THE EVENING HOUR del regista newyorkese Braden King è un crime thriller Indie (di cinema indipendente), ambientato tra le montagne della West Virginia e del Kentucky, in un recente autunno di splendidi colori gialli e rossi. Tanti in quella zona provinciale, e di ogni età, sono tossicodipendenti dai pain killers, i farmaci antidolorifici a base di oppiacei, terribilmente diffusi e abusati negli USA. E ciascuno ha il suo sconforto da sconfiggere, il suo dramma, prodotto, come prevedibile, all'interno di ogni ennesima famiglia disfunzionale.
In un clima di dismissione delle speranze, ciascuno è nel suo vicolo cieco, tra piccole slealtà, mancanza di opportunità e di prospettive. La zona mineraria (carbone) è ora in noioso declino. Cole è un bravissimo ragazzo, fa l'assistente sanitario, dedicato e apprezzato, in una casa di cura per anziani. La sua famiglia bigotta, i versi della Bibbia imparati da bambino a memoria, la ragazza inaffidabile e giusto un po' di "onesto" spaccio di pain killers per arrotondare. Poi tutto precipita, a causa degli amici deragliati, stupidamente avidi e tossici che circondano Cole. Ma il bravo ragazzo viene fuori, in una catarsi che risistema, uno dopo l'altro, tutti gli elementi di tragedia. Colonna sonora di vari artisti country, banjo e desolazione, c'è anche un omaggio ale canzoni di Jason Molina, songwriter di quelle regioni, morto giovane per abuso di alcol, ecco il suo epitaffio, annotato alla fine del film: "The real truth about it / is no one gets it right. / The real truth about it / is we're all supposed to try."
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