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Writer's picturePlanet Claire

39TFF - Fuori Concorso - BLOOD ON THE CROWN di Davide Ferrario, (Malta, Canada, USA 2021)

L'interessante regista lombardo torna con un feature su commissione, un ottimo film storico d'argomento avvincente: l'insurrezione della più piccola colonia dell'immenso Impero Britannico, Malta, che cento anni fa lottò sanguinosamente contro il governatorato britannico, durante la famosa ribellione del Sette Giugno -1919- Grazie al coraggio di ogni strato della popolazione, la piccola ma strategica colonia riuscì ad alleggerire il giogo della British Rule. Nel mercato internazionale il film si intitola Just Noise, soltanto "incidenti", e si riferisce al fatto che i comandanti britannici tentarono di minimizzare le drammatiche rivolte popolari e di liquidarle come "inevitabili incidenti minori", mentre in realtà vi furono numerose vittime civili e oltre cento maltesi arrestati e condannati ai lavori forzati. Blood on the Crown è un dramma storico in costume. Si potrebbe scherzosamente dire che, ormai, ogni volta che vediamo uomini del popolo, meridionali, con bei volti espressivi, in canottiera e coppola, in uno scenario mediterraneo d'altra epoca, pensiamo inevitabilmente a uno spot di Dolce & Gabbana, ma non è responsabilità di Ferrario questa evocazione... Gli attori maltesi, per lo più provenienti dal teatro, sono stati ingaggiati localmente e hanno grande energia e notevole bravura tecnica. Gli attori britannici o anglofoni sono eccellenti. Ruoli prominenti e senza sorprese hanno Malcom Mac Dowell, da tempo consolidato nei ruoli di comandante militare crudele e autoritario, qui nei panni di uno spietato Colonel Saville, e Harvey Keitel nel panni del General Hunter Blair, tormentato dai dubbi e incapace di agire, due star scelte dalla produzione per ragioni di prestigio. L'americano Keitel ha fatto un valido lavoro per neutralizzare il proprio accento e parlare come un aristocratico britannico del secolo scorso; abbiamo saputo -rumours behind the scenes- che tuttavia non era per niente soddisfatto e avrebbe voluto doppiarsi in fase di editing, per migliorare ancora la propria prestazione, ma non gli è stato accordato. Ad ogni modo, il ruolo di Keitel risente di eccessiva staticità. Molto positivo che in questo film la bellissima isola non è trattata come un set, come purtroppo avviene in tanti film "turistici", bensì come una protagonista. Per altro, la bella regia pecca a tratti di convenzionalità: un esempio, la cantante lirica canta Rule Britannia, l'inno del British Empire, mentre i soldati britannici insanguinano le strade di Valletta, bella scena dove musica alta e squisitamente eseguita fa da sfondo a un massacro o un crimine, scena però vista già decine di volte, anche nei film gangster. Ferrario fu chiamato, nel 2019, a dirigere dallo sceneggiatore maltese Jean Pierre Magro, l'autore di questa bellissima sceneggiatura. La storia ha il pregio di non essere manichea, non vi sono i buoni e i cattivi, e Magro non ha scritto soltanto una rievocazione di un fatto di storia nazionale, ha invece voluto una storia universale, la storia di chi ha il potere e le armi e di chi il potere e le armi non ce l'ha, ma ha fame e voglia di libertà.




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