10 aprile 2013 - La magnifica attrice inglese Glenda Jackson, due volte premio Oscar (Women In Love, 1970 e A Touch of Class, 1973), è stata molto attiva in politica per il Labour Party, dal 1992 al 2015, e Membro del Parlamento.
Alla morte del Prime Minister Margaret Thatcher, il cui mandato durò dal 1979 al 1992, Glenda Jackson, durante la seduta parlamentare di commemorazione alla defunta, il 10 aprile 2013, scelse di ignorare le convenzioni e tenne un memorabile, durissimo, coraggioso discorso in cui attaccava senza mezzi termini, e anzi con nitida chiarezza, Margaret Thatcher e la sua spietata gestione politica del Paese.
Trascrizione (non completa) del discorso:
“When I made my maiden speech a little over two decades ago, Margaret Thatcher had been elevated to the other place but Thatcherism was still wreaking, as it had wreaked for the previous decade - the most heinous, social, economic and spiritual damage upon this country, upon my constituency and my constituents. “Our local hospitals were running on empty. “Patients were staying on trolleys and in corridors. “I tremble to think what the death rate for pensioners would have been this winter if that version of Thatcherism had been fully up and running this year. “Our schools, parents, teachers, governors, even pupils, seemed to spend an inordinate amount of time fundraising in order to be able to provide basic materials, such as paper and pencils. “The plaster on our classroom walls was kept in place by pupils artwork and miles and miles of sellotape. Our school libraries were dominated by empty shelves, very few books, and those books that were there were being held together by ubiquitous sellotape and offcuts from teachers’ wallpaper used to bind those volumes so that they could at least hang together. “But by far the most dramatic and heinous demonstration of Thatcherism was certainly not only in London, but across the whole country in metropolitan areas, where every single shop doorway, every single night, became the bedroom, the living room, the bathroom for the homeless. “They grew in their thousands. And many of those homeless people had been thrown out onto the streets from the closure of the long-term mental hospitals. “We were told it was going to be called Care in the Community. What in effect it was was no care at all in the community. “I was interested to hear about Baroness Thatcher’s willingness to invite those who have nowhere to go for Christmas. It’s a pity she did not start building more and more social houses after she entered into the right to buy, so perhaps there would have been fewer homeless people than there were. “As a friend of mine said, during her era London became a city Hogarth would have recognise. And indeed he would. “But the basis to Thatcherism - and this is where I come to the spiritual part of what I regard as the desperate, desperately wrong track that Thatcherism took this country into - was that everything I had been taught to regard as a vice - and I still regard them as vices - under Thatcherism was in fact a virtue: greed, selfishness, no care for the weaker, sharp elbows, sharp knees. They were the way forward. “What concerns me is that I’m beginning to see possibly the re-emergence of that total traducing of what I regard as being the basis of the spiritual nature of this country, where we do care about society, where we do believe in communities, where we do not leave people to walk by on the other side. “That is not happening now. And if we go back to the heyday of that era I think we will see replicated again the extraordinary human damage that we as a nation have suffered from.” traduzione (trad. mia)
anche di una parte del discorso che, per brevità, non abbiamo trascritto: "Quando feci il mio discorso d'ingresso in questa Camera, poco più di due decenni fa, Margaret Thatcher era stata appena "elevata" alla Camera dei Lord. Ma il Thatcherismo continuava a portare i suoi terribili frutti come nel decennio precedente, sono stati i danni più odiosi che questo paese abbia mai subito dal punto di vista sociale, economico e spirituale. Gli ospedali non avevano soldi, i pazienti stavano sulle barelle in corridoio. Faccio fatica a immaginare quale sarebbe stato il tasso di mortalità tra i pensionati in un inverno come quello appena trascorso, se il Thatcherismo fosse stato ancora dottrina dominante. Nelle scuole insegnanti, genitori e persino studenti trascorrevano una quantità incredibile di tempo a cercare i fondi necessari a procurarsi materiali di base: la carta e le matite. L'intonaco nelle classi si teneva su con lo scotch dei disegni dei bambini. Chilometri di scotch. Le biblioteche erano vuote e le copertine dei pochi libri che c'erano si tenevano solo grazie all'onnipresente nastro adesivo. Ma il risultato di gran lunga più odioso del Thatcherismo, non solo a Londra ma in tutto il Paese, è che ogni serranda di negozio, ogni notte, si trasformava nella camera da letto, la sala da pranzo e il bagno dei senzatetto. E molti di quei senzatetto sono stati gettati sulle strade dalla chiusura degli ospedali psichiatrici. Ci fu detto che in cambio ci sarebbe stato il programma "Care in the community" (cura nella comunità a livello locale, ndr). In pratica non c'è stata nessuna cura. Mi ha colpito sentir parlare della sollecitudine di Lady Thatcher nell'ospitare a Natale chi non aveva un posto dove andare. È un peccato che non abbia pensato anche a costruire case popolari: magari avrebbe potuto ridurre il numero dei senzatetto. Negli anni della Thatcher Londra è tornata una città che sarebbe apparsa familiare a William Hogarth, lo scrittore inglese del Settecento. Ma il danno più grave arrecato dal Thatcherismo è morale. Ci ha insegnato ad ammirare come virtù cioè che in realtà è vizio: l'avidità, l'egoismo, l'indifferenza per i deboli, il farsi strada a furia di gomitate. In questi giorni ci hanno riempito le orecchie di discorsi sui muri abbattuti dalla Thatcher, sulla rimozione del vecchio establishment. La parola magica è che lei ha creato una «società delle aspirazioni». Come disse un altro primo ministro, Harold Macmillan, quella della Thatcher è stata l'epoca della vendita dei tesori di famiglia. Un'epoca in cui tutti conoscevano il prezzo delle cose, ma non il valore delle cose. Quello che mi preoccupa è che vedo il riemergere di quella mentalità, la distruzione della natura più profonda di questo Paese. Un Paese in cui abbiamo a cuore la società, le comunità locali, in cui non lasciamo che nessuno cammini da solo. Ma questo non succede più. Se tornassimo ai primi giorni di quell'epoca, rivedremmo la stessa terribile perdita di capitale umano. L'incapacità di riconoscere il valore inestinguibile di ciascun essere umano. La mia onorevole collega del Collegio di Hackney, la laburista Diane Abbott, ha detto che, benché le sue idee fossero diverse da quella di Lady Thatcher, sente comunque il bisogno di prestare un tributo alla prima donna Primo Ministro. Io appartengo a una generazione che è stata cresciuta da sole donne. Gli uomini erano in guerra e le donne non guidavano il governo ma guidavano il Paese. Le donne che hanno cresciuto me e molti come me, che mandavano avanti le fabbriche e tenevano acceso il camino sotto i bombardamenti, non riconoscerebbero la loro idea di femminilità nell'icona di Lady Thatcher. La prima donna Primo Ministro, certo. Ma una vera donna? Non per come la vedo io."
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