da remoto prima della proiezione, è orgoglioso di sottolineare che nelle sue opere non c’è un solo fotogramma generato dalla CGI, Computer Generated Imagery: tutto è artigianale e manuale.
Il direttore della fotografia Gerald Thompson e il suo team hanno illuminato oltre 200 set durante le 33 settimane di riprese, catturando 135.000 fotografie per creare il film.
Come nelle opere precedenti, tutte dedicate -come questo film- al pubblico adulto, la storia trae ispirazione da esperienze personali e familiari del regista. Elliot esplora temi complessi, spesso cupi, mitigati da momenti di umorismo e conditi dal calore affettivo di una morale positiva.
Il film è il seguito -attesissimo- di Mary and Max, film del 2009, con la voce di Phillip Seymour Hoffman. Mary and Max è il precedente e primo lungometraggio d'animazione in stop-motion di Elliot. Racconta la straordinaria storia di Mary, una bambina che vive nella periferia residenziale di Melbourne, Australia, negli anni Settanta. È una bambina solitaria e insicura, con una macchia di nascita sulla fronte, una madre alcolizzata e un padre distante. Un giorno, curiosa di sapere come vivono le persone in America, decide di scrivere una lettera a caso a un nome trovato sull'elenco telefonico. La lettera arriva a Max Jerry Horowitz, un uomo di 44 anni che vive a New York City. Max è un uomo obeso, solitario e con la sindrome di Asperger. Ha difficoltà a comprendere le emozioni e le relazioni umane, ma è affascinato dalla lettera di Mary e decide di rispondere. Nasce così una corrispondenza epistolare che durerà più di 20 anni, creando un legame profondo tra i due. Attraverso le lettere i due condividono dettagli privati delle loro vite, insicurezze, paure e sogni. Mary racconta delle sue difficoltà a scuola, del bullismo subíto e del desiderio di trovare il suo posto nel mondo. Max, invece, le parla delle sue difficoltà quotidiane nel comprendere il mondo che lo circonda e delle sue ossessioni (come i panini al cioccolato e i cartoni animati). La narrazione è ricca di umorismo e pathos, i temi del film sono la solitudine, la diversità e l'importanza delle connessioni umane. Il legame profondo e autentico tra i due personaggi supera le barriere geografiche e personali, culminando in un finale emozionante che celebra la fragilità e la bellezza delle relazioni.
Elliot descrive così il suo approccio:"Memoir of a Snail è la mia settima clayography, un termine che ho coniato per definire un'opera biografica realizzata con la plastilina (clay). Non pianifico nel dettaglio le sceneggiature; il mio processo di scrittura è un po’ anticonvenzionale, a volte va all’indietro. Inizio con tutti i vari ingredienti e i dettagli che vorrei nel mio film e poi trovo un modo per metterli insieme. Scrivo e riscrivo finché alla fine appare una sorta di struttura. I miei protagonisti sono emarginati e le storie celebrano la diversità. Mi piace aggiungere stranezze e idiosincrasie ai personaggi per renderli empatici e reali. Le mie storie riflettono la vita quotidiana, ispirandosi ai miei parenti, amici e alle persone comuni e stravaganti che incontriamo per strada. Celebro i momenti di gioia e esprimo il lato oscuro delle sfide della vita. Da oltre trent'anni il mio obiettivo è stato semplice: far ridere il mio pubblico e farlo piangere.”
L’idea per questo film nasce anche dall’esperienza con la madre del regista, una semi-accumulatrice compulsiva, e dalla riflessione sui legami emotivi che abbiamo con gli oggetti. Questo spunto si intreccia anche con la storia di una amica dall’infanzia traumatica, che ha trasformato le sue difficoltà in una vita affascinante e complessa ed è stata una forte ispirazione per questo soggetto. Dice il regista: "Perché collezioniamo cose inutili e quando ciò diventa un problema? Tutti noi abbiamo legami emotivi con gli oggetti che raccogliamo e custodiamo. La psicologia del perché decidiamo di portare con noi questi oggetti per tutta la vita mi incuriosisce. Qualche anno fa ho iniziato l'arduo compito di ridimensionare i possedimenti di mia madre. Ho iniziato a chiedermi se si trattasse di una accumulazione patologica o solo di un'enorme collezione. Stavo giudicando mia madre oppure io avevo il suo stesso problema? Queste domande si sono evolute nella narrazione di questo film, che vedo come un'analisi di mia madre, ma anche di me stesso. Ho appreso che l’accumulazione non è rara, semmai è una specie di epidemia, nonché il risultato del consumismo dilagante. Ho scoperto che gli accaparratori estremi hanno spesso subito una perdita traumatica nella loro vita: la morte improvvisa di un membro della famiglia."
