Presentato in anteprima e Fuori Concorso
durata 1h49’
regia di Fleur Fortuné
scritto da: Mrs. & Mr. Thomas (nom de plume di Nell Garfath Cox and Dave Thomas), John Donnelly
fotografia: Magnus Jønck
montaggio: Yorgos Lamprinos
musica: Emilie Levienaise-Farrouch
produzione: UK, Germania, USA, 2024
Un film di fantascienza bello, anche visivamente.
Molto interessante e molto disturbante per la rappresentazione allegorica -devastante- di quello che può essere la genitorialità nella società contemporanea. Il film ha un concept eccellente e acuto. Le reazioni dell’uomo e della donna protagonisti sono osservate con profonda intelligenza. Il risultato è toccante, in maniera inedita.
La regista ha talento visivo e confeziona un film molto elegante e patinato. Bravissimi gli attori, perfetto il cast.
Il film ritrae una società che sta perdendo il contatto con l’umanità.
The Assessment di Fleur Fortuné è l’opera prima della giovane regista francese.
Presentato al Film Festival di Toronto e in anteprima al 42 International Torino Film Festival è un film di fantascienza molto concettuale e per molti aspetti old school.
Il film è un artificio speculativo futurista, sconcertante, anche un po’ traumatico per lo spettatore.
È uno psicodramma dell'assurdo sulla genitorialità programmata, che si ispira ai romanzi distopici di Aldous Huxley e alla narrazione di una futura società totalitaria controllata, come in George Orwell.
La scena è una parte del pianeta Terra isolata dal resto del mondo; il resto del mondo -che non vediamo- viene chiamato The Old World (“il Vecchio Mondo”), ormai da tempo distrutto e reso inospitale dal cambiamento climatico.
Questa nuova zona dal clima temperato, militarmente protetta e controllata, è popolata dalle alte sfere della società, soprattutto dagli scienziati eccellenti.
I dissidenti sono considerati criminali e indesiderabili e -in quanto tali- sono esiliati nella terra devastata e arida che questa umanità intellettualmente privilegiata si è lasciata alle spalle.
Tutto questo non è mostrato, ma vi si accenna, anche in modo un po' vago, durante il film.
Ma l'élite del nuovo mondo, che -grazie alla medicina- non ha più il problema dell’invecchiamento e vive una vita adulta che dura moltissimi decenni, deve tuttavia conformarsi agli editti governativi: il governo ha potere assoluto. A causa delle risorse limitate, le coppie che desiderano avere figli devono sottoporsi a una ‘valutazione’ (l’assessment del titolo) della loro relazione coniugale e i bambini devono essere cresciuti ex-utero a partire dal materiale genetico degli applicanti.
Mia (Elizabeth Olsen) e Aaryan (Himesh Patel) sono persone molto importanti: lui è uno scienziato che si occupa di AI e sviluppa prototipi all’avanguardia di simil-animali da compagnia, con straordinaria somiglianza tattile, sensoriale, poiché tutti gli animali d’affezione sono stati sterminati, in quanto consumano risorse; lei è una biologa vegetale che lavora su nuove fonti di energia organica, su campioni vegetali rarissimi e di straordinaria importanza da lei stessa coltivati nel suo laboratorio di fronte alla splendida casa dall'architettura contemporanea.
Il film è girato nelle zone aride dell’isola di Tenerife, in uno scenario di deserto roccioso affacciato sull’oceano.
I due, che si amano profondamente, sono convinti che la loro valutazione avrà successo. Ma l'interrogatorio è organizzato per andare oltre la procedura di adozione che si potrebbe immaginare: ci vorranno sette giorni durante i quali il valutatore vivrà effettivamente a casa della coppia. Sarà devastante. La assessor, la responsabile unica della valutazione, è infatti costretta dal regolamento governativo a rimanere per un totale di sette giorni nella casa della coppia per poterla conoscere a fondo. Inoltre, il protocollo, che pure ha un ampio margine di discrezionalità, prevede che l’assessor inizi a comportarsi come il bambino di cui i candidati genitori si prenderanno cura, allo scopo di valutare le loro reazioni.
La valutatrice è Virginia (l’attrice Alicia Vikander) e vi assicuro che, soprattutto se siete genitori, la odierete.
