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43° TFF - Ailleurs la Nuit (Elsewhere at Night) di Marianne Métivier (Canada, 2025)

  • Writer: Planet Claire
    Planet Claire
  • 6 days ago
  • 2 min read

recensione di Clara Bruno - 30 novembre 2025

 tempo di lettura: 2 minuti

 film visto at TFF – Cinema Massimo

 30 novembre 2025


durata: 105' Concorso Lungometraggi

vincitore del premio per la Miglior Sceneggiatura Ailleurs la nuit, opera prima della regista quebecoise-filippina Marianne Métivier, ambisce al cinema esperienziale ma il risultato è assai deludente: il film resta incompiuto e privo di direzione. Spiace dirlo, ma è fortemente soporifero, più che evocativo. La prima protagonista introdotta, Marie (Camille Rutherford), artista ricercatrice del suono, in fuga dal frastuono della città, appare spesso fastidiosamente sprezzante nei confronti del suo boyfriend Nico (Victor Andres Turgeon-Trelles), mentre vaga tra boschi e montagne registrando i rumori della natura. L’arrivo di Noée (Garance Marillier), giovane viaggiatrice senza meta, che la attrae (in maniera inespressa), destabilizza la sua relazione con Nico. Parimenti sconcertato è Yan (Émile Schneider), contadino solitario che danza da solo nella notte. Parallelamente, in città, cerchiamo di seguire (sempre resistendo ai colpi di sonno) la vicenda di Jeanne (Amaryllis Tremblay), studentessa che sta preparando una ricerca proprio sul lavoro di Marie, e Eva (Kyrie Allison Samodio), ragazza filippina spaesata e insonne, trasferitasi con la madre.

La regista prova a intrecciare la sua trama con queste vite di giovani donne (che vivono un altrove?, che desiderano un altrove?) attraverso un misterioso richiamo sonoro notturno che forse le accomuna, spingendole verso percezioni alterate e un senso di appartenenza mai compiuto. Métivier, incapace di stimolare empatia nello spettatore, tenta di costruire una rete di connessioni sensoriali e spirituali, ma tutto si disperde in un flusso narrativo blando, per non dire inconsistente, davvero poco incisivo e in dialoghi banali. L’apparato estetico è abbastanza curato, ma la sceneggiatura asciutta e frammentaria non sostiene l’ambizione tematica e i rimandi a un cinema sensoriale restano solo intenzioni. Pur (inspiegabilmente e ingiustamente) premiato per la sceneggiatura, il film non riesce a veicolare emozione. Alla fine, Ailleurs la nuit è un’esperienza cinematografica piuttosto inutile, mai illuminante. E tutto quanto, a cominciare dal titolo, ha un tono vagamente supponente. Se la regista voleva rappresentarci la tensione identitaria che vive, dalla nostalgia per le Filippine mai veramente vissute, al peso di essere una quebecoise diversa, direi che non ha centrato il suo scopo. La sua trama non dice e non spiega, è priva di un corpo narrativo rilevante. Se Métivier aveva l'ambizione di far parlare la Natura come personaggio, ha fallito, perché la Natura nel suo film è e resta dall'inizio alla fine una semplice cornice. Il film è molto insoddisfacente e il premio che ha ricevuto è incomprensibile, in un concorso dove erano presenti film con bellissime sceneggiature come, ad esempio, La Anatomía de los Caballos di Daniel Vidal Toche; Black Ox di Tsuta Tetsuichiro; Todas las Fuerzas di Luciana Piantanida.


la protagonista cerca suoni nella Natura
la protagonista cerca suoni nella Natura


 
 
 

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