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Writer's picturePlanet Claire

Fatoumata Diawara Musica della Liberazione 25 Aprile 2024, Teatro Regio di Torino 12° Torino Jazz Festival

Updated: Apr 27


Fatoumata Diawara, voce, chitarra

Juan Finger, basso

Jurandir Santana, chitarra elettrica

Fernando Tejero, tastiere

Willy Ombe, batteria


In questa 12° edizione molto brillante del Torino Jazz Festival, ricca di artisti di grandissima rilevanza musicale sia sul main stage, sia sui palchi in giro per la città, anche in luoghi sorprendenti, e costellata di momenti di incontro interessantissimi, talk e presentazioni da non perdere, si è inserita la bellissima celebrazione del 25 Aprile.


Il nazifascismo è uno dei periodi più bui della storia umana e la memoria della Resistenza contro questa ideologia malvagia è cruciale: la Resistenza fu un coraggioso e indomito fronte di opposizione che dimostrò e dimostra che la lotta per la libertà e la dignità umana è possibile anche contro le forze più oscure dell’oppressione e della tirannia.


Il direttore artistico Stefano Zenni ha collaborato con il Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte e ha portato nella splendida sala torinese, sold out, la formidabile cantautrice maliana Fatoumata Diawara, dall'ammirevole e magnetica presenza scenica e dal talento strepitoso. Zenni ha detto: "Non c'è modo migliore di celebrare oggi il 25 Aprile che ascoltare musica africana.", soprattutto se consapevole e combattiva.


Nata nel 1982 in Costa d’Avorio da genitori maliani, Diawara ha vissuto un'infanzia nomade e multiculturale in diversi Paesi dell'Africa Occidentale e in Europa. È una delle voci femminili più chiare e distintive dell'Africa contemporanea. Cantante magnifica con una voce potente, propone un mélange di sonorità tradizionali maliane, ritmi africani moderni e influenze occidentali, afrobeat, un pizzico di jazz, pop, elettronica. Le sue canzoni hanno profondità emotiva, autenticità e trasmettono messaggi politici significativi: l’artista parla della liberazione della donna e della necessità urgente di una partecipazione femminile ampia nella società, oltre il focolare domestico; parla contro la terrificante pratica dell’infibulazione che colpisce e continua a violare milioni di bambine e ragazze; denuncia l’angosciante realtà dei bambini-soldato in Africa; i drammi e le sfide dell’emigrazione, trasmettendo messaggi di speranza, resistenza e solidarietà, ispirando il pubblico a riflettere sulle sfide globali e a impegnarsi in prima persona per un cambiamento positivo.


Le performance di Fatoumata Diawara sono canto appassionato e danze africane incalzanti, anche ispirate al Sufismo. Lo spettacolo è  arricchito dalla sua personalità affascinante che ha un grande impatto emotivo sul pubblico. Anche il concerto al Teatro Regio è stato un ponte che unisce culture e speranze gioiose. Sul palco la cantautrice ha incantato e trascinato il pubblico con il suo carisma e una contagiosa energia.


Indossa maschere africane e ha il gusto per il teatro con un forte richiamo al folklore e all'animismo: le maschere tribali sono per Fatoumata un mezzo per esprimere la propria spiritualità, entrare in una sorta di trance e veicolare al pubblico un significato ancestrale più complesso.


Talentuosa compositrice oltre che cantante eccezionale, scrive gran parte della sua musica e crea un suono universale che parla a un vasto pubblico.

Fatoumata è un'artista di grande talento e sarebbe fantastico vederla collaborare con una band dal suono più sofisticato, evitando semplificazioni delle musiche; pur essendo bravi, i suoi musicisti risultano un po' convenzionali.



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