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Writer's picturePlanet Claire

EMILIA PÉREZ di Jacques Audiard

Emilia Pérez

regia di Jacques Audiard

sceneggiatura di Jacques Audiard, Thomas Bidegain, Nicolas Livecchi, Léa Mysius

tratto da un romanzo dell'autore Boris Razon

l'uscita in sala in Italia non è ancora stata messa a calendario


interpreti:

Zoe Saldaña è l'avvocato Rita Moro Castro

Karla Sofía Gascón è sia il gangster Juan 'Manitas' Del Monte, sia Emilia Pérez

Selena Gomez, attrice e cantante nordamericana, è Jessi, la moglie del gangster Manitas e madre dei loro due bambini

Adriana Paz è Epifanía, moglie di un desaparecido, innamorata di Emilia Pérez

Questo quartetto di attrici ha meritato collettivamente il premio per la Miglior Attrice alla 77° edizione del Festival di Cannes, nel maggio 2024.


Mark Ivanir è il chirurgo israeliano Dr. Wasserman

Édgar Ramírez è l'amante di Jessi, Gustavo Brun


musiche:

Camille, cantautrice parigina, autrice delle canzoni

Clément Ducol, compositore della colonna sonora


genere:

un pastiche di vari generi, musical, crime fiction, commedia romantica, melodramma, film a tematica lgbtq+


Una mezcla che risulta complessivamente ben strutturata e ha una sua coerenza narrativa molto Latina.


Il veterano e pluripremiato regista parigino Jacques Audiard si cimenta per la prima volta con un film che sceglie di girare in lingua spagnola messicana e una narrazione dalle tematiche molto contemporanee, usando brillantemente alcuni cliché che richiamano una telenovela latino-americana.

Presentato a Cannes 2024, ha vinto il premio della Giuria.

Il musical è ambientato nel Messico contemporaneo e mescola il mondo del narcotraffico con una narrazione intima e personale sulla ridefinizione di genere, la protagonista si sottopone agli interventi chirurgici di riassegnazione del sesso.


Il gangster Juan Del Monte, detto 'Manitas' (in Messico è un termine diminutivo di 'hermano' con valenza affettiva), è a capo di un feroce traffico di droghe pesanti, un Drug Lord immensamente ricco e spietato. Stanco della sua vita criminale, decide di cambiare sesso e diventare donna, come ha sempre segretamente desiderato essere, la Emilia Pérez del titolo, sviluppando -nel processo di trasformazione- umanità e bontà, fino a diventare una paladina attivista fondatrice di una ONG per i desaparecidos.

La incredibile storia esplora il tema della transizione di genere in modo originale, raccontando al contempo il desiderio di redenzione dal Male e la ricerca della propria nuova identità sessuale.

Ad accompagnare Manitas in questo percorso è l'avvocatessa Rita Moro Castro, una giovane professionista molto capace, ma professionalmente scontenta poiché sfruttata da un potente studio legale interessato a fare assolvere e proteggere i criminali più che a servire la giustizia.

Manitas ha una giovane moglie, Jessi, e due bambini.


Il film è vivace e funziona, pur nella sua narrativa non particolarmente plausibile o coerente.

Ma è ben realizzato e pop.

Non tutte le trame devono necessariamente essere credibili. 


Il ritmo e l'alternanza dei capitoli sono avvincenti. E anche la storia, melodrammatica, è affascinante.


C'è una buona dose di moralismo, nel senso che quando la protagonista diventa donna, abbandona la violenza criminale  e inizia a praticare la compassione e la gentilezza.

Questa dicotomia, questa dualità è molto interessante, è un topos iscritto nella storia dell'umanità, un'idea che ha rilevanza antropologica e richiama antichi miti: pensiamo al mito di Tiresias, veggente mutato in donna più volte dalle ire degli Dei dell'Olimpo, il cui concetto di esistenza è riassunto da questa lirica che voglio citare: «Once a man like the sea I  raged, once a woman like the earth I gave»  (cit. Selling England By the Pound, 1973).


Il gangster voleva liberarsi sia della sua malvagità, sia della sua mascolinità, che sono interconnesse, accumulabili e possono avere la stessa matrice socio-culturale.


Ma la nuova potente donna Emilia Pérez perde la testa quando vede che sta perdendo i suoi figli. Si risveglia in lei un lato materno fiero e feroce. La maternità emerge come una forza potente e primitiva, capace di distruggere tutto ciò che la minaccia, sennonché la distruzione è anche auto-distruttiva. E, a questo punto di non-ritorno emotivo, tutto si guasta.


Buone le canzoni, i testi di Camille e la messa in scena coreografica, un pop emotivamente accurato, che rende ogni numero musicale una parte centrale dell'esperienza cinematografica.

Il film intreccia numeri musicali a una trama noir, creando un'opera singolare, con una sua audacia artistica e una potenza visiva.


La performance del cast è eccellente.

La fotografia crea l'atmosfera dark di un thriller.


Credo di concordare con la scelta di assegnare a Emilia Pérez il Premio della Giuria del Festival di Cannes.


Jacques Audiard ha voluto esprimersi in un concept (trans-) femminista, influenzato dal mondo dello spettacolo contemporaneo e dal panorama dell'attualità, pur utilizzando dei cliché.

A mio avviso, l'uso dei cliché qui è perdonabile, Emilia Pérez non dovrebbe essere giudicato attraverso il filtro dell'intellettualismo.


Emilia Pérez è un film ambizioso, che combina favola e cruda realtà, (in particolar modo commovente nelle scene della tragedia dei desaparecidos), affrontando temi attuali con una visione eccentrica e personale.


Drammaturgicamente non è un film profondo: il film attinge appunto alla tradizione narrativa latino-americana, densa di stereotipi, qui vivacemente rimescolati.


Un film che desta interesse e da vedere, appena uscirà anche in Italia.


Le didascalie delle foto contengono altre info.


la locandina del film






Zoe Saldaña, famosissima attrice americana, vista in The Pirates of the Caribbean (2003), Star Trek (2009, 2013 e 2016), Avatar (2009 e 2022), Guardians of the Galaxy (2014), Nina, il biopic su Nina Simone (2016)






Karla Sofía Gascón, che è anche la prima attrice transgender a vincere il premio della miglior attrice, ha dedicato il premio alle persone trans, a todas las personas trans que estamos sufriendo todos los putos días el odio y que nos denigren. Esto es para vosotras.





Selena Gomez









l'attrice messicana Adriana Paz









il parigino Jacques Audiard, cineasta eclettico che a ogni film esplora nuovi generi

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