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AFTER LIFE di Ricky Gervais stagione 3 (UK, 2022)

After Life, o "la vita dopo" (la morte di una persona amata), cercatelo su Netflix. È una serie ideata, scritta, diretta, prodotta da Ricky Gervais, che ne è anche il protagonista. È appena uscita, il 14 gennaio, la terza e conclusiva stagione, anch'essa fatta di sei episodi, come le due stagioni precedenti datate 2019 e 2020. L'autore Ricky Gervais, grande comedian britannico, è lo sprezzante Tony Johnson, che lavora in una piccola redazione provinciale nella cittadina -immaginaria- di Tambury. La Tambury Gazette è un giornale gratuito che si occupa di fatti marginali, un po' folcloristici e paradossali nella immota provincia inglese. La redazione è un ottimo 'pretesto' per ambientare i personaggi ricorrenti della serie, ciascuno a modo proprio perdente, depresso, strambo o semplicemente disilluso: colleghi, familiari, vicini di casa. Cui si aggiungono, in ciascun episodio, i personaggi minori, sempre emblematici del non-sense amaro e sconcertante che è la vita stessa. La serie è intelligente, divertente e commovente, incentrata sul tema della perdita, della scomparsa, letteralmente della sparizione delle persone amate, che erano persone-chiave della vita, portate via dalla Morte, tema che l'arguto autore britannico ci porge in modo perfettamente ateo e con grandissima sensibilità. Il protagonista sta cercando di superare la morte prematura della amatissima moglie e, sentendo di non avere più nulla da perdere, si lascia andare a azioni ciniche e parole crudamente e spietatamente sincere, incurante delle conseguenze che esse hanno sulle persone intorno a lui, con le quali fa una fatica enorme a restare in relazione. Le battute sono improntate allo humour nero; tante sul sesso, un po' estreme e fastidiose, da parte di personaggi con comportamenti decisamente inappropriati e volutamente squallidi, messe nello show con lo scopo di spazzare via gli stereotipi di genere e i pregiudizi patriarcali, un po' come in Fleabag di Phoebe Waller-Bridge. Il ritmo è buono, gli episodi sono brevi, di 25-30 minuti. La terza stagione, a prima vista non essenziale, è di nuovo molto godibile, coerente, ben fatta, fino all'episodio finale, il sesto, (o per meglio dire il diciottesimo), molto commovente, che ricompone meravigliosamente la vicenda e la chiude come in un cerchio conferendole un senso più alto, che è lisi e catarsi.

Ricky Gervais ama la Musica e in tutti gli episodi ci sono canzoni molto belle, che ben commentano la vicenda. Tra le canzoni bellissime, questa volta citiamo The Things We Do For Love dei 10cc (Stagione 3, episodio 1). Mentre Gervais non perde un'occasione di sfottò ai danni di canzoni e artisti pop scadenti, questa volta uno degli artisti -giustamente- da cestinare è il patetico e inascoltabile Michael Bublé.





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