Nella scelta del cast vocale, il regista punta sempre su autenticità e unicità e sceglie attori eccellenti. Sarah Snook è stata scelta per la sua voce naturale e sincera, perfetta per il ruolo di Grace. Jacki Weaver interpreta Pinky con ilarità e eccentricità, mentre Dominique Pinon è Percy Pudel, il padre giocoliere e alcolizzato di Grace e Gilbert. Kodi Smit-McPhee, giovanissimo attore australiano, visto anche in The Power of the Dog di Jane Campion (2021) è la voce del gemello Gilbert, scelto per la malinconia, la bellezza e l’empatia che infonde ai suoi personaggi. Rilevante la partecipazione di Nick Cave in un poetico cameo vocale. Curiosamente, Nick Cave è anche un ceramista e uno scultore che usa la clay.
La colonna sonora, composta da Elena Kats-Chernin, aggiunge profondità emotiva al film. Registrata con l’Australian Chamber Orchestra e il coro Cantillation, include il tema struggente di Grace, cantato dal soprano Jane Sheldon.
Elliot racconta il proprio processo creativo: "La città di Melbourne ha avuto uno dei lockdown più lunghi del mondo, ma per fortuna ho potuto passare il mio periodo di reclusione a preparare il film. Per cinque mesi ho disegnato a mano1600 pannelli dello storyboard su pezzi di carta, poi sono passato a disegnare i 200 personaggi, le 200 scenografie e le migliaia di oggetti di scena che dovevano essere realizzati a mano. Volevo celebrare l’imperfezione, rendendo tutto volutamente irregolare, asimmetrico e naïf. Chunky wonky era il motto del nostro studio, un invito a abbracciare l’imperfezione come riflesso della vita stessa."
Chunky si riferisce a qualcosa di fatto in pezzi grandi, grezzi e irregolari. Indica che i modelli e le scenografie non vogliono essere levigati o perfetti. Wonky significa storto, sbilenco, suggerendo un senso di imperfezione intenzionale, come se gli oggetti realizzati artigianalmente abbracciassero l'essenza dei vari scombinati personaggi.
La lavorazione del film, durata otto anni, è stata un lungo viaggio. "Sono soltanto piccoli pezzi di plastilina, ma per me e il mio team sono persone vere. Attraverso la magia dello stop motion, spero che queste vite minute diano gioia e conforto al pubblico."
FILMOGRAFIA
Le opere di Adam Elliot hanno ricevuto moltissimi premi internazionali:
cortometraggi:
Harvie Krumpet - short (2003, 23’) Stopmotion Colour
Ernie Biscuit - short (2015, 21’) Stopmotion Black and White
cortometraggi brevi:
Uncle - short (1996, 6’) Stopmotion Black and White
Cousin - short (1999, 4') Stopmotion Black and White
Brother - short (2000, 8’) Stopmotion Black and White
lungometraggi:
Mary and Max - feature (2009, 1h32’) Stopmotion Colour
Memoir of a Snail (2024, 94’) Stopmotion Colour
Cast di Memoir of a Snail
Questi attori sono molto affermati, ma non molto conosciuti in Italia:
Sarah Snook è Grace
Kodi Smit-McPhee è Gilbert
Eric Bana è James il Magistrato (alcolista)
Magda Szubanski è Ruth
Dominique Pinon è Percy
Tony Armstrong è Ken
Paul Capsis è Ian e anche Narelle
Bernie Clifford è Owen
Davey Thompson è Ben
Charlotte Belsey è Grace da bambina
Mason Litsos è Gilbert da bambino
Nick Cave è Bill Clarke
Jacki Weaver è Pinky
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