The Assessment è strutturato per capitoli; ogni giorno porta con sé una nuova sfida che mette Mia e Aaryan in discussione: gli scatti d'ira infantili di Virginia e l'assemblaggio di una casetta-giocattolo simile a molti incubi di montaggio IKEA, che molti genitori conoscono davvero; una cena a sorpresa da organizzare per ospiti psicologicamente stressanti e malevoli; tensioni sessuali; inganni drammatici del Sistema.
Lo spaziosissimo laboratorio in cui Aaryan, immerso nell’oscurità, lavora ai suoi animali virtuali è un luogo fantascientifico, così come i loro pasti e la vegetazione curata dalla scienziata. L'elemento più significativo del film non ha invece nulla a che fare con la fantascienza, quanto piuttosto con le emozioni e con la storia genitoriale di ciascuno.
La parte finale del film, quando il processo di valutazione sarà terminato, è molto importante per il significato dell’opera e sarebbe stato utile svilupparla un po’ di più, ma la regista non vuole proclamare messaggi per il pubblico. Lancia però concetti molto consistenti, bilanciando abilmente l'aspetto cerebrale e l’aspetto emotivo dell’opera.
“So many of the themes, I felt, were elegantly explored, without being very agenda- or message-forward, which I felt was a part of the fabric of how this story showed itself… I think personally I was trying to find something that pushed me to an edge, or a loss of control in a way, in a world where everything is being controlled by the state. Mia, the character I play, is starting to challenge it.” – dice la protagonista Elizabeth Olsen (Ho avvertito che molti temi sono stati esplorati con eleganza, senza mettere all'ordine del giorno un messaggio diretto, cosa che mi è sembrata parte del tessuto di questa storia... Mi pare io abbia cercato di trovare qualcosa che mi spingesse verso un limite, o una perdita del controllo in un certo senso, in un mondo in cui tutto è controllato dallo Stato. Mia, il personaggio che interpreto, sta iniziando a sfidarlo. trad. mia)
Se avete intenzione di vedere The Assessment, raccomando di leggere il proseguimento del mio articolo, da qui in poi, soltanto dopo aver visto il film. Forse vi riconcilierà anche con il disagio che -suppongo- la visione vi causerà.
Spoiler ALERT:
parte conclusiva del mio articolo. Raccomando di leggerla DOPO aver visto il film.
Le ultimissime scene finali del film presentano le allegorie sostanziali dell’opera rivelandone il significato; non sono completamente sviluppate, perché il film non mette all'ordine del giorno la proclamazione di messaggi per il pubblico, tuttavia hanno profondo impatto emotivo sullo spettatore attento.
La donna, Mia, dopo la conclusione della valutazione, non si arrende e va alla fonte, cerca molto coraggiosamente il confronto con la valutatrice, scoprendo fatti molto importanti, verità sconvolgenti, che avranno su di lei un impatto radicale trasformativo. L’uomo, Aaryan, invece, non si muove né psicologicamente né fisicamente, resta nel suo, e finisce con l’accontentarsi facilmente e immediatamente del Virtuale da lui stesso creato: una figlia e poi persino una moglie confezionate in laboratorio, quasi bambole di gomma.
A questo punto della storia, il film ci ha già mostrato metaforicamente che i figli possono causare il disastro delle vite dei genitori, anche materialmente; possono costringere un genitore a rinunciare a una brillante carriera, devastandone la vita e la professione. È esclusivamente la donna-madre (o aspirante madre) a subire questo traumatico attentato al proprio lavoro, che fino a quel momento aveva creato con tutto il suo talento. È la donna madre che rischia di subire dai figli la devastazione sistematica della sua intelligenza e delle sue scelte di vita.
La donna madre vi rinuncia con rassegnazione e guarda oltre.
Oppure deraglia in una crisi autodistruttiva.
La valutatrice, anche lei donna-madre e donna aspirante madre, ha portato i propri traumi personali dentro la vicenda, causando danni irreparabili a se stessa e a chi entra in contatto con lei.
Oltre alla evidente rappresentazione della crisi climatica e dell'annientamento della Terra, il film dice tutto sugli esiti per l’uomo e per la donna e sul loro comportamento nella società contemporanea, all’interno di una famiglia genitoriale attuale.
In questo senso, pur non agendo esplicitamente come un film di denuncia, il film è uno sconcertante assessment, una valutazione, della situazione non felice in cui la nostra civiltà si trova.
da sinistra, la regista Fleur Fortuné,
l'attrice Alicia Vikander (la valutatrice),
gli attori Elizabeth Olsen (la moglie scienziata),
Himesh Patel (il marito scienziato)
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