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Writer's picturePlanet Claire

DEL CORPO E DELL'ANIMA di Ildiko Enyedi (Ungheria, 2017)

LO STRANO EROTISMO UNGHERESE E UNA STORIA MOLTO BELLA AMBIENTATA IN UN LUOGO DI ASETTICO ORRORE.

Assolutamente da vedere. I film ungheresi sono spesso vagamente surreali al nostro sguardo e sempre pervasi da una sorta di fissità ed amarezza. Questo è un film molto interessante. Si intitola Del Corpo e Dell'Anima, per la regia della ungherese Ildiko Enyedi, che ha vinto l'Orso d'Oro quasi un anno fa a Berlino.

Purtroppo, con i tempi di distribuzione italiani, vediamo il film in sala soltanto adesso, e lo vediamo a Torino soltanto grazie all'ottimo cineclub Cinema Classico di Piazza Vittorio 5, luogo di pura cinefilia che amiamo, anche in quanto sala degli addetti ai lavori durante il Torino Film Festival.

E' un film molto bello soprattutto per il notevole talento visivo della regista e per la bellezza della idea narrativa, (non importa minimamente quanto alcuni dettagli del plot siano o meno credibili).

È un film drammatico, incentrato su una storia d'amore tra una giovane donna con la sindrome di Asperger, che la blocca nelle sue interazioni sociali, e un uomo con una disabilità e le profonde rassegnazioni esistenziali del caso. I due scoprono di sognare ogni notte un identico incantevole sogno: questa idea narrativa del sogno sincronico è meravigliosa.

Geniale il modo in cui la regista la realizza: i sogni rappresentati sono filmati in modo perfettamente reale come tutto il resto della storia, senza la minima soluzione di continuità. Dal punto di vista del linguaggio cinematografico, il film è privo di qualsiasi cliché di effetti flou onirici o dissolvenze, flash back, etc.

La regista ha usato in ogni momento il linguaggio cinematografico perfetto e necessario per raccontare questa storia. Convincenti anche i tempi e il ritmo della narrazione, con un brillante intermezzo "poliziesco" vagamente caricaturale, virato lievemente sul comico, altra caratteristica tipica della cinematografia ungherese.

La protagonista femminile è straordinariamente brava nel calarsi nel personaggio, la regista ha raccontato che nella vita l'attrice Geza Morcsanyi, (fotografata alla Berlinale 2017), ha una personalità vivace ed estroversa.

Ma ciò che è veramente importante è la cruda ambientazione in un mattatoio, evidente metafora della ipocrisia con la quale si passa sotto passivo silenzio, emblematico della difficoltà nei rapporti tra le persone, la drammatica e assurda realtà di violenza, nascosta dietro una routine asettica ed efficiente.

Tutti, anche i personaggi secondari, recitano benissimo in un casting impeccabile. I personaggi-animali, i due meravigliosi cervi, ma anche le povere mucche che saranno poi ammazzate e smembrate, sono grandemente efficaci. Perfetta la essenziale colonna sonora, con la commovente splendida canzone 'He wrote' della folksinger britannica Laura Marling.

Una curiosità: la regista non è vegetariana, ma condanna la falsità e la codardia con la quale la gente non vuole sapere/vedere da dove arriva la carne che ha nel piatto.


la regista Ildiko Enyedi riceve la statuetta alla Berlinale 2017

Berlinale 2017, Geza Morcsanyi



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